La Gazzetta dello Sport

«MIA FIGLIA NON C’È PIÙ MA È CON ME»

Il tecnico della Spagna ricorda Xana, morta tre anni fa, e vive con ironia l’amore tra l’altra figlia e Torres

- Di Filippo Maria Ricci INVIATO A DOHA (QATAR)

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uis Enrique è un uomo profondame­nte sentimenta­le. Per cercare di arginare la cosa, di controllar­la e tenerla in secondo piano nel corso degli anni ha scelto la strada dello scontro. Ha usato la passione che mette in ogni cosa che fa per ingaggiare ripetute battaglie col mondo, finendo spesso per risultare antipatico, o presuntuos­o, o scostante, a seconda degli interlocut­ori. Ma la realtà del personaggi­o è molto più complessa. Luis Enrique è una persona trasparent­e, di una purezza antica, allergica ai compromess­i, all’opportunis­mo, alla falsità comportame­ntale. La sua immagine più autentica, di un uomo entusiasta, simpatico, scherzoso e senza peli sulla lingua sta venendo fuori nelle sue quotidiane apparizion­i su Twitch. Finalmente, viene da dire. Luis Enrique ha conquistat­o tutti, e la cosa da terribilme­nte fastidio a una bella fetta della stampa madrilena che lo odia apertament­e dai suoi tempi al Barça. Se i madridisti lo attaccano, spesso in maniera meschina, la gente sta scoprendo il lato più umano del ct, e ne è affascinat­a.

Tema privato Non è un caso che sia stato su Twitch che Lucho abbia parlato per la prima volta di sua figlia Xana. La terzogenit­a, dopo Pancho e Sira, i ragazzi nati dalla lunga e solida relazione con Elena Cullell, prossima alle nozze d’argento. Il 29 agosto del 2019 un osteosarco­ma ha tolto la vita a Xana quando aveva 9 anni e da tempo combatteva contro la malattia. Il ct lasciò la nazionale e poi la riprese, con l’interregno del suo ex amico Robert Moreno dal quale Luis Enrique si è sentito tradito. Della malattia della bambina in Spagna non si è mai parlato. Una forma di rispetto magnifica da parte della stampa spagnola. E dopo il decesso lo stesso. Tema privato che tale doveva restare.

Il ricordo Prima della partita con la Costa Rica su Twitch Luis Enrique ha mostrato delle foto famigliari di un viaggio nel Paese che la Spagna stava per affrontare. C’era anche Xana, su una zip-line: «Guardate che coraggiosa, aveva 7 anni qui. La prima a sorridere, sempre». Un ricordo paterno commovente, intimo, profondo, però anche leggero. Era la prima volta che si parlava in pubblico di Xana. Domenica la Spagna affrontava la Germania. La mattina Luis Enrique è andato in bicicletta col suo amico Valentin e ha registrato un video nel quale ricordava che quel giorno sua figlia avrebbe compiuto 13 anni: «Amore mio, ovunque ti trovi sappi che ti vogliamo bene» la salutava, le mandava un bacio. Di nuovo, tanta naturalezz­a, tanto affetto, tanto sentimento espresso nel migliore dei modi.

La risposta

La sera dopo il pareggio con la squadra di Flick un giornalist­a tedesco ha fatto a Luis Enrique una domanda che la stampa spagnola non avrebbe mai fatto. Gli ha chiesto di quella sua giornata, iniziata col ricordo della figlia e finita con una partita importanti­ssima: «Per parlare di una tema più personale preferisco rispondere in spagnolo e non inglese. È stato senza dubbio un giorno speciale, per me e per la mia famiglia. Da tempo abbiamo scelto di vivere questa cosa con naturalità. È evidente che non abbiamo nostra figlia con noi, però ci accompagna ogni giorno, ci ricordiamo tanto di lei, ridiamo, pensiamo a cosa avrebbe fatto o detto in certe situazioni che ci succedono nel quotidiano. La vita va così, non è fatta solo di cose belle, non si tratta solo di cercare la felicità, ci tocca anche gestire momenti così». In sala stampa avevano tutti la pelle d’oca. È già raro che un ct parli da padre, che lo faccia, e con tanta interezza e serenità, condividen­do col mondo i propri sentimenti nei confronti di una bambina colpita dalla vita in maniera tanto tragica ha portato l’emozione a un altro livello.

Lucho rimane una persona trasparent­e, di una purezza antica, allergica a compromess­i e opportunis­mo

Quasi suocero «Se Ferran festeggia un gol col segno del ciuccio in bocca lo tolgo e finisce in tribuna a vita»

In Spagna il tema è tabù, non viene affrontato dai media. Ma Lucho ora ha deciso di parlarne

C.t. e padre Ed è interessan­te vedere come Lucho ha deciso di affrontare l’altro tema che lo coinvolge come padre e come ct: la relazione di sua figlia Sira con Ferran Torres, il giocatore che più ha segnato nella sua gestione della Spagna. Ne parla spesso: «Dico che Ferran è il mio uomo in campo altrimenti mia figlia si arrabbia», «Se si azzarda a festeggiar­e un gol col segno del ciuccio in bocca lo tolgo e finisce in tribuna a vita», e via dicendo. Battute, cazzeggio. Di nuovo, la stampa nemica lo attacca, ma sinceramen­te quello scelto dal c.t. sembra il miglior modo di gestire questa strana e inusuale situazione tra “suocero” e “genero” in nazionale. Con disincanto, leggerezza e senso dell’umorismo. In maniera naturale, come quando parla di una tragedia così grande come quella di Xana. Luis Enrique si apre, ed è un piacere ascoltarlo. Tanto quando parla di calcio come quando lo fa della famiglia

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