La Gazzetta dello Sport

SALT BAE IL DIVO FRA BISTECCHE D’ORO E LA COPPA MONDIALE ORA LA FIFA SI INDIGNA

Inchiesta aperta sulla presenza in campo del celebre ristorator­e dopo la premiazion­e Ma anche Infantino è fra i suoi clienti vip

- Di Furio Zara

Asedici anni faceva il macellaio. A casa c’era bisogno di soldi, così abbandonò la scuola e cominciò a lavorare come garzone, tra carcasse di vitello e tacchini, frattaglie di agnello e spezzatini. Poi “Er Braciola” turco ha fatto carriera. A ventisette anni ha aperto il suo primo ristorante, a trentaquat­tro è diventato un divo-pop con un meme, sì, la “mossa del sale”. Tale genialata a uso e consumo della socialplat­ea consiste nello stringere tra le dita un residuo di sale, piegare il braccio, lasciare - con un plateale pigolio delle dita che il sale scivoli dalla punta delle dita all’avambracci­o, da qui nel piatto del cliente estasiato. Un trionfo, alla faccia delle più elementari regole dell’igiene. Ma tant’è: la scenetta ha fatto il giro del mondo. Una scemenza, perciò un successo planetario: questi sono i tempi che viviamo.

L’inchiesta Vita, condimenti e miracoli di Nusret Gökçe, turco di Erzurum, già celebre come Salt Bae. Salt: Sale. Bae: “Before anyone else”, cioè “Prima di chiunque altro”. È lui l’imbucato che posa accanto a Messi durante i festeggiam­enti dell’Argentina Campione del Mondo. È lui l’impavido che spara una mitragliat­a di selfie e addirittur­a - ah, lesa maestà - alza la Coppa del Mondo: un peccato di narcisismo che i social non gli hanno perdonato. Come sia finito in campo, rimane ancora un mistero buffo. La Fifa ha aperto un’inchiesta, anche se è bizzarro che lo chef-star sia un amicone del presidente, Gianni Infantino. Come nelle cronache criminali: la polizia brancola non nel buio, ma nel sughetto di carne. Per cautelarsi, la MLS l’ha bandito dalla finale Us Open Cup 2023.

La storia Come ci sia arrivato alla fama - invece è noto. Ha trasformat­o la cucina in una sorta di “Living Theatre”: il mio regno per un video su Tik-Tok. Pizzetto ispanico, capelli lunghi raccolti con la coda, inevitabil­i occhiali da sole tondi e neri, bocca perennemen­te piegata in un ghigno. Due tipologie di abbigliame­nto: o t-shirt bianca attillata o gessato grigio, con camicia bianca e cravatta: così è apparso a Doha, al fianco di Messi

La finale

Le foto con il trofeo e con gli argentini hanno svegliato, con molto ritardo, il governo del calcio e dei “campeones”. Salt Bae ha locali in mezzo mondo: ovviamente Istanbul, ma anche New York, Dallas, Miami, Abu Dhabi, Mykonos, un impero culinario per un totale di ventidue ristoranti sul pianeta terra. E nel 2023 potrebbe sbarcare a Milano, zona San Babila. Nella contabilit­à del gossip, tra un ragù e l’altro, gli risultano accreditat­i 13 figli, ma incredibil­mente nessuna donna mai compare al suo fianco, almeno sui social. Si sveglia tutte le mattine alle 6.30, fa palestra, poi ai fornelli e a curare le pubbliche relazioni. In un delirio di onnipotenz­a e di trash, qualche tempo fa - gennaio 2019 - nel suo ristorante di Dubai ha preparato una bistecca laccata d’oro a Frank Ribery. Scontrino da 1200 euro, non indignatev­i: era compreso il coperto. Con sommo sprezzo del pericolo, Ribery postò la foto, guadagnand­o in un attimo una vagonata di insulti social. C’era Salt Bae che sfilettava la bistecca, con gli occhiali da sole (ma si può?) e un Rolex in bella vista. Si noti: è l’unico chef al mondo che cucina con un Rolex al polso. Per la cronaca: in tre anni il prezzo della bistecca al sangue è aumentata, ora la “Golden Giant Tomahawk” costa 1700 euro, per la più economica invece non serve un mutuo: bastano 300 euro.

Gli amici L’uomo sa come farsi pubblicità. Nel 2018 il presidente del Venezuela Nicolas Maduro fu suo ospite a Istanbul. I post sull’evento (tutto è evento per Salt Bae) fecero scandalo: in Venezuela si moriva di fame, la mortalità dei bambini denutriti era aumentata del 30 per cento, l’inflazione aveva messo in ginocchio il paese e intanto Maduro si abbuffava come se non ci fosse un domani. Di recente ha fatto imbestiali­re i piloti di Formula 1, rendendo pubblica la spesa (160.000 euro) della cena offerta da Lewis Hamilton per l’addio di Sebastian Vettel al Circus. Verrebbe da dire: beviamoci sopra. Ma evitiamo i suoi locali: un cappuccino 24 carati costa 60 euro, compresa la panna montata: è quella che fa la differenza.

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