La Gazzetta dello Sport

Titoli di coda

AGNELLI: «DIMISSIONI NON FACILI MA LA JUVE VIENE PRIMA DI TUTTO» L’ex presidente agli azionisti: «Scelta serena e convinta» Il 18 gennaio l’ultimo saluto con la nomina del nuovo Cda

- Di Marco Guidi INVIATO A TORINO

«Fino alla fine». Con queste parole dense di juventinit­à Andrea Agnelli ha chiuso il suo discorso d’introduzio­ne all’assemblea degli azionisti del club bianconero, che ieri ha approvato con oltre il 99% delle adesioni il bilancio 2021-22 e le piccole correzioni sui due esercizi precedenti, fatte per accogliere (in modo solamente parziale) alcuni dei rilievi sollevati dalla Consob. Già, la fine. Quella della presidenza Agnelli è cosa assodata, dopo le dimissioni in blocco del cda il 28 novembre. Il 18 gennaio Andrea aprirà di nuovo l’assemblea allo Stadium, ma sarà l’ultima volta. La sua era, durata oltre 12 anni e addobbata da ben 19 trofei (limitandoc­i alla prima squadra maschile), è chiusa. Si attende solo l’atto formale del passaggio alla presidenza di Gianluca Ferrero, insieme alla votazione sul nuovo consiglio d’amministra­zione, sempre il 18 gennaio, quando Agnelli farà ulteriori «riflession­i più approfondi­te», come anticipato ieri.

Il bene della Juve Anche ieri, però, Andrea ha ribadito come il suo addio sia un atto dovuto nei confronti del club, dopo gli ultimi sviluppi dell’inchiesta Prisma della Procura di Torino. «Ho ritenuto adesso opportuno fare un passo indietro, per evitare che, ove avessi proseguito nel mio ruolo, si potesse anche solo pensare che le scelte o le azioni che dovranno essere assunte da qui in avanti fossero anche solo in parte condiziona­te dal mio personale coinvolgim­ento in alcune delle vicende che la società si trova a dover affrontare. La Juventus, quindi, viene prima di tutto e di tutti». Un gesto d’amore, almeno nella versione di Agnelli, che è fonte di sofferenza personale. «È evidente che la decisione di rimettere la carica di presidente della Juventus non è stata una denel cisione facile per me, che oltre ad aver sempre amato i colori di questo club, mi sono in tutti questi anni impegnato al massimo delle mie possibilit­à per raggiunger­e i risultati che abbiamo ottenuto, sia sul campo che fuori dal campo».

Difesa Le dimissioni, sempre nell’Agnelli pensiero, non sono però una resa. Anzi, il presidente va all’attacco quando si parla del suo operato, rivendican­done non solo la bontà, ma anche la regolarità. «La società è oggi chiamata a difendere la propria posizione contesto di alcune iniziative assunte nei suoi confronti e su cui non mi dilungo, perché sono note a tutti i presenti. Io personalme­nte, così come peraltro tutti i componenti del nostro consiglio di amministra­zione, sono fermamente convinto che il club abbia operato bene in questi anni e che i rilievi che sono stati sollevati nei nostri confronti non siano giustifica­ti. In ciò siamo confortati anche dalle approfondi­te analisi condotte in queste settimane da profession­isti ed esperti indipenden­ti che hanno rilasciato appositi pareri a conferma della piena correttezz­a dell’operato del nostro consiglio. Ciononosta­nte, la società dovrà continuare nel percorso avviato per tutelare gli interessi del club e per dimostrare in ogni sede le sue buone e legittime ragioni». Quest’ultimo concetto è stato ribadito anche da altri due indagati, l’a.d. Maurizio Arrivabene e il Chief Corporate & Financial Officer Stefano Cerrato, cominciand­o dall’udienza alla Corte d’Appello della Figc prevista per il 20 gennaio a Roma sul caso plusvalenz­e.

Serenità Come evidenziat­o anche da qualche piccolo azionista non certo tenero con la sua presidenza, Andrea in assemblea si è dimostrato tranquillo, persino sorridente. Agnelli sottolinea come siano arrivate senza forzature esterne, come adombrato da molti. «Sono stati anni straordina­ri, nei quali ho avuto l’onore di presiedere questa società; tuttavia, la mia è stata una decisione che ho assunto in modo del tutto convinto e in piena serenità», spiega l’ormai (quasi) ex presidente. Non è ancora chiaro cosa gli riserverà il futuro. Quello della Juve, invece, partirà presto con Ferrero e Scanavino, presente in platea. «Fin d’ora vorrei fare il mio più grande in bocca al lupo al presidente designato Gianluca Ferrero e all’amministra­tore delegato designato Maurizio Scanavino», il messaggio beneaugura­nte di Andrea. Che anche da lontano, resterà un cuore bianconero. Questo sì, fino alla fine.

Mi sono impegnato al massimo sia sul campo che fuori e sono stati anni straordina­ri di vittorie

Per spirito di servizio e amore di questi colori, ho deciso di fare un passo indietro

La società dovrà tutelare gli interessi e dimostrare in ogni sede le sue buone e legittime ragioni Andrea Agnelli

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