Il tecnico dei viola più vicino a Luciano Gallardo affascina
Similitudini In Europa il profeta del modulo è Klopp. Dionisi e Baroni interpreti all’italiana
Nella sua versione più spettacolare e affamata, il Napoli di Spalletti si è avvicinato ai livelli top del Liverpool, soprattutto nella riaggressione, marchio di fabbrica dei Reds che gli azzurri hanno reinterpretato per togliere ossigeno agli avversari. E allora il successore migliore di Luciano da Certaldo non potrebbe che essere Jurgen Klopp, upgrade massimo anche sulla scena europea. Il tecnico tedesco da anni costruisce sul 4-3-3 - a quanto pare requisito fondamentale nel curriculum del prossimo allenatore del Napoli - e non sarebbe nemmeno difficile vedere in Kvaratskhelia un Salah allo specchio o in Di Lorenzo le corse esterne e interne di Alexander-Arnold. Ma ovviamente strappare Klopp all’abbraccio della Kop, anche senza Champions, è improbabile se non impossibile (come Arteta all’Arsenal). Ma se si parla di aggressione, intensità, ali che dribblano e terzini che partecipano, il profilo che più risponde alle richieste è quello di Vincenzo Italiano: il suo 4-3-3 portato dallo Spezia alla Fiorentina ha molti tratti in comune con quello di Spalletti. Vero che lascia tanti metri alle spalle dei difensori, ma lo fa anche il Napoli, e KimRrahmani lo amministrano da maestri. In Italia un altro interprete del 4-3-3 è Dionisi, più verticale e meno manovriero, ma c’è il problema della firma imminente su un nuovo contratto con il Sassuolo. E volendo ci sarebbe anche Baroni, che tra l’altro a Napoli ha vinto uno scudetto da calciatore, anche se il suo Lecce tende più a ritrarsi per compattare il 4-3-3 e agire in ripartenza.
All’estero Se si allarga l’orizzonte al di fuori dei confini italiana, si intravede il nome di Zinedine Zidane: il suo Real Madrid ha dominato l’Europa con il 4-3-3. Modulo con cui Terzic ha rischiato di vincere la Bundesliga con il Dortmund (perdendola poi drammaticamente). Affascinante sarebbe la soluzione Marcelo Gallardo: con il River Plate ha vinto tutto partendo dal 4-1-3-2, ma nell’ultimo anno al Monumental si è avvicinato anche lui al 4-33. E soprattutto ha imposto principi familiari a Fuorigrotta: riconquista immediata, possesso palla, baricentro alto, anche verticalità rinunciando a volte alla costruzione bassa a favore del lancio in avanti. Come Spalletti con Osimhen. Se si parla di questi concetti, tuttavia, la platea si allarga: Schmidt, Nagelsmann, Fonseca, lo stesso De Zerbi. Tutti preferiscono il 42-3-1, quindi ineleggibili secondo le indicazioni di De Laurentiis. Ma anche Spalletti ai tempi della Roma si era imposto con questo sistema di gioco...