Genitori-agenti Quando il calcio è la ditta di famiglia
Jorge Horacio Messi è iscritto al “registro federale, elenco degli agenti sportivi domiciliati”. Il padre di Lionel, fresco campione del mondo, anche per la burocrazia della nostra Figc è identificato come procuratore. Da sempre cura la carriera del figlio. Fayza Lamari, ex giocatrice di pallamano sposata con Wilfrid Mbappé, ha trattato con gli emiri i contratti del figlio Kylian, prima di rinnovare aveva parlato con il Real Madrid e non avrebbe visto male un accordo con il Liverpool, visto che “è il suo club preferito”, come ha ammesso l’attaccante del Psg e della Francia. Ma il ragazzo è ancora a Parigi. Il miglior giocatore del mondo e il suo erede sono un’impresa di famiglia. E anche tante stelline che hanno già un futuro scritto e sicuramente ben remunerato sono rimasti in casa, senza affidarsi ai super agenti
Il tour I Bellingham, intesi come famiglia, sono in tour per decidere il futuro del figlio Jude, che già era molto bravo ma al Mondiale si è fatto conoscere anche dai non addetti ai lavori. Il padre Mark, ex attaccante da centinaia di gol nelle serie dilettantistiche, ma anche poliziotto probabilmente in aspettativa, adesso figura da procuratore del figlio. Era in Qatar con la moglie Denise, adesso sta valutando le proposte dei migliori: il Borussia Dortmund lo cederà per una tripla cifra in milioni. In casa hanno anche il fratello Jobe, due anni in meno del diciannovenne Jude, e la ditta di famiglia sta già prospettando nuovi introiti. Di Veronique Rabiot in Italia si conoscono già le gesta, le discussioni sul contratto e gli atteggiamenti anche prima di portare il figlio Adrien alla Juve, come l’abboccamento con la Roma in cui il mercato al tempo era orchestrato da Walter Sabatini. Carolin Musiala invece è più conosciuta a Monaco di
Baviera, è stata fotografata anche poco prima della partenza per il Mondiale a una finestra dell’ufficio di Hasan Salihamidzic mentre parla con il d.s. del Bayern. Con il marito Daniel ha seguito lo sviluppo calcistico del figlio, cambiando residenza tra Germania e Inghilterra. La famiglia ora si è appoggiata a un’agenzia di procuratori, ma la decisione che ha cambiato per sempre il destino di Jamal, se giocare con l’Inghilterra o con la Germania, è stata presa nel salotto di casa, quando i Musiala sono stati convinti da Oliver Bierhoff e dallo staff federale. Anche il clan Haaland per le possibilità di trasferimento e la stesura dei contratti si affida da tempo all’agenzia di Mino Raiola e dei successori, ma tutto passa prima da papà Alfie. Come ha detto a SportBild Jan Aage Fjortoft, ex compagno di nazionale del padre e stretto amico di famiglia, “il team Haaland è diretto da un Ceo, Alfie”. Florian Wirtz invece, stellina della Germania assente al Mondiale a causa di un’infortunio, è rimasto interamente sotto il tetto famigliare: il padre HansJoachim lo cura da solo.