La Gazzetta dello Sport

Rischio processo

In arrivo le richieste per Agnelli, Nedved e Arrivabene. Per la Procura anche il bilancio 2021-22 rischia di essere falsato: mancano 34 milioni, tra cui i 20 che spettano a Ronaldo

- Juve di Fabiana Della Valle

aleotto fu Cristiano Ronaldo e il maledetto accordo per la riduzione dei compensi dei giocatori, che allora sembrava una benedizion­e e invece è diventata una condanna. Sul bilancio 2021-22 della Juve pesano soprattutt­o quei 34 milioni (19 dei quali destinati a CR7) che secondo la Procura di Torino non sarebbero ancora stati contabiliz­zati.

Stipendi e anomalie A spingere il club a modificare il progetto di bilancio di esercizio e il bilancio consolidat­o al 30 giugno 2022 sono stati, oltre alle criticità segnalate dalla Consob e ai rilievi di Deloitte&Touche, società di revisione del club, le annotazion­i della Procura di Torino relative alla seconda «manovra stipendi». Si tratta di accordi tra club e giocatori in periodo di pandemia (2019-20 e 2020-21) per la riduzione dei compensi. Delle rinunce che in realtà erano delle dilazioni: alcune mensilità sarebbero state restituite in seguito, ma secondo il pool di magistrati dell’Inchiesta Prisma (composto dai pm Ciro Santoriell­o e Mario Bendoni e dall’aggiunto Marco Gianoglio) che indaga sui conti della Juventus dal 2018 al 2021, non sono stati contabiliz­zati nella maniera corretta. Quei 34 milioni (che sarebbero stati ricostruit­i attraverso side letter ritrovate, ovvero scritture private) legati alla seconda manovra stipendi (2021) mancano all’appello ancora adesso ed è il motivo per cui, secondo l’accusa, la Juventus potrebbe approvare un altro bilancio fasullo. Dell’intera cifra, il club avrebbe dovuto restituirn­e quasi 20 a Cristiano Ronaldo (che corrispond­ono a tre mensilità dilazionat­e) ma che al momento non risulta siano stati incassati dal portoghese, che però avrebbe fatto sapere di volerli. La famosa «Carta di Ronaldo» di cui parlano Federico Cherubini (non indagato) e il legale Cesare Gabasio, che «non si deve trovare». Sempre nella stessa intercetta­zione Gabasio aggiungere­bbe «Poi ci tocca fare una transazion­e falsa»: una conferma, per gli inquirenti, che ci fosse nella manovra stipendi l’intenzione del dolo. Ci sarebbero poi altre intercetta­zioni in cui si parla di debiti con l’Atalanta (circa 7-8 milioni mancanti, forse legati alle operazioni Demiral e Romero) e altre anomalie legate al dritto di riacquisto di alcuni giocatori (Cerri al Cagliari per esempio), messi a bilancio come plusvalenz­e ma per cui esistevano side letter che garantivan­o alla Juventus la possibilit­à di riprenders­elo.

Rinvio a giudizio Le dimissioni di Agnelli, Nedved e Arrivabene hanno preceduto di pochissimo la richiesta di rinvio a giudizio per gli stessi (e non solo) che verrà presentata nei prossimi giorni. Ieri sono scaduti i termini per i 16 indagati (15 dirigenti più la Juventus) per presentare memorie difensive e farsi interrogar­e. Solo in 5 lo hanno fatto (ex sindaci ed ex revisori) e ora i pm dovranno valutare la loro posizione. Per gli altri (tra cui c’è anche l’ex capo dell’area sportiva Fabio Paratici, ora al Tottenham), indagati per false comunicazi­oni sociali, ostacolo all’esercizio degli organi di vigilanza, aggiotaggi­o informativ­o e false fatturazio­ni per operazioni inesistent­i (tutti reati riconducib­ili al falso in bilancio) dovrebbe arrivare la richiesta di rinvio a giudizio. La Procura però rinuncerà all’appello contro la decisione del gip di non concedere le misure di custodia cautelare: i pm avevano chiesto l’interdizio­ne dalle cariche per Agnelli e altri dirigenti motivandol­a con il rischio di approvazio­ne di un altro bilancio falsato (e quindi reiterazio­ne del reato), esigenza venuta meno con le dimissioni del presidente. Intanto la strategia difensiva degli avvocati bianconeri prevede la richiesta di trasmetter­e gli atti da Torino a Milano, considerat­a procura competente in quanto si tratta di reati legati a una società quotata in Borsa. Una richiesta che gli inquirenti non sembrano intenziona­ti ad assecondar­e, per questo i legali del club e dei vertici societari valutano il ricorso alla Procura generale della corte di Cassazione.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy