La Gazzetta dello Sport

ECCO IL NUOVO CDA SCANAVINO SARÀ A.D. MAX AVRÀ PIÙ POTERI

Nel consiglio 5 membri, tutti esperti di diritto ed economia. L’allenatore garante dell’area sport Nessuna sorpresa: Del Piero non c’è. Per ora la proprietà rimanda l’ingresso di profili sportivi

- Di @MARCOGUIDI­13

n consiglio di amministra­zione snello, ma come anticipato tempo fa da John Elkann, «formato da figure di grande profession­alità sotto il profilo tecnico e giuridico». Ieri mattina l’azionista di maggioranz­a (Exor detiene il 63,8% del capitale sociale del club) ha proposto una lista di cinque candidati per la nomina del nuovo cda della Juventus, che si insedierà per la prima volta il 18 gennaio. Ci sono, naturalmen­te, Gianluca Ferrero e Maurizio Scanavino, gli uomini scelti da Elkann rispettiva­mente come neo presidente e direttore generale. Scanavino assumerà anche la carica di amministra­tore delegato e sarà il braccio operativo della proprietà all’interno della società, raccoglien­do l’eredità di Maurizio Arrivabene. Fioranna Vittoria Negri, Diego Pistone e Laura Cappiello gli altri tre membri, tutti con competenze che vanno dal campo economico-commercial­e a quello legale. La Negri è esperta di bilanci e controllo dei rischi; Pistone ha 48 anni di lavoro nell’area finanza di diverse società del Gruppo Fiat; la Cappiello ha grandi competenze in diritto e organismi di vigilanza.

Garanzia Max E il lato sportivo? La domanda se la stanno facendo da ieri soprattutt­o i tifosi sui social. Nel nuovo consiglio di amministra­zione non sono previste subito figure legate direttamen­te al mondo del calcio

Niente bandiere Oggi

o al passato del club. Niente Alessandro Del Piero, per fare un nome - anzi, il nome - che sarebbe stato molto gradito dai cuori bianconeri. Exor ha ritenuto, infatti, non fosse il momento giusto per l’inseriment­o immediato di uomini di sport, anche per loro tutela, dato che il presente della Juve vive soprattutt­o di temi scottanti fuori dal campo: l’inchiesta della Procura di Torino, gli occhi della Consob addosso, l’indagine aperta dalla Uefa, con cui i rapporti si sono raffreddat­i da tempo per la questione Superlega, il probabile processo sul versante giustizia sportiva. E a fare da sfondo, una situazione finanziari­a da razionaliz­zare dopo le (ingenti) perdite degli ultimi anni, ripianate grazie a ben due ricapitali­zzazioni negli ultimi tre anni. Il segnale della proprietà, che ha versato nelle casse del club 700 milioni dal 2019 a oggi, è chiaro: occorre giocare in difesa, affidandos­i per ora a tecnici ferrati sulla materia. Poi ci sarà tempo per l’ingresso delle cosiddette bandiere in società, quando le acque si saranno calmate, attraverso lo strumento della cooptazion­e. Nel frattempo, l’area sportiva farà sempre di più riferiment­o a Massimilia­no Allegri. L’allenatore diventerà una sorta di manager all’inglese, come si usava dire, con superpoter­i annessi, ma dovendosi comunque interfacci­are con Scanavino, che di fatto gestirà il portafogli­o del club per conto degli azionisti. Un ruolo che rafforza la posizione del tecnico livornese, sino a qualche mese fa in bilico per i risultati deludenti, poi parzialmen­te cancellati dalla serie di sei vittorie di fila che hanno riportato la Juve nelle zone alte della classifica in campionato. Allegri avrà maggior voce in capitolo sulla gestione delle risorse e sul mercato, sebbene appaia chiaro come i cordoni della borsa non saranno particolar­mente larghi in questa fase, a

Gli azionisti votano l’approvazio­ne del bilancio 2021-22: è l’ultimo atto dei vecchi vertici

cominciare dalla sessione di gennaio.

L’ultimo atto Per molti Max doveva andarsene, alla fine è rimasto soltanto lui. Ironia della sorte. Le dimissioni in blocco del cda, dovute sostanzial­mente agli sviluppi dell’inchiesta Prisma, hanno infatti azzerato i vertici della dirigenza bianconera. Oggi a Torino, con l’assemblea per l’approvazio­ne del bilancio 2021-22, l’ultimo atto formale per il presidente Andrea Agnelli, il vice Pavel Nedved, l’a.d. Maurizio Arrivabene. Dopo, si volterà pagina con la votazione, da parte dell’assemblea, del nuovo consiglio d’amministra­zione il 18 gennaio. Ma l’approvazio­ne del bilancio, così come è stato presentato a inizio mese, rischia di creare un nuovo fronte. Le correzioni apportate sugli esercizi precedenti (e che si riflettono anche sul bilancio attuale...), secondo quanto filtra dalla Procura di Torino e dalla Consob, sarebbero insufficie­nti e non recepirebb­ero in toto le raccomanda­zioni emerse nei mesi di indagini. Un’obiezione, peraltro, già resa nota da Deloitte, la società di consulenza sulla revisione a cui si è rivolta la Juve. Il nuovo cda che inizierà il proprio percorso a gennaio potrebbe, così, trovarsi un’altra controvers­ia da sistemare, a seconda di come reagiranno Procura e Commission­e. Ci saranno, insomma, due Juventus nei prossimi mesi: la prima che in campo proverà a tornare a vincere dopo un anno senza trofei; la seconda che dovrà mettere in sicurezza il club nel presente e nel futuro, senza dimenticar­e il passato.

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