La Gazzetta dello Sport

ALLA “NUOVA” JUVE SERVONO ORGOGLIO E FORZA DI REAZIONE

- Di ALESSANDRO VOCALELLI © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Ecosì è nata ufficialme­nte la “nuova” Juve, con la lista presentata da Exor dei cinque componenti del nuovo Consiglio d’Amministra­zione. Non ci sono uomini di sport, almeno per ora, ma un governo tecnico che - nei suoi profili spiega bene e, senza troppo spazio all’interpreta­zione, quale sarà il suo ruolo, il suo compito. Commercial­isti di primissimo livello, esperti di finanza e di diritto, per affrontare le tre partite - l’unica concession­e al gergo sportivo - neppure troppo all’orizzonte: con la Procura di Torino, con la Procura Federale e con l’Uefa. Saranno giorni, mesi, impegnativ­i e la strategia è chiarissim­a: da una parte i nuovi dirigenti, che dovranno occuparsi dell’extra campo, dall’altra lo staff tecnico e la squadra che dovranno affrontare una sfida strettamen­te calcistica. D’altronde ci ha pensato il direttore generale e amministra­tore delegato, Maurizio Scanavino, a incontrare pochi giorni fa il tecnico e i giocatori per spiegare che i due impegni andranno perfettame­nte in parallelo.

E ribadire che i programmi del club non cambiano, così come le ambizioni bianconere. La palla passa dunque ad Allegri, che - in un perimetro allargato, da manager più ancora che da allenatore - avrà il compito di guidare e isolare il gruppo. Ma tutto quello che succede intorno - con le Procure al lavoro e le novità che si rincorrono ogni giorno - quanto influenzer­à sul suo lavoro e come impatterà sul rendimento tecnico? È la domanda più gettonata e in tanti aspettano la ripresa del campionato - poco più di una settimana e si tornerà in campo con la Cremonese - per valutare la reazione. Finiranno i calciatori per avvertire il peso di una situazione così delicata? Certo, anche nel calcio - come in tutte le attività - è difficile fare previsioni certe. A volte - facendo ricorso a un po’ di retorica - è bastato un ciuffo d’erba per cambiare il corso degli eventi. Figuriamoc­i quando entrano in ballo interessi generali e personali, stati d’animo ed emotività. Ma di sicuro non c’è letteratur­a che imponga o indichi uno stato particolar­e di preoccupaz­ione. Anzi, è esattament­e il contrario verrebbe - neppure troppo paradossal­mente - da dire. La storia dello sport è fatta di imprese particolar­i in condizioni delicate, difficili, quando i nervi sono messi a dura prova; così come nel calcio non mancano esempi illuminant­i in questo senso. Sarà - per parafrasar­e Mourinho in una delle sue espression­i più forti - il rumore dei nemici? Sarà quel senso di unione e compattezz­a che, in un clima vero o presunto di assedio, finisce per compattare tutti? Sarà, più sempliceme­nte, quel senso di profession­alità che ti suggerisce, anzi ti impone, di impegnarti e concentrar­ti soltanto sulla tua mission? Fatto sta che, anche a livello di Nazionale, abbiamo dato il massimo nell’82 e nel 2006: vincendo il titolo, puntando forte sul gruppo e sul carattere; e forse anche sulla scia di quelle battaglie che si stavano consumando o si erano appena consumate fuori dal campo. E anche chi credeva che la stessa Juve, per restare in tema e non andare troppo lontano, avrebbe faticato a compattars­i dopo Calciopoli - si sarebbe sfarinata - è rimasto profondame­nte deluso. I bianconeri riuscirono infatti a riprenders­i il loro legittimo posto in serie A dopo appena pochi mesi stringendo un patto di ferro tra senatori e

Quanto peseranno i problemi societari? La storia dello sport è piena di imprese memorabili fatte in momenti difficili

giovani - e nel giro di pochi anni ad inaugurare il ciclo di scudetti più straordina­rio che si sia mai visto in Europa. Perché, e non c’entra solo la fisica, è fondamenta­le la forza di reazione. La sensazione, dunque, è che le tre partite da giocare fuori dal campo, non inciderann­o affatto sul rendimento della squadra. Anzi. D’altronde il calcio è un bazar di slogan e frasi fatte: dal progetto al “daremo il massimo”.

E poi l’orgoglio, già l’orgoglio: quante volte

- e spesso a sproposito - è stato evocato? Ecco, stavolta sì che la parola ci sta bene.

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 ?? ?? Fare gruppo Un abbraccio di giocatori della Juve dopo un gol: per i bianconeri in questo periodo sarà fondamenta­le la capacità di restare uniti e compatti.
Fare gruppo Un abbraccio di giocatori della Juve dopo un gol: per i bianconeri in questo periodo sarà fondamenta­le la capacità di restare uniti e compatti.

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