JANNIK SCORDA I GUAI «ADESSO MI MERITO UN 2023 BELLISSIMO» Il Sinner che ver Rà
Dopo un 2022 di alti e bassi, l’azzurro rilancia «Ci sono stati cambiamenti e infortuni, ma anche gioie come i quarti negli Slam: riparto da lì»
Ifrancesi lo hanno definito "la delusione tennistica del 2022" ma a Jannik Sinner di quel che pensano gli altri si interessa il giusto. Il suo credo è sempre lo stesso: «Lavorare e migliorare». Testa dura, da uomo di montagna, il suo habitat naturale, dov'è tornato per una manciata di giorni di vacanza prima di partire per Adelaide dove è appena arrivato e da dove dal 2 gennaio inizierà la sua stagione. Quella del rilancio, della ripartenza dopo un 2022 che avrebbe dovuto essere di consacrazione, ben più in alto del numero 15 al mondo in cui si ritrova ora.
Australia decisiva «Un 2023 bellissimo», è quello che si augura, per il suo tennis e per tutti quelli che lo seguono: «Sento molto l'amore della gente, per me è importante e lo è stato anche nei momenti un po' più difficili. È bello vedere finalmente la gente ai tornei, i bambini che vengono a sostenermi. È importantissimo, anche perché spero che vedendomi in campo gli venga voglia di scegliere il tennis». In Australia Jannik ha sempre vissuto momenti chiave della carriera: nel 2021 a Melbourne ha conquistato (nel derby in finale con Travaglia) il primo dei quattro titoli di una stagione che lo ha proiettato per la prima volta in top 10. Nella stessa città ha conquistato per prima volta i quarti Slam sul cemento, dopo quelli sulla terra parigina del 2020 contro Nadal. E in Australia, l'azzurro, ha anche maturato la decisione di abbandonare il nido di Riccardo Piatti a Bordighera per affidarsi a Simone Vagnozzi. Una scelta difficile, soprattutto emotivamente per lui che aveva lasciato la Val Pusteria a 14 anni per sistemarsi sulla riviera ligure dove è diventato uno dei tennisti più forti al mondo. Ora dall'Australia cerca nuove risposte dopo gli aggiustamenti fatti nella off season con la sua squadra.
Nessun rimpianto
Sinner è carico, il 2022 è quasi alle spalle e lui non si lamenta di quel che ha passato, ma guarda avanti consapevole di aver fatto tutto per bene, secondo la sua filosofia: «È ovvio che avrei preferito essere più in alto in classifica, ma quello che sta finendo è stato un anno con alti e bassi, un anno di grande cambiamento - ci racconta poco prima di prendere il volo per l'altra parte del mondo -. Ho subito qualche piccolo infortunio durante tornei importanti, ma sarebbe ingiusto soffermarsi soltanto sui momenti negativi. C'è anche del buono in questo anno un po' travagliato». La crescita sull'erba, ad esempio, è tra i passi avanti più importanti della carriera di Sinner: «Sarebbe sbagliato non considerare bei risultati i quarti a Melbourne, Wimbledon e a New York. Quelli sono momenti da ricordare e da cui partire per migliorare ancora». E le due vittorie su tre contro Carlos Alcaraz, battuto sui prati di Londra e subito dopo sulla terra rossa di Umago, in una finale che il ragazzo dell'Alto Adige ha dominato. Certo, il terzo incrocio è stato quello più doloroso, con il k.o. ai quarti dello Us Open dopo cinque ore di battaglia. Un match che l'Atp ha votato come il più bello della stagione. Benzina sul fuoco delle sue motivazioni.
La famiglia Sinner, fermo dal primo turno di Parigi Bercy per un infortunio alla mano destra che lo ha costretto a saltare anche le finali di Davis, ha lavorato
molto duramente sia sulla parte atletica che su quella tecnica nelle tre settimane di preparazione invernale, tra Montecarlo e Alicante sotto gli occhi di Simone Vagnozzi e di Darren Cahill, il supercoach australiano entrato nello staff poco prima del torneo di Wimbledon: «È stato un lavoro duro, ma è l'unica cosa che conta in questo momento. Non ho mai avuto paura della fatica e del lavoro, è un atteggiamento che ho imparato dalla mia famiglia. Farò di tutto per continuare così e raggiungere tutti gli obiettivi che mi sono posto insieme al team». La famiglia resta un punto di riferimento fondamentale, così come la natura che lo rimette in pace col mondo e lo ricarica delle migliori energie: «È stato molto importante trascorrere il Natale con i miei genitori, con mio fratello. Vedere gli amici, riconnettermi con le radici. E non è stato male nemmeno concedersi qualche cena golosa dopo aver faticato tanto nella off season...». Tranquilli, Sinner non è ancora sazio.