La Gazzetta dello Sport

THOMAS E UN GIRO SOTTO CONTROLLO DECIDE LA CRONO

- di DAVIDE CASSANI

Neanche la tappa delle Tre Cime di Lavaredo ha portato scossoni in classifica. Due giorni fa il primo ed il secondo della generale erano arrivati insieme, ieri lo sloveno Roglic ha preceduto la maglia rosa di appena tre secondi. Chi vincerà questo Giro d’Italia? Partiamo da Joao Almeida. Anche ieri, come due giorni fa, ha perso venti secondi ed ora il suo ritardo dalla maglia rosa è di 59”. Difficile a questo punto vederlo vincitore perché in salita ha qualcosa meno. Per vincere dovrebbe compiere una super impresa. Primoz Roglic è riuscito a limare una manciata di secondi a Thomas ma pensavo osasse di più. L’unica allungo che ha fatto è stato a meno di 2 km dal traguardo e non ha mai chiesto al compagno di squadra Sepp Kuss di mettersi in testa per preparare un eventuale attacco. Vuol dire che gli andava bene il ritmo della Ineos. Se avesse avuto sensazioni buone avrebbe usato diversamen­te la squadra. Sulla salita verso il passo Tre Croci, ad un certo punto, aveva ancora al suo fianco quattro compagni di squadra e mai ha chiesto loro di alzare il ritmo. E lo stesso è successo sulla salita finale delle Tre Cime di Lavaredo. Sembrava che Sepp Kuss aspettasse da un momento all’altro il segnale del suo capitano per alzare la velocità ma quel segnale non è mai arrivato. Abbastanza strano che neanche l’attacco di Roglic sia stato preceduto dal lavoro di Kuss. In sintesi mi viene da dire che lo sloveno, ieri, ha capito che l’unica sua possibilit­à fosse quella di guadagnare qualche secondo nella parte finale della salita. Quando è scattato a 1500 metri dal traguardo ed ha visto Thomas incollato alla sua ruota non ha proseguito nell’azione capendo che non sarebbe stato in grado di staccarlo. E quei tre secondi guadagnati in volata sono arrivati solamente perché ha un migliore spunto veloce.

Geraint Thomas anche ieri ha gestito al meglio la situazione. Mai in difficoltà nonostante le pendenze fossero più favorevoli a Roglic. Ha sempre avuto la situazione sotto controllo e non l’ho mai visto in affanno. Ho l’impression­e che sia il più forte in salita.

Domani la crono decisiva. Dieci km pianeggian­ti, otto durissimi in salita, soprattutt­o i primi cinque con una pendenza media del 15,3%. Crono difficile da gestire anche perché i corridori cambierann­o bicicletta prima della salita finale. Roglic avrà tutto il pubblico dalla sua essendo il Monte Lussari a pochi km dalla Slovenia, Thomas invece avrà il vantaggio di partire ultimo con la possibilit­à di essere informato sui tempi del rivale. Thomas è il corridore più esperto del gruppo, ha una capacità di gestione dello sforzo fuori dal comune, ha già vinto un Tour de France e si sente pronto per vincere anche il Giro d’Italia. Roglic un Tour de France lo ha perso nell’ultima cronometro e in nessuna salita in queste tre settimane è riuscito a staccare Thomas. Ma la salita di Monte Lussari è davvero durissima, una strada infernale che porterà in paradiso solo uno dei due. Geraint Thomas? Primoz Roglic? Ieri dopo l’arrivo la faccia del gallese mi sembrava più serena, più fresca, più convinta ma a volte l’apparenza inganna.

Pensavo che Roglic osasse di più. Ma oggi avrà tutto il pubblico dalla sua parte

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In rosa Geraint Thomas, 37 anni

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