La Gazzetta dello Sport

LA SIGNORA SA GIÀ COME RISCATTARS­I DOPO I RIBALTONI

- Di ANDREA MASALA © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Ela chiamano sosta. Allegri e i suoi non fanno in tempo a partire per le vacanze o per il Mondiale che si ritrovano tutta un’altra Juve. La Signora non si limita ai ritocchini, il lifting è profondo. Con tutto il CdA va via Andrea, presidente pluridecor­ato con il 9-5-5: nove scudetti, cinque Coppe Italia e cinque Supercoppe. Zero titoli all’estero, però… Il cambio dà proprio l’idea dell’inversione di rotta, eppure c’è la sensazione di un qualcosa di già visto. Affiorano sfumature, spuntano corsi e ricorsi. Per dire: il nuovo ad Scanavino è tifoso granata, proprio come Giraudo, guarda il caso. Le rivoluzion­i si portano dietro, per definizion­e, una componente di imponderab­ile.

Sul campo, la Juve nelle ultime stagioni è stata già di per sé abbastanza irrequieta. Dopo gli scudetti di fila, la gestione di Andrea ha sofferto di discontinu­ità in panchina: prima Sarri, quindi Pirlo, poi ancora Allegri.

La sterzata attuale è netta, fa rumore ma non stupisce più di tanto. Proprio la Juve, dopo la gestione pluridecen­nale della bandiera Boniperti, dagli anni 90 non ha avuto mezze misure. Lo si è visto sin dal 1990-91, con l’avvento come plenipoten­ziario di Luca di Montezemol­o, che ha ballato una sola stagione, dopo il flop del campionato sotto la guida di Maifredi chiuso senza qualificar­si alle coppe. A seguire, la frettolosa restaurazi­one con Boniperti ad e Trapattoni richiamato a gran voce, con risultati però in chiaroscur­o. Stop, altra giostra, tutti giù nel 1994: largo ai fedelissim­i di Umberto: Giraudo ad, Moggi, direttore generale e Bettega vicepresid­ente. Parte il favoloso ciclo di Lippi, con il ritorno dopo nove anni allo scudetto e soprattutt­o la Coppa dei Campioni nel 1996. Mister

Marcello riesce a lasciare e a rientrare per rivincere, poi fa posto a Capello. Il ciclone Calciopoli nel 2006 travolge tutto: vertici juventini azzerati, squadra in B, purgatorio con Cobolli Gigli presidente, Montali, Tardelli e Secco nello staff dirigenzia­le, Blanc ad incaricato in primis di realizzare il progetto del nuovo stadio. Per uscire dalla routine di settimi posti in A e coppe di ripiego, gli Agnelli assestano un’altra poderosa scossa, alla faccia della linea morbida. C’è l’occasione d’oro per Andrea, figlio di Umberto, che da maggio 2010 sale al top delle gerarchie del club. Il ribaltone riporta grandi risultati non appena la squadra gioca nello Stadium nuovo di zecca: si

Il club bianconero è abituato a svoltare senza mezze misure e a rivincere subito

insediano il dg Marotta e il ds Paratici, nel 2011-12 Conte realizza il suo sogno, cioè diventa l’allenatore della sua squadra del cuore. Il lungo periodo dorato, con la Juve che in Italia lascia alle rivali le briciole, non va nemmeno stavolta in dissolvenz­a. Lunedì sera c’è stata un’altra centrifuga a pieni giri: nuovo salto verso territori vergini, tutti da scoprire. Il popolo juventino però non deve farsi prendere dall’ansia verso l’ignoto: anche dopo le ultime radicali svolte, la squadra è stata capace di ripartire e di non tradire il suo patrimonio genetico. Ci sarebbe anche il centenario della Famiglia: la Juve ha fretta di uscire dal grigiore, senza più nutrirsi soltanto di ingombrant­i ricordi. Altro giro, altra corsa, fino alla fine.

 ?? ?? Il trionfo in Champions Vialli alza con Torricelli e Di Livio la Coppa dei Campioni vinta dalla Juve nel 1996 con Lippi
Il trionfo in Champions Vialli alza con Torricelli e Di Livio la Coppa dei Campioni vinta dalla Juve nel 1996 con Lippi

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