Non c’è ma tutti parlano di lui «Su Marquez serve chiarezza»
Marc Marquez non c'è, ma il suo ologramma aleggia su Termas de Rio Hondo per i cascami del caso-Portimao. Le puntate precedenti: lo spagnolo della Honda in Portogallo travolge Miguel Oliveira ed è punito dallo Stewards Panel con un doppio Long Lap Penalty da scontare «Nel GP di Argentina»; Marc però si frattura una mano, non va in Argentina e lo stesso Stewards Panel rettifica, due giorni dopo, il teatro dove scontare la sanzione in «Nella prossima gara in cui sarà in grado di partecipare»; la Honda fa appello al FIM Appeal Stewards che, ieri, decide di rimettere il caso alla MotoGP Court of Appeal per una «adeguata soluzione della controversia». Tutto chiaro? No. Nemmeno per i piloti, che invocano trasparenza. Nella conferenza pre gara Pecco Bagnaia lo dice espressamente: «Dobbiamo chiedere più chiarezza sul sistema delle penalità – dice l'iridato della Ducati -. Anche nel caso di Marquez è difficile comprendere che qualcuno possa aver commesso un errore del genere: i commissari devono essere più chiari». Maverick Viñales è sulla stessa linea: «Le cose possono anche essere interpretate in modo differente, ma deve esserci una regola uguale per tutti». Jack Miller, da sempre mai omologato, allarga il discorso: «Purtroppo gli incidenti possono capitare, ma se ci sono delle conseguenze devono esserci anche regole e sanzioni precise da applicare - dice l'australiano della KTM -. Ora tutti sono puntati su Marquez, ma ne stiamo parlando troppo: non devo difenderlo io, ma sono le corse e queste cose succedono. Il punto non è far saltare le gare a qualcuno, ma definire un limite invalicabile: la difficoltà dei commissari sta nel fissarlo e noi piloti dobbiamo aiutarli». Alla prossima puntata.