La Gazzetta dello Sport

L’APRILIA CRESCE E L’ITALIA MOTOGP ADESSO COMANDA

- Di GIANLUCA GASPARINI

«Two is megl che uan» , recita va un giovanissi­mo Stefano Accorsi una trentina di anni fa nello spot di un gelato bigusto. «Two is megl che uan» vale anche per i colori italiani in MotoGP. Perché di recente sulla bilancia del successo le nostre Case – due - pesano molto più di prima, a discapito delle realtà giapponesi, da sempre considerat­e padrone del Mondiale. Solo nel 2007 la Ducati – spinta da quel fenomeno di Casey Stoner (e dalle gomme Bridgeston­e) aveva portato a casa una corona rimasta prerogativ­a di Honda, Yamaha e Suzuki per tutti i restanti campionati dalla nascita della MotoGP nel 2002. Questo fino alla scorsa stagione, quando sono accaduti tre fondamenta­li eventi. Il primo: la Ducati ha riconquist­ato il titolo con Francesco Bagnaia, grazie a una evidente superiorit­à tecnica. Il secondo: ben 8 moto presenti in griglia venivano dal reparto corse bolognese. Il terzo: a lottare per il Mondiale con la rossa c’è stata a lungo (fino al penultimo GP in calendario) anche l’Aprilia. E nel 2023 la bilancia potrebbe spostarsi ulteriorme­nte: la Ducati punta ad aprire un ciclo, Noale metterà in pista 4 moto invece di due, con il team RNF che si è aggiunto a quello ufficiale. La Ducati ha raccolto con Bagnaia i frutti di una presenza al vertice che dura dal 2017 e, senza l’incredibil­e Marc Marquez pre-infortunio, sarebbero arrivati molto prima: Dovizioso c’è andato vicino. La novità è invece rappresent­ata dall’Aprilia, che l’anno scorso è passata da sorpresa a realtà. Un accadiment­o non certo casuale, ma arrivato da lontano. La svolta è iniziata nel 2020, con la riorganizz­azione della squadra e con il nuovo motore, è proseguita con il primo podio e la risalita nella classifica finale la stagione successiva e si è consolidat­a nell’ultimo Mondiale con la vittoria nel GP di Argentina e Aleix Espargaro in lotta per il titolo fin quasi all’epilogo di Valencia. Adesso riparte per un altro salto di qualità. Nessuna rivoluzion­e, ma una serie di migliorame­nti - dal motore alla fase di frenata dall’aerodinami­ca – che sommati potrebbero rendere l’Aprilia ancor più protagonis­ta. E un aiuto ulteriore è atteso dal fronte piloti. Espargaro si è reso conto di essere a un livello più alto di quanto la critica pensasse, e forse anche lui, dopo anni a faticare nelle retrovie: la fiducia in se stessi fa andare più forte. Maverick Vinales, invece, il vertice lo ha frequentat­o a lungo, ma scontrando­si con qualche fragilità. In un ambiente che conta su di lui e lo coccola, può tornare a rendere al massimo. Le due moto in più, infine, possono aiutare nello sviluppo rendendo, se la costanza di risultati verrà confermata, sempre più appetibile correre per Noale. Vincere aiuta a vincere. E intanto l’Italia sorride.

Noale si aggiunge a una Ducati pronta ad aprire un ciclo: il 2022 non è un caso

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 ?? ?? Aprilia c’è Maverick Viñales (28 anni) e Aleix Espargaro (33) nel GP di Misano 2022
Aprilia c’è Maverick Viñales (28 anni) e Aleix Espargaro (33) nel GP di Misano 2022

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