JUVE SI VOLTA PAGINA BASTA CON LE ICONE PUNTIAMO SUI GIOVANI
Pogba ha postato, in queste ore, una bella fotografia scattata sulle nevi di Saint Moritz, dove ha trascorso le vacanze di Natale. Nulla da eccepire, ne aveva diritto. Come tutti. Ma esiste una dimensione che non viene normata, non è inscritta nelle regole contrattuali, ma investe la sensibilità e l’attenzione di ciascuno, specie dei più fortunati, per la loro comunità. Pogba finora non ha mai messo piede in campo a causa di un infortunio e della sua decisione di affrontare l’incidente in un certo modo, credo diverso da quello auspicato dalla società. La Juventus ha speso fin qui, per il suo ingaggio, 5,24 milioni di euro, senza vederlo mai calcare i campi da gioco e Allegri ha detto recentemente che non sa quando questo accadrà. Dunque, pur essendo chiaro che Pogba ha tutto il diritto di festeggiare il Natale come crede e che l’incidente, diversamente dalla scelta di cura, non è colpa sua, resta un profilo di sensibilità e di rispetto. Rispetto per i compagni e i tifosi che lo immaginano impegnato a cercare di recuperare alla Continassa e per la società che, negli stessi giorni, sta attraversando uno dei momenti più difficili della storia. Impegnata su tre fronti processuali - Figc, Uefa, giustizia ordinaria - la società ha cambiato tutti i vertici e approvato un bilancio difficile.
Si è chiusa una stagione che non ha paragoni nella storia del calcio italiano. Nove scudetti guadagnati tutti sul campo, con una superiorità tecnica e societaria che ha avuto, nella nascita dello stadio e nella gestione di tre diversi allenatori vincenti, la sua riprova. Ora l’ultima fase di quel ciclo straordinario è sotto la lente di quei tre livelli di valutazione esterni. Le loro decisioni peseranno profondamente sul futuro della società e della squadra. La natura puramente giuridico-finanziaria delle scelte compiute per le cariche più rilevanti nella Juventus fa capire che la priorità è, giustamente, evitare il peggio dal punto di vista delle conseguenze che possono derivare sul piano giudiziario alla società e ai suoi vecchi vertici e, sul piano sportivo, arginare i rischi, in termini di penalizzazioni nel campionato nazionale ed esclusioni possibili dalle coppe europee, che possono pesare su squadra e tifosi.
La società, che si attrezza per una fase in cui i processi peseranno non meno dei risultati raggiunti in campo, deve però tenere viva, comunque, la propria tensione per raggiungere i migliori risultati possibili in una stagione davvero terremotata.
Per questo, al fianco della giusta decisione di affidare a Allegri più ampie responsabilità sul piano tecnico, ci vorrà una figura che funzioni da tramite certo tra società, allenatore, squadra, tifosi. Una figura di garanzia che per la sua storia e il suo prestigio interno e internazionale, possa costituire una polizza di fiducia e garanzia. Credo che i tifosi, e forse il calcio italiano, si aspettino anche che la Juve torni ad essere levatrice di una nuova leva di calciatori italiani. Oltre i parametri zero, spesso demotivati, rotti, causa di costosi ingaggi, magari di scarsa qualità; oltre le confuse operazioni condotte con l’occhio più alle plusvalenze per il bilancio che al campo, è giusto investire alla ricerca di talenti nazionali e di giovani stranieri da scoprire e valorizzare. Kean, Miretti, Iling Jr., Barbieri, Rovella, Ranocchia, per dire quelli già presenti in casa o dintorni, sono investimenti che valgono il futuro. La Juve non ha bisogno di icone da esporre, si conosce la sua grandezza. Cabrini, Tardelli, Rossi, Gentile, Conte, Bettega, Causio, Scirea… non venivano dal Real Madrid
La società sta vivendo giorni difficili: si è chiusa una stagione che non ha nessun paragone nella storia del calcio italiano
ma dall’Atalanta o dal Como o dagli insegnamenti di calcio di Pedrale o Rabitti, i tecnici delle giovanili di allora. Da ieri si è voltata pagina. Se si vuole che, nel tempo, si possano raggiungere risultati che restituiscano l’orgoglio vissuto in questi anni di presidenza di Andrea Agnelli credo che, al fianco del profilo giuridico, ci voglia attenzione alla sfera tecnica, al vivaio, ad acquisti stranieri che siano di giovani e di qualità. Insomma: meglio Ounahi che Ramsey, meglio Fagioli che Arthur. Meglio un ciclo da impostare che un declino da amministrare.