«LASCIO UN TEAM PRONTO A VINCERE» ORA CACCIA AL N°1 Ferrari, prima Mossa
Nel comunicato il saluto dell’a.d. Vigna Vasseur in pole, scelta «nel nuovo anno» Leclerc: «Grazie Mattia, anni intensi»
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a telenovela è terminata, tra la Ferrari e Mattia Binotto è finita. In un comunicato diramato alle 9.41 di ieri, la scuderia di Maranello ha ufficializzato la notizia che la Gazzetta aveva dato in anteprima sul proprio sito il 15 novembre, anticipando la conclusione del rapporto professionale. Non è stata «Una balla per fare uno scoop», non un «Binotto sempre più in bilico», né «Voci di taglio per Binotto». La Gazzetta aveva scritto «La Ferrari cambia, via Binotto», e così è stato. In via ufficiale il Cavallino ha accettato le dimissioni dell’ormai ex responsabile della Gestione Sportiva: «Ferrari annuncia di aver accettato le dimissioni di Mattia Binotto che il 31 dicembre lascerà il suo ruolo di Team Principal della Scuderia Ferrari».
Onore delle armi È in fondo un elegante e doveroso onore delle armi nei confronti di un uomo che è entrato a Maranello nel 1995 dopo la laurea in ingegneria e ne ha scalato i vertici, arrivando a dirigere la Squadra Corse più importante, quella di Formula 1. Una vita professionale dedicata con passione alla Ferrari, un grande impegno che meritava un’onorevole uscita di scena. Senza però dimenticare, come abbiamo più volte documentato e in questi giorni, che questo divorzio non è stato un rapporto di coppia andato in frantumi in meno di due settimane, il tempo trascorso dalla smentita formale del Cavallino alla nostra anticipazione e il comunicato di ieri. Può crollare in meno di due settimane il legame tra i vertici di una Scuderia come la Ferrari e il proprio team principal? Molto difficile crederlo. Anche perché dopo l’anticipazione, pubblicata nella settimana che portava la squadra ad Abu Dhabi per l’ultimo GP del 2022, Binotto, certo per compattare il team impegnato nella lotta per il 2° posto nelle classifiche Piloti e Costruttori, aveva negato “crisi di coppia”: «Non seguo le speculazioni, sento la fiducia del presidente e dell’amministratore delegato e la squadra è molto unita. Resterò al 100%? Non sta a me dirlo, ma sono rilassato e sono sempre stato aperto a un dialogo costruttivo con i vertici». Non erano esattamente le parole di chi stesse valutando le proprie dimissioni. Ma tant’è.
Il ringraziamento
Il Cavallino ha ringraziato Binotto per bocca dell’amministratore delegato Benedetto Vigna, l’uomo dell’innovazione scelto dal presidente John Elkann — forse non è un caso che nel comunicato ufficiale non ci siano sue parole? — per portare il prodotto Ferrari nel futuro dell’ibrido e dell’elettrico, ed evidentemente sempre più addentro anche alle questioni del team di Formula 1: «Desidero ringraziare Mattia per i suoi numerosi e fondamentali contributi nei 28 anni passati in Ferrari, e in particolare per la sua guida che ha portato il team ad essere di nuovo competitivo nella scorsa stagione. Grazie a questo, siamo in una posizione di forza per rinnovare il nostro impegno, in primo luogo per i nostri incredibili fan in tutto il mondo, per vincere il più importante trofeo nel motorsport. Tutti noi della Scuderia e nella più vasta comunità Ferrari auguriamo a Mattia tutto il meglio per il futuro». Sempre nel comunicato, le parole con cui Binotto si è congedato, rivendicando con orgoglio il lavoro svolto, non senza nascondere una punta di amarezza per questo epilogo: «Con il dispiacere che ciò comporta, ho deciso di concludere la mia collaborazione con Ferrari. Lascio un’azienda che amo, della quale faccio parte da 28 anni, con la serenità che viene dalla convinzione di aver compiuto ogni sforzo per raggiungere gli obiettivi prefissati. Lascio una squadra unita e in crescita. Una squadra forte, pronta, ne sono certo, per
ottenere i massimi traguardi, alla quale auguro ogni bene per il futuro. Credo sia giusto compiere questo passo, per quanto sia stata per me una decisione difficile. Ringrazio tutte le persone della Gestione Sportiva che hanno condiviso con me questo percorso, fatto di difficoltà ma anche di grandi soddisfazioni». Per il team principal uscente anche il messaggio via social di Leclerc, con cui i rapporti non sono sempre stati facili: «Grazie di tutto, Mattia. Abbiamo trascorso insieme quattro anni molto intensi, di grandi soddisfazioni e anche di momenti che ci hanno messo alla prova. La mia stima e il mio rispetto non sono mai venuti meno, e abbiamo sempre lavorato con tutta le dedizione per raggiungere gli stessi obiettivi. In bocca al lupo per tutto».
Bilancio in rosso Tre vittorie nel 2019, le ombre del caso power unit nello stesso anno. Quattro vittorie nel 2022, nessuna lotta fino all’ultimo per il campionato. Troppo poco per essere definito un trend di crescita e per meritare una riconferma. Quattro anni erano stati concessi al suo predecessore, Maurizio Arrivabene, quattro anni sono stati concessi a Mattia Binotto: in fondo c’è coerenza nel percorso. Perché alla Ferrari, pur apprezzando la continuità, si vuole fortemente tornare alla vittoria del titolo piloti che manca dal 2007. Tempo ne viene concesso, ma con dei limiti, ancora più stringenti per il futuro team principal. Il comunicato si conclude specificando che è ora iniziato il processo di ricerca che «dovrebbe concludersi nel nuovo anno». Frederic Vasseur resta il favorito, ma alla Ferrari ci vogliono pensare bene. Mister X avrà responsabilità e pressioni enormi. Ma vuoi mettere il fascino di provare a essere colui che riporterà il Mondiale a Maranello?
Silenzio Insufficienti le 7 vittorie in 4 anni Dal presidente Elkann nessun messaggio pubblico