La Gazzetta dello Sport

LUKAKU DOMINATORE INZAGHI È IN CHAMPIONS ORA TESTA A ISTANBUL

Atalanta ko a San Siro: Romelu-Barella segnano nei primi 3’ Dopo il gol di Pasalic, nella ripresa Lautaro scaccia la paura

- di Sebastiano Vernazza MILANO

L’Inter giocherà nella Champions 2023-24. Oltre alla Supercoppa e alla Coppa Italia, è arrivata la certezza che, comunque vada a Istanbul il 10 giugno, la squadra di Simone Inzaghi resterà nell’Europa che conta, condizione fondamenta­le per la gestione economica del club. Non diciamolo forte, sussurriam­olo a bassa voce, ma la prestazion­e di ieri contro l’Atalanta è stata così confortant­e che oggi il Manchester City sembra meno irraggiung­ibile. L’Atalanta rimane la squadra che colpì l’immaginari­o odontoiatr­ico di Pep Guardiola e questa vittoria interista, più netta del gol di scarto, al di là dei 20 minuti finali del primo tempo, periodo in cui i “gasperinia­ni” si sono rifatti sotto con intensità, questo successo, dicevamo, ci parla di un’Inter autorevole, capace di adattarsi agli eventi, di gestirli e di volgerli a proprio vantaggio. Sulla strada

per Istanbul una grande domanda si fa largo: allo stadio Ataturk non sarà meglio partire con Lukaku-Martinez come coppia d’attacco? Ieri sera la LuLa ha regalato spettacolo: un gol e un assist di Lautaro; una rete e un bellissimo pre-assist, diciamo così, per Lukaku. Sebbene la stima verso Edin Dzeko sia massima e immutata, un dubbio si insinua: come si potrà separare quei due? Come si potrà lasciare fuori dagli undici Lukaku, arrivato a quota 10 gol in campionato, nonostante l’assenza di mesi per il grave infortunio della prima parte di stagione?

Eccessi Un primo tempo di

Il dubbio La Lu-La ha dato spettacolo, in finale non sarà il caso di farla partire titolare?

eccessi, nel bene e nel male. Eccessiva in senso buono la partenza dell’Inter e di riflesso negativo all’estremo l’avvio dell’Atalanta. Poi le parti si sono invertite, fino agli antipodi di un’Atalanta dominante e di un’Inter sottomessa nella seconda parte della prima frazione. L’atteggiame­nto che ha indebolito l’Atalanta in avvio è stato la sua forza in coda, contraddiz­ione soltanto apparente, perché il calcio di Gasperini genera tutto e il suo contrario, il meglio o il peggio senza passaggi intermedi. Atalanta votata come al solito all’uomo contro uomo, e la voglia di aggredire in alto ha generato di fatto una linea di trequartis­ti a tre e non a due, per un sistema anomalo, un 33-3-1 con De Roon unico centrocamp­ista difensivo. L’Inter ha pattinato subito su tanta spregiudic­atezza e il gol dell’1-0, con la linea dell’Atalanta altissima e senza paracadute, ne è stata la dimostrazi­one. A Lukaku è bastato girarsi su Djimsiti, afferrare l’imbeccata di Lautaro e volare via nello spazio libero, cinquanta metri di campo aperto e scoperto fino al gol. A stretto giro, il raddoppio di Barella, al culmine di un’azione assillante, con doppio tiro di Dimarco. Poco dopo, il 3-0 di Calhanoglu, annullato per fuorigioco, è stato un punto di svolta, perché qui è cominciata un’altra partita. L’Inter si è sentita padrona con troppo anticipo, si è ritratta, non riusciva più a ripartire. L’Atalanta ha risalito la corrente e guadagnato metri. Le aggression­i – Scalvini a braccare Barella la più insolita – hanno preso a funzionare e l’Inter si è scoperta soffocata davanti a Onana. Tutt’altro che inatteso è arrivato il gol di Pasalic, su una mischia emblematic­a dell’imbarazzo interista davanti a tanta furia. Il “gasperinis­mo” non conosce mezze misure, assomiglia a una boxe selvaggia, in cui i pugni si sferrano e si incassano senza tregua.

Normalizza­zione Al rientro dall’intervallo, pochi minuti sono però bastati per capire che la ripresa sarebbe filata via su binari diversi, diciamo più normali. L’Inter si è reinstalla­ta in cabina di comando, l’Atalanta ha pagato un certo dispendio energetico e l’innesto di Lookman per Ederson ha forse tolto qualcosa, anziché aggiungerl­o. È venuta fuori la vena di Brozovic, ritornato ai suoi livelli nella gestione dei tempi e dei modi del gioco. E il croato, in “combutta” con quei due, ha creato il terzo gol, la rete della sicurezza. Lukaku si è inventato una giocata magnifica sulla trequarti, palla per Brozovic nello spazio e tocco a sinistra per Lautaro libero di appoggiare in porta. Allo scadere lo sfortunato e ininfluent­e autogol di Onana su tiro di Muriel. Adesso Inzaghi può permetters­i ampie e comode rotazioni nell’ultima giornata, fuori casa contro il Toro, gara in cui per l’Inter sarà cruciale evitare infortuni e accidenti vari. Lukaku sì Lukaku no diventerà forse il tormentone pre-Istanbul. La palla lunga alle spalle della linea difensiva “guardiolia­na” può essere una soluzione di livello per far male al City, e chi se non Lukaku ha il passo e la fisicità per cavalcarla fino all’ultimo metro?

Sensazioni La prestazion­e è stata così buona che oggi Guardiola sembra meno irraggiung­ibile

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 ?? AP ?? La perla di Nicolò Il 2-0 firmato da super Barella al 3’ del primo tempo
AP La perla di Nicolò Il 2-0 firmato da super Barella al 3’ del primo tempo
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ANSA L’omaggio al Toro Lautaro segna il 3-1 su assist al bacio di Brozovic
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GETTY Partenza-lampo La gioia dei nerazzurri dopo il vantaggio sull’Atalanta firmato da Romelu Lukaku, 30 anni. Il belga è salito a 10 gol in questa Serie A

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