La Gazzetta dello Sport

L’urlo disperato del re della rana «Troppo stress Ora mi fermo»

Il britannico olimpionic­o rivale di Martinengh­i: «Lo stop per arrivare al meglio ai Giochi»

- di Stefano Arcobelli

Il marziano nel tunnel. Anche Adam Peaty non trova la via di uscita da una crisi prima di risultati e poi di allenament­i e si ritira da una stagione che a luglio avrebbe dovuto esaltarlo ai Mondiali in Giappone, dove due anni fa ai Giochi sbancò con la sua magnifica rana. Il britannico ha scelto i social per mostrare un’insospetta­bile fragilità emotiva, lui che, leone, per dieci anni non ha mai perso. «Ho difficoltà con la mia salute mentale» ha scritto lapidario. Anche lui finisce così nell’elenco dei campioni col male di vivere, nel nuoto capeggiato da quel Michael Phelps che nel post carriera gira il mondo e accoglie in Arizona campioni in difficoltà soprattutt­o dopo i Giochi.

La parabola L’olimpionic­o della rana è uno degli avversari dell’iridato Nicolò Martinengh­i, che ha sempre visto in Peaty «il migliore di tutti noi, finché non lo batterò non mi potrò considerar­e il numero uno». Lo ha battuto (l’azzurro d’argento e l’inglese di bronzo, entrambi dietro allo statuniten­se Fink) ai Mondiali da 25 metri di Melbourne di dicembre, quando già Peaty cercava se stesso, i suoi guizzi. Ma è verso Parigi che il duello si dovrebbe accendere davvero. Non certo la prossima estate. Il britannico ammette candidamen­te: «Sono stanco, non sono me stesso e non mi sto godendo lo sport come ho fatto negli ultimi dieci anni». Potrebbe essere un esauriment­o? «So solo che non ho avuto risposte negli ultimi anni». Con l’aiuto, ora sa come affrontare questo “squilibrio nella mia vita”. Per questo continuerà ad allenarsi, ma non prenderà parte ai campionati nazionali inglesi al via mercoledì. «Questa scelta ha come unico scopo di offrire le migliori prestazion­i possibili a Parigi ai Giochi 2024. Pochissime persone capiscono cosa fanno la vittoria e il successo alla salute mentale di un individuo. Non capiscono le pressioni che queste persone esercitano su se stesse per vincere ancora e ancora. Come alcuni forse sanno, ho lottato con la mia salute mentale negli ultimi anni e penso che sia importante essere onesti al riguardo». Il 28enne allievo di Melanie Marshall, papà dal settembre 2020, è stato per otto anni il più prestigios­o rappresent­ante della rana, l’unico sotto i 57” nei 100. Peaty il baronetto ha vinto tre ori olimpici, otto titoli mondiali e 16 titoli europei. Detiene appunto anche il record mondiale nei 50 e 100 rana. Sembrava invincibil­e, poi il suo giocattolo dell’anima si è improvvisa­mente rotto. Diventato star a “Ballando con le stelle” versione inglese, guadagnava in fama, ma stava perdendo il suo nuoto.

Vicolo cieco Anche lo statuniten­se Caeleb Dressel ha avuto problemi simili post Giochi di Tokyo (dove vinse 5 ori) e ha lasciato i Mondiali di Budapest ancora in corso. Peaty invece ha disputato solo i Giochi del Commonweal­th, saltando i Mondiali di Budapest e gli Europei di Roma. Il rientro in inverno in Australia non ha risolto i dubbi di Adam, alle prese anche con la relazione troncata dalla compagna che lo ha reso papà. Eppure c’è un precedente con un lieto fine sempre per una ranista, la lituana Ruta Meilutyte, olimpionic­a a 15 anni a Londra, ritiratasi per una forma di depression­e e tornata un anno fa a sfidare Benny Pilato. Ha vinto e perso dalla tarantina. Ma lotta ancora in acqua. Cosa sta succedendo davvero a Peaty?

Sono stanco, non mi diverto più Lotto con la mia salute mentale Adam Peaty e i motivi della sua scelta

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GETTY Titoli Adam Peaty, 28 anni, tre ori olimpici, otto iridati e sedici europei

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