La Gazzetta dello Sport

Orgoglio, intensità e tanto lavoro Così il Toro riparte Il piano Juric

Principi di sempre, nuove metodologi­e e spazio a sperimenta­zioni tattiche

- Di Mario Pagliara

Gli indizi erano già tutti lì, sparsi sulla strada che dall’Olimpico aveva riportato il Torino a casa. Dalla notte romana del 13 novembre alla mattina del 28 al Filadelfia, si può tracciare un filo immaginari­o che mette tutto insieme, aiuta a costruire una sintesi. Juric lo aveva raccontato, senza troppi misteri: «Durante la pausa cercheremo nuove strade di allenament­o». Vie nuove e metodologi­e innovative ispirate da modelli europei. Una porta aperta sul futuro, con un dogma al centro di tutto: lavoro e solo duro lavoro. È il punto da cui tutto è ripartito. Pervade pensiero, azioni e il metodo del Toro di Juric.

Martello Lunedì il Toro ha ripreso a correre, l’appuntamen­to si replicherà ogni mattina al Filadelfia. Davanti a sé Juric ha 6 settimane per ripresenta­re il 4 gennaio i granata in campionato. In mezzo ci sarà un ritiro in Spagna, a Murcia (partenza tra 8 giorni), e 4 amichevoli, contro 2 avversarie di Liga (Espanyol e Almeria) e 2 di Serie A (Cremonese e Monza): coefficien­te di difficoltà uniforme. Alla ripresa, i calciatori hanno ritrovato lo Juric di sempre: scrupoloso e attento. Fischietto e urla, indicazion­i e voce alta. È il solito martello. L’impostazio­ne non cambia, la regola è quella di sempre: andare ogni attimo ad alta intensità. Una seduta al giorno, fatta bene e su alte frequenze.

L’asticella

L’equazione base è andare al massimo al Filadelfia per correre in campionato. Accanto ai principi di sempre, Juric vi aggiunge qualcosina in più. In questo mese e mezzo, l’obiettivo sarà alzare ulteriorme­nte l’asticella negli allenament­i. «Abbiamo in testa tante idee - aveva detto Juric -. All’estero ci sono nuove metodologi­e che ci possono aiutare: vogliamo migliorare il lavoro di staff per alzare il livello degli allenament­i».

Gambe, testa e cuore

Ci vorrà tanta testa, serviranno gambe fresche per girare al massimo. Che saranno messe quotidiana­mente sotto pressione. Ma se ci sono due parole che spesso ricorrono nei dialoghi di Ivan Juric sono amore e cuore. «Ragazzi, lavoriamo con amore», è uno dei principi che appartengo­no allo Juric-pensiero. È la traduzione più sincera della sua impostazio­ne, di un metodo: sacrificio e passione, testa e cuore. Sudore e amore verso il proprio lavoro. Ce lo mette lui, lo pretende tutti i giorni dai calciatori. È la strada tracciata dal tecnico per continuare a coltivare grandi ambizioni. E per costruire qualcosa di ancora più bello.

Sperimenta­zioni

L’orgoglio di quanto si sta facendo è un’altra delle parole chiave. Pubblicame­nte, Juric lo ripete volentieri: «Sono orgoglioso del lavoro del gruppo, mi dimostrano sempre di avere una forte volontà di crescere». Juric vuole un Toro che sia sempre più orgoglioso rispetto a quanto costruisce con la fatica durante la settimana. Le prossime quasi sei settimane serviranno però anche a sperimenta­re. Non certamente un nuovo modo di giocare (l’identità del Toro è chiara), ma qualche variante al tema sì: approfondi­re la tenuta del falso 9 come opzione di scorta, provare una difesa a 4 con 3 trequartis­ti e un centravant­i, avviare un po’ di prove con il doppio attaccante. Focus sui movimenti d’attacco, dunque: là davanti Juric chiede di aggiungere all’orgoglio e all’intensità, la cattiveria. Per essere cinici e “spietati”, eccola l’ultima parola che mancava.

Durante la pausa cercheremo nuove strade di allenament­o per alzare il livello del lavoro

Ivan Juric Allenatore Toro

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