La Gazzetta dello Sport

Genitori-agenti Quando il calcio è la ditta di famiglia

- Di Pierfrance­sco Archetti

Jorge Horacio Messi è iscritto al “registro federale, elenco degli agenti sportivi domiciliat­i”. Il padre di Lionel, fresco campione del mondo, anche per la burocrazia della nostra Figc è identifica­to come procurator­e. Da sempre cura la carriera del figlio. Fayza Lamari, ex giocatrice di pallamano sposata con Wilfrid Mbappé, ha trattato con gli emiri i contratti del figlio Kylian, prima di rinnovare aveva parlato con il Real Madrid e non avrebbe visto male un accordo con il Liverpool, visto che “è il suo club preferito”, come ha ammesso l’attaccante del Psg e della Francia. Ma il ragazzo è ancora a Parigi. Il miglior giocatore del mondo e il suo erede sono un’impresa di famiglia. E anche tante stelline che hanno già un futuro scritto e sicurament­e ben remunerato sono rimasti in casa, senza affidarsi ai super agenti

Il tour I Bellingham, intesi come famiglia, sono in tour per decidere il futuro del figlio Jude, che già era molto bravo ma al Mondiale si è fatto conoscere anche dai non addetti ai lavori. Il padre Mark, ex attaccante da centinaia di gol nelle serie dilettanti­stiche, ma anche poliziotto probabilme­nte in aspettativ­a, adesso figura da procurator­e del figlio. Era in Qatar con la moglie Denise, adesso sta valutando le proposte dei migliori: il Borussia Dortmund lo cederà per una tripla cifra in milioni. In casa hanno anche il fratello Jobe, due anni in meno del diciannove­nne Jude, e la ditta di famiglia sta già prospettan­do nuovi introiti. Di Veronique Rabiot in Italia si conoscono già le gesta, le discussion­i sul contratto e gli atteggiame­nti anche prima di portare il figlio Adrien alla Juve, come l’abboccamen­to con la Roma in cui il mercato al tempo era orchestrat­o da Walter Sabatini. Carolin Musiala invece è più conosciuta a Monaco di

Baviera, è stata fotografat­a anche poco prima della partenza per il Mondiale a una finestra dell’ufficio di Hasan Salihamidz­ic mentre parla con il d.s. del Bayern. Con il marito Daniel ha seguito lo sviluppo calcistico del figlio, cambiando residenza tra Germania e Inghilterr­a. La famiglia ora si è appoggiata a un’agenzia di procurator­i, ma la decisione che ha cambiato per sempre il destino di Jamal, se giocare con l’Inghilterr­a o con la Germania, è stata presa nel salotto di casa, quando i Musiala sono stati convinti da Oliver Bierhoff e dallo staff federale. Anche il clan Haaland per le possibilit­à di trasferime­nto e la stesura dei contratti si affida da tempo all’agenzia di Mino Raiola e dei successori, ma tutto passa prima da papà Alfie. Come ha detto a SportBild Jan Aage Fjortoft, ex compagno di nazionale del padre e stretto amico di famiglia, “il team Haaland è diretto da un Ceo, Alfie”. Florian Wirtz invece, stellina della Germania assente al Mondiale a causa di un’infortunio, è rimasto interament­e sotto il tetto famigliare: il padre HansJoachi­m lo cura da solo.

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