LUKAKU DOMINATORE INZAGHI È IN CHAMPIONS ORA TESTA A ISTANBUL
Atalanta ko a San Siro: Romelu-Barella segnano nei primi 3’ Dopo il gol di Pasalic, nella ripresa Lautaro scaccia la paura
L’Inter giocherà nella Champions 2023-24. Oltre alla Supercoppa e alla Coppa Italia, è arrivata la certezza che, comunque vada a Istanbul il 10 giugno, la squadra di Simone Inzaghi resterà nell’Europa che conta, condizione fondamentale per la gestione economica del club. Non diciamolo forte, sussurriamolo a bassa voce, ma la prestazione di ieri contro l’Atalanta è stata così confortante che oggi il Manchester City sembra meno irraggiungibile. L’Atalanta rimane la squadra che colpì l’immaginario odontoiatrico di Pep Guardiola e questa vittoria interista, più netta del gol di scarto, al di là dei 20 minuti finali del primo tempo, periodo in cui i “gasperiniani” si sono rifatti sotto con intensità, questo successo, dicevamo, ci parla di un’Inter autorevole, capace di adattarsi agli eventi, di gestirli e di volgerli a proprio vantaggio. Sulla strada
per Istanbul una grande domanda si fa largo: allo stadio Ataturk non sarà meglio partire con Lukaku-Martinez come coppia d’attacco? Ieri sera la LuLa ha regalato spettacolo: un gol e un assist di Lautaro; una rete e un bellissimo pre-assist, diciamo così, per Lukaku. Sebbene la stima verso Edin Dzeko sia massima e immutata, un dubbio si insinua: come si potrà separare quei due? Come si potrà lasciare fuori dagli undici Lukaku, arrivato a quota 10 gol in campionato, nonostante l’assenza di mesi per il grave infortunio della prima parte di stagione?
Eccessi Un primo tempo di
Il dubbio La Lu-La ha dato spettacolo, in finale non sarà il caso di farla partire titolare?
eccessi, nel bene e nel male. Eccessiva in senso buono la partenza dell’Inter e di riflesso negativo all’estremo l’avvio dell’Atalanta. Poi le parti si sono invertite, fino agli antipodi di un’Atalanta dominante e di un’Inter sottomessa nella seconda parte della prima frazione. L’atteggiamento che ha indebolito l’Atalanta in avvio è stato la sua forza in coda, contraddizione soltanto apparente, perché il calcio di Gasperini genera tutto e il suo contrario, il meglio o il peggio senza passaggi intermedi. Atalanta votata come al solito all’uomo contro uomo, e la voglia di aggredire in alto ha generato di fatto una linea di trequartisti a tre e non a due, per un sistema anomalo, un 33-3-1 con De Roon unico centrocampista difensivo. L’Inter ha pattinato subito su tanta spregiudicatezza e il gol dell’1-0, con la linea dell’Atalanta altissima e senza paracadute, ne è stata la dimostrazione. A Lukaku è bastato girarsi su Djimsiti, afferrare l’imbeccata di Lautaro e volare via nello spazio libero, cinquanta metri di campo aperto e scoperto fino al gol. A stretto giro, il raddoppio di Barella, al culmine di un’azione assillante, con doppio tiro di Dimarco. Poco dopo, il 3-0 di Calhanoglu, annullato per fuorigioco, è stato un punto di svolta, perché qui è cominciata un’altra partita. L’Inter si è sentita padrona con troppo anticipo, si è ritratta, non riusciva più a ripartire. L’Atalanta ha risalito la corrente e guadagnato metri. Le aggressioni – Scalvini a braccare Barella la più insolita – hanno preso a funzionare e l’Inter si è scoperta soffocata davanti a Onana. Tutt’altro che inatteso è arrivato il gol di Pasalic, su una mischia emblematica dell’imbarazzo interista davanti a tanta furia. Il “gasperinismo” non conosce mezze misure, assomiglia a una boxe selvaggia, in cui i pugni si sferrano e si incassano senza tregua.
Normalizzazione Al rientro dall’intervallo, pochi minuti sono però bastati per capire che la ripresa sarebbe filata via su binari diversi, diciamo più normali. L’Inter si è reinstallata in cabina di comando, l’Atalanta ha pagato un certo dispendio energetico e l’innesto di Lookman per Ederson ha forse tolto qualcosa, anziché aggiungerlo. È venuta fuori la vena di Brozovic, ritornato ai suoi livelli nella gestione dei tempi e dei modi del gioco. E il croato, in “combutta” con quei due, ha creato il terzo gol, la rete della sicurezza. Lukaku si è inventato una giocata magnifica sulla trequarti, palla per Brozovic nello spazio e tocco a sinistra per Lautaro libero di appoggiare in porta. Allo scadere lo sfortunato e ininfluente autogol di Onana su tiro di Muriel. Adesso Inzaghi può permettersi ampie e comode rotazioni nell’ultima giornata, fuori casa contro il Toro, gara in cui per l’Inter sarà cruciale evitare infortuni e accidenti vari. Lukaku sì Lukaku no diventerà forse il tormentone pre-Istanbul. La palla lunga alle spalle della linea difensiva “guardioliana” può essere una soluzione di livello per far male al City, e chi se non Lukaku ha il passo e la fisicità per cavalcarla fino all’ultimo metro?
Sensazioni La prestazione è stata così buona che oggi Guardiola sembra meno irraggiungibile