«Sì, mi hanno ricordato Gullit e Van Basten Rafa era imprendibile»
Trentacinque anni sono passati, ma è come se fosse ieri. Il tempo non impolvera mai i ricordi, soprattutto se sono belli. Anzi: li lucida, proprio come si fa con l’argenteria di casa. Il gol di Olivier Giroud al Maradona nel ritorno dei quarti di finale di Champions Leaggue tra Napoli e Milan, arrivato dopo la straordinaria cavalcata di Rafa Leao sulla fascia sinistra, ha acceso la lampadina della memoria: con un’identica azione il Milan di Sacchi realizzò la rete del 3-1 al Napoli nella ppartita scudetto del primo maggio 1988 (poi finita 3-2 per i rossoneri). Fuga di Gullit sulla ssinistra, accelerazione su Renica, cross in mezzo per Van Basten e vittoria sigillata.
► Sacchi, ricorda quei momenti?
«E come si possono dimenticare? Mi ha telefonato Galliani e mi ha detto: “Hai visto, Arrigo? Leao e Giroud hanno fatto proprio come Gullit e Van Basten!”. Già, gli ho risposto, però noi abbiamo fatto una partita d’attacco, abbiamo costretto il Napoli nella sua metà campo, questo Milan si è soprattutto difeso. fe Là dietro sono stati perfetti. t E il gol è proprio simile: sono le coincidenze del calcio».
► L’aveva detto alla vigilia: se il Napoli non gioca d’anticipo su Leao, rischia grosso.
«E puntualmente si è verificata questa situazione. Ci sono due modi per fermare Leao: l’anticipo o il raddoppio di marcatura. Il Napoli non ha fatto nessuna di queste mosse e ha preso gol. E poi la squadra di Spalletti era lunga, troppo lunga: come fai a organizzare il pressing e a difenderti bene in quelle condizioni?».
► Torniamo a quel primo maggio del 1988. Gol di Virdis al 36’ del primo tempo e pareggio di Maradona su punizione al 46’, proprio nel recupero.
«Che diavolo, Diego! Mi confessò,, qualche anno dopo, che non si fidava a tirare sopra la barrieraera perché noi avevamo giocatoritori molti alti. Così decise di prendereendere come punto di riferimentonto l’ultimo uomo della barrieraera che era Gullit, e calciò sfiorandogliandogli l’orecchio. Un colpo daa vero mago».
►Musi si lunghi e delusione nel-nello spogliatoio pogl iato io all’intervallo. Che cosa disse?
«I giocatoriocatori erano abbacchiati, sedutiti sulle panche. Pronunciai pochee parole: “Sono talmente convintointo di vincere che metto dentro un attaccante in più”. E così feci: sostituii Donadoni con Van Basten e piazzai Gullit a fare il trequartista. Però, adesso lo posso dire, non ero così convinto di vincere: era un trucco per alzare il morale dei ragazzi».
► Nel secondo tempo Gullit sembra un Ufo, un extraterrestre.
«Assist dalla destra per il gol di Virdis e assist dalla sinistra per il gol di Van Basten. Era impossibile fermarlo. Un giorno parlai con Ciro Ferrara che mi disse: “Ruud era immarcabile”. Proprio così. Poi il Napoli accorciò le distanze con Careca, ma ormai avevamo la partita in pugno».
► A fine partita accadde qualcosa di incredibile.
«Già, uscimmo dal campo tra gli applausi della stragrande maggioranza del pubblico di Napoli. Non mi era mai capitato, fu un’emozione che conservo ancora come uno dei più grandi successi della carriera: gli avversari ci avevano riconosciuto il merito della vittoria. Così come fece Maradona, nelle interviste rilasciate alla fine della partita. Disse: “Il Milan merita di conquistare lo scudetto”. Era un campione, Diego. E anche un ragazzo onesto».
Mi ha chiamato Galliani: “Hai visto? Hanno fatto lo stesso gol!”
Impossibile marcare Ruud a Napoli nell’88, come Rafa oggi
Arrigo Sacchi Ex allenatore del Milan