L’atterraggio di Djokovic a un anno dalla cacciata
Questa volta è entrato in punta di piedi. Forse per scaramanzia, forse perché sapeva che il suo arrivo avrebbe fatto rumore. Nessuna foto, nemmeno un post sui social per Novak Djokovic che ieri è atterrato sul suolo di Adelaide. Così riferiscono i media australiani citando fonti vicine al team del serbo. Un anno dopo il pasticcio di Melbourne, quando da non vaccinato l'ex numero 1 al mondo aveva provato ad entrare in Australia con esenzione medica per la guarigione dal Covid, il clima è cambiato. E soprattutto sono cambiate le regole: anche chi non si è immunizzato contro il coronavirus, ora, può varcare i confini australiani.
L'onta di gennaio
Nole, dopo un lungo interrogatorio da parte della polizia di Melbourne, era stato trasferito in un hotel per immigrati irregolari, tra scarafaggi e cibo scaduto, senza la possibilità di allenarsi. Dopo circa dieci giorni da recluso, la corte dello Stato di Victoria gli aveva concesso la possibilità di andare in campo e prepararsi per l'Australian Open, ma sub iudice. Tra cause e ricorsi, il serbo era stato rispedito a casa con tre anni di bando dal suolo australiano. «Mi sono sentito umiliato», dirà. Quello era stato solo l'inizio di una stagione complicata, in cui il serbo è stato rifiutato da diversi tornei (compreso lo Us Open) per il suo status di non vaccinato. Ma quei pochi a cui ha partecipato li ha portati a casa, compresi Wimbledon (senza punti per il bando di russi e bielorussi) e le Nitto Atp Finals di Torino, alle quali si era qualificato pur giocando molto poco.
Ripartenza Dal torneo di Adelaide, dove ricomincerà la stagione anche Jannik Sinner, Djokovic prenderà la rincorsa per la conquista del 10° Australian Open della carriera, che lo porterebbe a quota 22
titoli dello Slam, alla pari con Rafa Nadal. Un doppio obiettivo che rende il serbo, se possibile, più pericoloso. «Ancora una volta penso che sarà lui l'uomo da battere - ha detto Craig Tiley, numero 1 di Tennis Australia -. Ha finito il 2022 giocando il miglior tennis, vuole raggiungere il record di Rafa e ha l'obiettivo di essere il più grande di tutti i tempi». Nole, che aveva ammesso qualche giorno fa di essere un po' preoccupato dell'accoglienza che potrebbe riservargli il pubblico australiano, molto critico lo scorso anno nei suoi confronti. Dalla sua parte invece si era schierato Nick Kyrgios, contrario al trattamento riservato al serbo contro cui, qualche mese dopo, avrebbe giocato la finale di Wimbledon. La novità dell'ultimo momento arriva proprio dal bad boy di Canberra che a sorpresa ha annunciato sui social: «Se Nole sarà ammesso a giocare negli Usa, io e lui parteciperemo al torneo di doppio insieme. Siete pronti?». Non si aspetta altro.
Se Nole potrà giocare negli Stati Uniti, faremo il doppio insieme