FUTURO AZZURRO CON I GIOVANI SAPPIAMO STUPIRE
uando si chiude un anno è tempo di bilanci e, fortunatamen te, per il nostro sport olimpico è un bilancio da super potenza. Mercoledì scorso la Gazzetta dello Sport ha orgogliosamente potuto titolare che l’Italia, 59 milioni di abitanti, è terza al mondo nel medagliere complessivo di tutti i Mondiali disputati nel 2022. Ci stanno davanti solo Stati Uniti (331 milioni di abitanti) e Cina (un miliardo e 443 milioni). Archiviato un 2022 brillante, che ha tenuto vivo il ricordo di un 2021 da film, l’Italia dello sport può adesso guardare al futuro con fiducia. Perché ci sono tanti giovani che hanno le qualità dei campioni. Nel tennis - in una stagione dove è mancato il salto di qualità di Jannik Sinner – ci siamo consolati con Lorenzo Musetti che, a 20 anni, si è portato a ridosso della top 20 nella classifica Atp. Nel 2022 ha vinto due finali contro Carlos Alcaraz (poi numero 1 del mondo) ad Amburgo e contro Matteo Berrettini a Napoli. Nell’atletica c’è un 17enne, Mattia Furlani, due volte oro nei campionati europei under 18: nel lungo con 8.04, primato continentale di categoria, e nell’alto con 2.15.
Nel nuoto ormai siamo una nazione guida anche a livello giovanile e ai Mondiali junior di Lima abbiamo vinto 20 medaglie, un record. I talenti abbondano e a dicembre ne è sbocciato un altro che nel 2018, in uno dei primi suoi primi interventi sui Social, citava Einstein: “Chi dice che è impossibile non dovrebbe disturbare chi ce la sta facendo”. Era il post di Paolo Conte Bonin che, a 20 anni, è già a buon punto: ai Mondiali in vasca corta di Melbourne a dicembre ha vinto l’oro nella 4x100 stile libero con il record del mondo e il bronzo nella 4x200 realizzando la frazione più veloce del quartetto azzurro. E poi la pallavolo che ha conquistato tutti e sei gli Europei giovanili del 2022: tre maschili (Under 18, 20 e 22) e tre femminili (Under 17, 19 e 21). Lorenzo, Mattia e Paolo sono tre nomi alla guida di un movimento giovanile che, secondo un recente studio della Banca Ifis, vale 30 miliardi di euro, l’1% abbondante del Pil nazionale. È un movimento che ama i suoi idoli perché la percentuale di follower ha una crescita esponenziale dopo una grande vittoria. Nel 2019 Jannik Sinner con il successo nella Next Gen è salito del 733%, Benedetta Pilato del 380% dopo l’argento mondiale nei 50 rana quando aveva 14 anni. Il tutto in un periodo dove Covid, guerra e crisi hanno fatto lievitare i costi per le famiglie: oggi indirizzare un figlio allo sport è un sacrificio importante. Anche perché c’è mancanza di impianti, un argomento vecchio quanto l’annoso dibattito sulla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina. Eppure nello sport sappiamo sempre stupire. Con il Coni, tipicità italiana al vertice del movimento. Con i tecnici affermati e quelli che, a volte, lavorano gratis. Con la competenza trasmessa dai campioni che restano nel loro sport per costruire le generazioni future. Con lo spirito di emulazione. Così l’azzurro d’Italia non si sbiadisce nei ricordi. È una storia che cambia eroi, si ripete ogni anno e piace sempre.
Da Musetti a Conte Bonin abbiamo una nuova generazione di fenomeni
Festa in staffetta Paolo Conte Bonin, 20 anni, a sinistra, festeggia con Alessandro Miressi l’oro nella 4x100 ai Mondiali in vasca corta