Il laboratorio anti-City MKHITARYAN DI CORSA DZEKO È GIÀ CALDO COSÌ L’INTER PREPARA UNA SFIDA “TOTALE”
L’armeno spinge, Edin favorito su Lukaku E ad Appiano si studia il pressing di Pep
Non sarà una seduta di scarico, mostrata per la prima volta per intero alla stampa (è un obbligo della Uefa...), a svelare la sottile strategia anti-City. Ad Appiano la macchina è in moto da giorni, dai video selezionati giocatore per giocatore fino al campo. Si studia il pressing asfissiante di Guardiola, si cerca il modo di inserire un granello di sabbia in un ingranaggio quasi perfetto. In ogni caso, entrare nel laboratorio di Inzaghi aiuta a capire ciò che sarà: ad esempio, dà ottimismo vedere Henrik Mkhitaryan correre spedito e sciolto in una seduta solitaria, l’ultima perché da oggi torna in gruppo. I prossimi allenamenti dovrebbero bastare per portarlo a una forma sufficiente, lo ha confermato lui stesso: «Farò di tutto per giocare e vincere». Se tutto proseguirà per il meglio, a lui il ruolo di mezzala assaltatrice: quasi mai Inzaghi ha rinunciato a Micki, figurarsi in un match in cui serve saggezza ed esperienza. Nei piani del tecnico l’armeno serve per colpire il City negli attimi, si spera tanti, in cui la palla sarà nerazzurra: «La partita sarà fatta di momenti: lasciare un po’ di possesso al City, è normale, ma noi dovremo essere bravi a togliere loro possesso e certezze quando possibile, a soffrire e a sfruttare le occasioni davanti», ha aggiunto Simone ieri.
In uscita e in avanti Le parolerole delldell’allenatoreallenatore sulla strategia per la finale sono sembrate quasi un proclama, un manifesto di stile. E hanno avuto poi plastica manifestazione nell’allenamento di ieri. In quell’oretta di seduta, iniziata poco dopo le 17, chi ha giocato titolare sabato col Torino è stato diviso sin dall’inizio dal resto della compagnia. Insieme, però, si è lavorato tanto su un aspetto, l’uscita di palla dalla difesa: Inzaghi chiedeva intensità, alzando la voce più volte, anche perché da questo dettaglio passerà la possibilità di rompere le linee nemiche e avvicinarsi alla porta. Il resto è stato soprattutto verticalità, ricerca ossessiva e più rapida possibile del centravanti: Inzaghi giura di non aver deciso chi sarà il cavaliere accanto a
Lautaro, e di poter cambiare idea fino all’ultimo, ma la sensazione è che Dzeko stia ancora un passo avanti. Del resto, Edin ha mostrato di avere il piede piuttosto caldo anche nella partitella a due tocchi in cui sono stati coinvolti tutti quelli che non c’erano dall’inizio al Grande Torino: ha segnato quattro volte all’amico Handanovic e cercato la conclusione praticamente da ogni posizione. Ha osservato a distanza quel bombardamento anche il “rivale” Lukaku, seduto assieme al gemello Lautaro qualche metro più in là dopo aver corso per scaricare le fatiche di campionato. Del resto, entrambi i centravanti sono consapevoli da tempo che sarà staffetta: indipendente- indipendente mente da chi inizierà, servirà l’apporto di tutti.
Ruggire Dalla panchina hanno assistito alla seduta il d.s. Piero Ausilio, il suo vice Dario Baccin e il team manager Riccardo Ferri, mentre dalla Primavera si sono aggregati alcuni baby di talento: Akisanmiro, Andersen, Stankovic e Curatolo. Il contesto attorno era un po’ inusuale, vista la spianata di telecamere a bordo campo, ma il clima decisamente sereno: Inzaghi, a centrocampo assieme allo staff, ha scherzato parecchio con capitan Handanovic e durante gli esercizi, Barella e Bastoni, amici e spina dorsale italiana del club, si sono pure allegramente presi a pallonate. Occhio anche ai soprannomi: «Leone», è come Simone ha chiamato il suo fedele soldato Francesco Acerbi. Per spaventare uno come Haaland in marcatura, dovrà ruggire per davvero.
Sto bene, farò di tutto per giocare questa partita e aiutare la squadra a vincere la Champions
Henrikh Mkhitaryan
Il City è la squadra più forte d’Europa, ma pure noi abbiamo una mediana fortissima
Henrikh Mkhitaryan