Koulibaly, un gol per Ischia L’Ecuador ha solo rimpianti
L’ex napoletano realizza la rete decisiva e trascina gli africani I sudamericani spingono poco, di Caicedo il pari provvisorio
Naturalmente l’Ecuador si tormenterà per la vita chiedendosi che cosa sarebbe stato con Mendez e Valencia. Ma non avrà mai risposta. Parla soltanto il campo e dice che la grande illusione s’è spenta all’ultimo, sul più bello, tra le lacrime. Quando bastava un pari per andare agli ottavi. Ma non sono sufficienti come alibi sia l’assenza del regista Mendez, squalificato, motore inesauribile di tutte le azioni, sia la mancanza “virtuale” di Valencia, il goleador, in campo soltanto perché era un dentro o fuori, ma come se non ci fosse. L’Ecuador ha sbagliato proprio tutto: formazione, approccio difensivo, reazione confusa. Il Senegal ha giocato la sua miglior partita, dimostrando di essere, se vuole, proprio una bella squadra che ha tante soluzioni di gioco, un leader morale come Koulibaly, e la fantasia travolgente di Ismaila Sarr. Al 2-1 finale gli ecuadoriani crollano tutti versando lacrime disperate. Meritavano di battere l’Olanda, ma qui hanno compromesso immagine e classifica.
Errori Ecuador
La verità è che non arrivano segnali rassicuranti dal Sudamerica: il giorno prima anche l’Uruguay, pur dovendo vincere con il Portogallo, era entrato per difendere lo 0-0 ed è stato punito. Reazione confusa soltanto dopo aver subito il gol, ma i c.t. dovrebbero aver capito che in questo Mondiale chi prende il sopravvento vince. Concedere quei due, Mendez e Valencia, certo non è poco: improvvisamente il gioco si spegne e l’attacco non è mai pericoloso. Però mister Alfaro ci mette del suo. Cambia sistema di nuovo, inventandosi il 4-3-3 dopo il bel 4-4-2 del debutto e la difesa a tre vista con l’Olanda, ma sbaglia interpreti clamorosamente. Male i due nuovi centrocampisti, la mezzala Franco e il regista Gruezo. Viene anche tradito dall’attacco: se Valencia ha parecchie giustificazioni, Estrada è sperduto. Infine, è tradito dalle fasce di Preciado ed Estupiñan. In una parola: Ecuador irriconoscibile, mai mobile e psicologicamente fragile. Entrare per il pari è quasi perdere in partenza.
Che bel Senegal Probabilmente Cissé non si aspettava un favore così grosso, ma è chiaro che non aveva ragionato sul rivale, anche perché prevedere la formazione dell’Ecuador era un rompicapo. Il c.t. senegalese ha lavorato sulla sua squadra: ha avuto il coraggio di rinunciare alla doppia punta che aveva convinto contro il Qatar, confermando Dia ma lasciando in panchina Diédhiou. E poi ha scelto anche lui un sistema nuovo. Un 4-3-3 molto arioso, con le due mezzali (gli omonimi Idrissa e Pape Gueye) quasi schiacciate sulla linea del tridente, sempre in movimento, e sempre pronte a essere innescate. Velocità, verticalizzazioni improvvise e spinta creativa dalla fascia dove Sabaly sembrava il vero regista creativo e Ndiaye inarrestabile. Al centro Ciss dirigeva con ordine l’avvicinamento all’area. Niente di travolgente, ma la chiara impressione di una superiorità fisica e tecnica che presto sarebbe diventata gol. Succede verso la fine del primo tempo, sull’entrata in area di Sarr: bruciati i due centrali, Torres superato e Hincapiè che fa rigore. Sarr non sbaglia, 1-0.
Il ricordo di KK Kalidou al primo gol in nazionale E poi la dedica agli abitanti dell’isola alluvionata
Koulibaly per Ischia
Qui si vedono i limiti dell’Ecuador che senza Mendez va a scatti, ma non ha un progetto. Sebbene Alfaro rivoluzioni la squadra, con il vivace Sarmiento ad aggiungersi in attacco nel nuovo 4-2-3-1, e Cifuentes che dà ordine, cambia poco. L’aggressione è confusa. Il tentativo di replicare l’attacco in massa visto con il Qatar fallisce: gli esterni non fanno le ali e le punte esterne non incrociano. Valencia scompare e il gol del pari, al 23’ s.t., è solo una distrazione della difesa del Senegal su angolo: Caicedo segna, ma l’illusione fa più male perché, centocinquanta secondi dopo, su distrazione fotocopia in area dell’Ecuador, Koulibaly spara a botta sicura. Al 90’ il centrale che non ha mai dimenticato Napoli renderà omaggio alla popolazione di Ischia. Il suo 2-1 spedisce il Senegal agli ottavi. Dopo la falsa partenza, l’Africa si sta risollevando.