La Gazzetta dello Sport

«Sì, mi hanno ricordato Gullit e Van Basten Rafa era imprendibi­le»

- Andrea Schianchi

Trentacinq­ue anni sono passati, ma è come se fosse ieri. Il tempo non impolvera mai i ricordi, soprattutt­o se sono belli. Anzi: li lucida, proprio come si fa con l’argenteria di casa. Il gol di Olivier Giroud al Maradona nel ritorno dei quarti di finale di Champions Leaggue tra Napoli e Milan, arrivato dopo la straordina­ria cavalcata di Rafa Leao sulla fascia sinistra, ha acceso la lampadina della memoria: con un’identica azione il Milan di Sacchi realizzò la rete del 3-1 al Napoli nella ppartita scudetto del primo maggio 1988 (poi finita 3-2 per i rossoneri). Fuga di Gullit sulla ssinistra, accelerazi­one su Renica, cross in mezzo per Van Basten e vittoria sigillata.

► Sacchi, ricorda quei momenti?

«E come si possono dimenticar­e? Mi ha telefonato Galliani e mi ha detto: “Hai visto, Arrigo? Leao e Giroud hanno fatto proprio come Gullit e Van Basten!”. Già, gli ho risposto, però noi abbiamo fatto una partita d’attacco, abbiamo costretto il Napoli nella sua metà campo, questo Milan si è soprattutt­o difeso. fe Là dietro sono stati perfetti. t E il gol è proprio simile: sono le coincidenz­e del calcio».

► L’aveva detto alla vigilia: se il Napoli non gioca d’anticipo su Leao, rischia grosso.

«E puntualmen­te si è verificata questa situazione. Ci sono due modi per fermare Leao: l’anticipo o il raddoppio di marcatura. Il Napoli non ha fatto nessuna di queste mosse e ha preso gol. E poi la squadra di Spalletti era lunga, troppo lunga: come fai a organizzar­e il pressing e a difenderti bene in quelle condizioni?».

► Torniamo a quel primo maggio del 1988. Gol di Virdis al 36’ del primo tempo e pareggio di Maradona su punizione al 46’, proprio nel recupero.

«Che diavolo, Diego! Mi confessò,, qualche anno dopo, che non si fidava a tirare sopra la barrieraer­a perché noi avevamo giocatorit­ori molti alti. Così decise di prendereen­dere come punto di riferiment­onto l’ultimo uomo della barrieraer­a che era Gullit, e calciò sfiorandog­liandogli l’orecchio. Un colpo daa vero mago».

►Musi si lunghi e delusione nel-nello spogliatoi­o pogl iato io all’intervallo. Che cosa disse?

«I giocatorio­catori erano abbacchiat­i, sedutiti sulle panche. Pronunciai pochee parole: “Sono talmente convintoin­to di vincere che metto dentro un attaccante in più”. E così feci: sostituii Donadoni con Van Basten e piazzai Gullit a fare il trequartis­ta. Però, adesso lo posso dire, non ero così convinto di vincere: era un trucco per alzare il morale dei ragazzi».

► Nel secondo tempo Gullit sembra un Ufo, un extraterre­stre.

«Assist dalla destra per il gol di Virdis e assist dalla sinistra per il gol di Van Basten. Era impossibil­e fermarlo. Un giorno parlai con Ciro Ferrara che mi disse: “Ruud era immarcabil­e”. Proprio così. Poi il Napoli accorciò le distanze con Careca, ma ormai avevamo la partita in pugno».

► A fine partita accadde qualcosa di incredibil­e.

«Già, uscimmo dal campo tra gli applausi della stragrande maggioranz­a del pubblico di Napoli. Non mi era mai capitato, fu un’emozione che conservo ancora come uno dei più grandi successi della carriera: gli avversari ci avevano riconosciu­to il merito della vittoria. Così come fece Maradona, nelle interviste rilasciate alla fine della partita. Disse: “Il Milan merita di conquistar­e lo scudetto”. Era un campione, Diego. E anche un ragazzo onesto».

Mi ha chiamato Galliani: “Hai visto? Hanno fatto lo stesso gol!”

Impossibil­e marcare Ruud a Napoli nell’88, come Rafa oggi

Arrigo Sacchi Ex allenatore del Milan

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