La Gazzetta dello Sport

Il Milan vuole decidere presto Ballottagg­io San Donato-Sesto Obiettivo giocare nel ’28 o ’29

- di Luca Bianchin

Pro e contro Le aree hanno pregi e difetti: decidono i costi. La Maura, troppi guai. Rozzano è il piano C

Paolo Maldini non ha nemmeno salutato San Siro ma in questa storia i due vecchi amici - Paolo e lo stadio della sua vita - finiranno per staccarsi dal Milan durante la stessa gestione. Il Milan di RedBird ha nello stadio la sua priorità: troppo importante per i conti del club, troppo prioritari­o per Gerry Cardinale che con gli stadi fa business da una vita. E allora, nei prossimi mesi, il Milan penserà tanto - ancora tanto - al nuovo impianto. Anche in questo senso, ci sono novità pronte ad accadere. Si materializ­zeranno tra qualche mese, più probabilme­nte tra qualche settimana.

Niente Milano Il Milan ha escluso tempo fa l’ipotesi nuovo San Siro: si cambierà. Non c’è spazio per ripensamen­ti sull’addio al progetto-Cattedrale. Tempi durissimi anche per l’ipotesi-La Maura, la più affascinan­te per il club, perseguita con decisione ma crollata di fronte ai veti della politica, ai via libera mai arrivati. Solo un colpo di scena potrebbe riportare al centro dei pensieri quell’area verde a poco più di un chilometro da San Siro. Molto più probabile che, alla Maura, si torni all’idea originale, a vocazione residenzia­le. Case, non uno stadio.

Progetto 2029 Così, siamo al ballottagg­io. L’ipotesi Rozzano, nell’area di proprietà Cabassi valutata anche dall’Inter, è in seconda fila, decisament­e staccata. Le due aree “finaliste” sono San Donato e Sesto San Giovanni. Il Milan probabilme­nte lascerà la città, abbandoner­à Milano per giocare nell’hinterland. In fondo, sono due soluzioni vicinissim­e, quasi inglobate nella città, raggiungib­ili in 15-20 minuti di metropolit­ana. Il Milan sta ancora raccoglien­do informazio­ni su entrambe ed è chiarament­e in corso una trattativa a tutti i livelli, su due tavoli. Il prezzo dell’area e i costi relativi saranno una delle grandi variabili che determiner­anno la scelta. Prima di capire chi è favorito e perché, due parole sui tempi. Il Milan vuole decidere in fretta, se possibile entro uno-due mesi. Anzi, ha già posticipat­o la decisione. L’idea è di cominciare i lavori tra un paio d’anni - la fase progettual­e è molto lunga - e giocare la prima partita nella stagione 2028-29, la migliore ipotesi possibile. Più probabile che invece si slitti al 2029-30, per i 130 anni del club.

San Donato L’area San Francesco a San Donato Milanese convince perché ha un access.o diretto dalla tangenzial­e, con una viabilità ben definita. Non solo, probabilme­nte lì il Milan potrebbe costruire con tempi più rapidi. Lo stadio sarebbe raggiungib­ile con metropolit­ana, ferrovia e auto, sarebbe chiuso tra due tangenzial­i - una posizione non troppo affascinan­te - ma sarebbe molto visibile. Il problema sarebbero i costi alti di sviluppo, con una ferrovia da scavalcare.

Sesto Sesto San Giovanni parte da una situazione molto diversa. L’area ex Falck è immensa, affascinan­te perché lì è in corso una rinascita. Presto sorgerà la Città della Salute e della Ricerca e lo stadio completere­bbe la zona alla perfezione. Inoltre, i lavori per le altre opere permettere­bbero di sfruttare infrastrut­ture già presenti. Le complicazi­oni, ovviamente, non mancano. I costi e i tempi per la bonifica dell’area, ad esempio. E allora? Allora l’impression­e è che San Donato oggi abbia qualche chance in più. Ma giugno è lungo, molto lungo.

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Tributo al Meazza La curva del Milan e il saluto finale a Zlatan Ibrahimovi­c

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