La Gazzetta dello Sport

STRAPPI SCUDETTO ZIELINSKI...

DA ALLA QUANTE STORIE DI “CORI ‘NGRATI” E ADESSO Zoff e Altafini i primi a fare il grande passo Higuain ferita aperta e ora Piotr spaventa: non rinnova e piace anche ai bianconeri

- Di Marco Guidi @MARCOGUIDI­13 TRA CAMPO E MERCATO

I

In principio fu “Core ‘ngrato”. “Cuore ingrato” fu il colorito soprannome affibbiato dai tifosi del Napoli a José Altafini. Così in voga in città da scriverlo in un bozzetto in bella vista sotto la Galleria Umberto. Ma cosa aveva fatto il buon José per meritarsi tanto? La “colpa” originaria fu accettare, insieme a Dino Zoff, la corte della Juventus nell’estate 1972. I due erano colonne del Napoli, prima di passare in bianconero. Altafini, però, ci aggiunse anche un gol (pesantissi­mo) che di fatto uccise il sogno scudetto degli azzurri nel 1975. La Juve batté 2-1 il Napoli in rimonta a Torino e staccò i rivali, dando l’accelerata decisiva verso il tricolore. Da allora, nella città partenopea è “Core ‘ngrato”. Non l’unico. Perché di campioni che hanno lasciato i colori azzurri per abbracciar­e la Vecchia Signora ce ne furono poi altri. E il prossimo potrebbe essere Piotr Zielinski.

Rinnovo complicato

Il polacco è uno dei giocatori più importanti nella squadra di Luciano Spalletti. E, tra l’altro, quello che costa di più al presidente

Aurelio De Laurentiis: quasi 7 milioni di euro all’anno, con Zielinski che ne mette in tasca 3,5 netti. Al lordo, dato che Osimhen e Lozano usufruisco­no del decreto crescita, è il più caro della rosa. Per questo la trattativa per il prolungame­nto del contratto, in scadenza il 30 giugno 2024, si è un po’ arenata. Il Napoli vuole continuare nella politica del contenimen­to delle spese per il personale, che di fatto ha portato ai recenti addii di Insigne e Mertens. Motivo per cui la proposta per un eventuale rinnovo non solo non può portare a un aumento, ma difficilme­nte può raggiunger­e i livelli attuali. Zielinski dovrebbe, così, accettare un’offerta al ribasso per restare in azzurro. E, come è normale, non è così felice di farlo. Anche perché gli estimatori non mancano. In Germania, in Inghilterr­a (il West Ham ci aveva provato in estate - convincend­o il Napoli con 40 milioni -, ma il polacco disse no) e... in Italia. In passato, si era fatto avanti il Milan. Oggi, il nome di Piotr è nella lista dei possibili acquisti estivi della Juventus.

Centrocamp­o I bianconeri rischiano seriamente di perdere a zero Adrien Rabiot e sono aperti ad ascoltare eventuali offerte per Weston McKennie, che piace in Premier. Per il 2023-24, allora, un investimen­to di peso in mediana sarà giocoforza necessario. Federico Cherubini e

Massimilia­no Allegri si trovano d’accordo su profili come Milinkovic-Savic (Lazio) e Mac Allister (Brighton), ma le opportunit­à di mercato potrebbero condurre a un altro nome, apprezzato a sua volta, quello appunto di Zielinski. Giocatore che a maggio compirà 29 anni e potrebbe, dunque, costare un po’ meno dei due menzionati in precedenza. È chiaro, però, che De Laurentiis, un po’ come successo per Koulibaly in estate, nel caso decidesse di vendere il polacco, come prima opzione valuterebb­e una cessione all’estero. Proprio per non rinforzare una diretta concorrent­e. Con il senegalese al Napoli è andata di lusso: il Chelsea ha messo sul piatto ben 40 milioni e tanti saluti alla Juve. Con Zielinski, però, non è detto finisca in ugual modo.

Il Pipita... L’ultimo caso di giocatore passato dal Napoli alla

Torino bianconera è del 2016. E fu una coltellata dritta al cuore partenopeo. Gonzalo Higuain aveva da poco centrato il record di gol in un singolo torneo di Serie A (36), superando il primato di Nordahl che resisteva da 66 anni. A Napoli era come un dio, anche se lo scudetto era sfuggito, proprio per mano della Juve, dopo una clamorosa rimonta bianconera, culminata nello scontro diretto deciso da una rete di Zaza. Forse dai tempi di Maradona un giocatore azzurro non era così amato, ma in estate il Pipita divenne anche lui “Core ’ngrato”, quando la Juve pagò la clausola da oltre 90 milioni e lo convinse a trasferirs­i a Torino. Il 26 luglio 2016 l’annuncio ufficiale che scatenò la protesta dei tifosi partenopei. Meno di dieci giorni dopo, il 4 agosto, Zielinski divenne un calciatore del Napoli. Comprato dall’Udinese per 15 milioni più il prestito di Zuniga, poi girato al Watford. Si può dire, senza nemmeno forzare più di tanto, che l’addio di Higuain finanziò anche l’acquisto del polacco.

Ciro Il Napoli, tra alti e bassi, si è sempre mantenuto nelle zone

Il polacco a scadenza nel giugno del 2024 e non pare disposto a ridursi l’ingaggio

nobili della classifica, anche dopo l’addio del Pipita. Uno scenario diverso dal 1994, quando gli azzurri cedettero Ciro Ferrara alla Juve per 9,4 miliardi di lire. Era il Napoli post Maradona, che da lì a pochi anni sarebbe retrocesso addirittur­a in Serie B. A colpire, però, fu che, per la prima volta, a lasciare l’allora San Paolo per Torino era stato un ragazzo nato e cresciuto in casa. Un napoletano vero. Qualcosa di simile succederà poi nel 2010 con Fabio Quagliarel­la, che però è della provincia (Castellamm­are di Stabia) e in azzurro ha affrontato vicissitud­ini particolar­i, essendo praticamen­te costretto a lasciare la città e trasferirs­i alla Juve.

Rivalità Erano anni in cui Napoli e Vecchia Signora non si giocavano ancora gli scudetti. A riaccender­e la rivalità sono stati i duelli, anche filosofici, tra Maurizio Sarri e Massimilia­no Allegri. Il primo oggi è alla Lazio, ma dopo il Chelsea è transitato anche sulla panchina bianconera (altra ferita aperta...); il secondo stasera cercherà di violare il Maradona con la sua Juve lanciata da otto vittorie consecutiv­e. E davanti si troverà proprio Zielinski, che per ora pensa solamente a trascinare il Napoli a uno scudetto che manca dal 1990. Comunque vada a finire in campo (e da qui a giugno...), poi inizierà un’altra partita. Sempre con Napoli e Juve. E Zielinski di mezzo, a recitare la parte del “core ‘ngrato” o dell’eroe locale che decide di restare con uno stipendio più basso. Oppure del Koulibaly di turno, che saluta e se ne va, ma non proprio “da quelli là”.

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