«Un Toro da imp PER LA VITTORIA CONTRO IL MILAN JURIC ECCELLENTE» Azzire»
Il presidente granata applaude la squadra dopo il capolavoro in Coppa Italia a San Siro «E ora ci piacerebbe fare qualcosa in più»
N
on si erano ancora spente le luci di San Siro, quando mercoledì notte il presidente del Torino, Urbano Cairo, è sceso nello spogliatoio. Si è prima complimentato con i calciatori e i tecnici per un’eroica qualificazione ai quarti di Coppa Italia, poi ha fatto partire un lungo applauso. Il giorno dopo il gusto dell’impresa di Coppa, nella casa del Milan campione d’Italia, è ancora più dolce. Più bello, per certi aspetti pure più intenso perché in mezzo c’è stato il tempo per metabolizzare a pieno il significato di una serata che ha contribuito a scrivere una nuova pagina della storia del club. «È stata una grande gioia, siamo tutti troppo contenti. Siamo al settimo cielo - non nasconde la soddisfazione il presidente Urbano Cairo intervenendo alla trasmissione Tutti Convocati su Radio24 -. Dopo la partita sono andato subito nello spogliatoio, ho fatto i complimenti a tutti i calciatori e a Juric: ci siamo abbracciati. Siamo tutti veramente felici».
Grande notte Il film di una notte indimenticabile scorre nitido nei ricordi: i primi settanta minuti in parità numerica giocati alla pari, poi sessantacinque con l’uomo in meno e infine il gol di Adopo. «È stata una grande vittoria anche per come è maturata – prosegue il presidente Cairo - perché, come diceva il mister, nei primi settanta minuti abbiamo condotto la partita. Quando siamo rimasti in dieci, ci siamo un filo abbassati ma senza rinunciare a giocare e avendo pure delle occasioni. Mi ricordo, ad esempio, quella di Linetty: quindi, alla fine abbiamo meritato». Il presidente Cairo racconta che a caldo «dopo la partita mi ha scritto Massimo Gramellini (giornalista e grande tifoso del Toro, ndr) dicendomi: ‘questa partita la metto sui livelli di Bilbao’. Sì, questa vittoria ci dà molta gioia». Il 26 febbraio 2015, il Toro vince a Bilbao 3-2, prima e finora unica italiana a riuscirci, e conquista gli ottavi di Europa League.
Ambizioni Il colpaccio a San Siro è lo specchio di un club ambizioso, che da due stagioni ha scelto di intraprendere un nuovo percorso insieme a Ivan Juric. Un cammino finora brillante e positivo. «Dalla stagione 20122013 siamo in Serie A da undici stagioni consecutive e abbiamo fatto tante buone cose – riflette Urbano Cairo -. Prima che io arrivassi (Cairo è presidente del Torino dal 2 settembre 2005, ndr), nei dieci anni precedenti, il Torino aveva fatto 6 anni in B e 4 in A. E nei 4 in Serie A era retrocesso tre volte. Adesso invece sono undici anni di fila che siamo in Serie A avendo raccolto due settimi posti e tre noni posti. Adesso siamo in una condizione in cui ci piacerebbe fare qualcosa in più».
Juric Molti elogi li spende per il tecnico Juric. «Abbiamo un bravissimo mister – dice Cairo -. Ha fatto un lavoro eccellente sui giocatori, sia sui giovani sia sui meno giovani, alcuni dei quali avevano fatto anche meno bene nelle stagioni precedenti. Ma lui è riuscito a recuperarli: riesce a far dare il massimo da tutti». Idee, una chiara impronta di gioco, lavoro e un carattere forte: è l’identikit di Juric. «Quando si ha carattere, è qualcosa di importante. Il carattere ha consentito a Juric di creare un buon clima, una bella squadra focalizzata e vogliosa. Che va sempre all’attacco, recuperando palla nella metà campo avversaria. Una specialità nella quale, se non ricordo male una statistica letta di recente, siamo i primi in Serie A. Con lui c’è un bel rapporto, ieri ci siamo abbracciati con un grande e affettuosissimo abbraccio». E sottolinea: «L’imprenditore spinge i suoi collaboratori a fare meglio, però è bello quando sono i collaboratori che ti spingono a volere sempre di più. La spinta verso l’alto è una buonissima cosa». Juric è sempre stato un pallino e un forte desiderio del presidente Cairo poi realizzato: «Lo seguivo fin da quando era a Verona – ricorda -. Ho provato a prenderlo già dopo il primo anno veronese, ma lui ha preferito rimanere perché voleva completare un progetto. Poi ho insistito, perché mi piaceva molto il suo tipo di gioco. Gli ho fatto la corte per un anno, poi lui ha accettato».
Ci siamo goduti questa vittoria, ora pensiamo subito al campionato per dare continuità
Juric lavora da 6 mesi su Bayeye: ha dimostrato in quei dieci minuti di essere pronto: benissimo
Urbano Cairo Presidente Toro
Io e Juric ci siamo abbracciati: lui è bravissimo, ottiene il massimo da tutti
I giovani San Siro è stata anche la notte dei giovani del Toro. «Il mister ha lavorato sei mesi su Bayeye. In quei dieci minuti ha dimostrato di essere pronto: ha fatto benissimo, servendo l’assist ad Adopo. Poi c’è Adopo che è un nostro giovane, è con noi da un po’ di anni. Tra l’altro, proprio a San Siro, nel 2018 vincemmo la Coppa Italia Primavera e Adopo era un nostro giocatore in Primavera. San Siro gli porta specialmente bene». Il Toro che sogna in Coppa Italia, «nei primi di febbraio ci concentreremo sui quarti di fina
le», riatterra tra due giorni in campionato con la sfida casalinga con lo Spezia. «Ci siamo goduti questa vittoria, ora abbiamo da pensare subito a domenica quando avremo una partita importante per dare continuità al nostro cammino». L’ultima riflessione è sulla violenza tornata in primo piano in Serie A dopo gli incidenti in autostrada tra romanisti e napoletani: «La violenza è una cosa bruttissima, quello che è successo nell’autogrill di Badia al Pino è orribile. Però sarebbe un peccato limitare la libertà delle persone di andare a vedere una partita. Credo, invece, che ci voglia più un’attività di controllo, di attenzione: questi incontri strani in autogrill non devono più avvenire. Ma la limitazione della libertà delle persone mi dispiacerebbe molto, nel caso dovrebbe essere davvero l’ultimissima spiaggia».