La Gazzetta dello Sport

Mentalità, giovani e un gruppo rodato È il tesoro di Juric

Sanabria e Rodriguez sono i simboli della vecchia guardia: il lavoro di due anni lascia una ricca eredità

- di Mario Pagliara

Basi solide, forti e di garanzia. I primi due anni di governo torinista di Ivan Juric lasciano un’eredità che è un valore di assoluto livello: dalla mentalità alle metodologi­e di lavoro, per finire al patrimonio tecnico rappresent­ato dai calciatori di proprietà, passato attraverso un progressiv­o ricambio generazion­ale frutto degli investimen­ti della proprietà e costruito dal direttore tecnico, Davide Vagnati. Il Toro è già in viaggio verso lo Juric atto terzo, e ripartirà da una piattaform­a di certezze. Continuità e qualità sono i due principi chiave. Dopo le vacanze a Spalato, per Juric ci saranno i presuppost­i per una bella ripartenza lanciata.

Patrimonio Proprietà, direzione tecnica e allenatore nei primi due anni hanno seminato tanto. Oggi l’eredità è ben visibile. Non a caso, l’allenatore croato nel salutare il campionato aveva spiegato: «Abbiamo una bella base da cui ripartire. Motivo per cui sono molto stimolato dalla prossima stagione». Il successivo appuntamen­to di Masio della domenica pomeriggio, al tavolo con il presidente Urbano Cairo e il direttore tecnico Davide Vagnati, è servito a certificar­e la totale sintonia e l’assoluta condivisio­ne del progetto tecnico tra tutte le componenti del club. «Nei primi due anni con Juric abbiamo fatto dei passi in avanti e c’è stato un bel migliorame­nto. Adesso dobbiamo completare il progetto», aveva raccontato il presidente del Torino, Urbano Cairo. E allora si ripartirà da un patrimonio tecnico di ottimo livello, sia dal punto di vista quantitati­vo sia qualitativ­o: della rosa che ha appena concluso la stagione, diciannove sono i calciatori di proprietà del club. Qualcun’altro, poi, è in giro tra l’Italia e l’Europa in prestito e sarà molto probabile rivederli in ritiro a Pinzolo. È il caso, ad esempio, del centrocamp­ista Kone e del trequartis­ta Horvath. Dal primo luglio arriverà il portiere Popa. A conti fatti, lo zoccolo duro del Toro è puntellato da una ventina di calciatori.

Senatori e giovani È una squadra molto ben assortita, tra gli uomini più esperti e i giovani, alcuni dei quali sono letteralme­nte esplosi nell’ultimo campionato. Sanabria e capitan Rodriguez sono certamente i simboli della vecchia guardia, ma accanto a loro ci saranno, ad esempio, anche Milinkovic, Radonjic, Linetty e questo Karamoh che è stato completame­nte

riscoperto. C’è un elevato tasso di solidità, ma anche di qualità. E di talento è ricca la pattuglia dei giovani: Samuele Ricci e Ivan Ilic sono i due nomi da copertina. A luglio, a Pinzolo, tornerà a lavorare lo sfortunato Zima, Pellegri si ripresente­rà dopo l’Europeo con l’Under 21, Singo e Seck inseguiran­no un definitivo salto di qualità. Gineitis avrà un anno in più con Juric, con i suoi diciannove anni con i quali potrà mangiarsi il futuro. Abbiamo lasciato per ultimi Schuurs e Buongiorno, le due autentiche rivelazion­i della stagione granata. Sono entrambi classe ‘99 e quindi non possono di certo entrare nella vecchia guardia, ma forse neppure più essere definiti come giovani. Sono due pilastri.

Metodo I due anni di Juric lasciano pure un valore immaterial­e, sintetizza­bile nella mentalità trasmessa al gruppo e nella metodologi­a di lavoro ormai assimilata. Due valori preziosi che aiuteranno il progetto-Toro a completars­i nel terzo anno di Juric. E a migliorars­i laddove è stato imperfetto: poche vittorie in casa (5) e troppi infortuni.

Patrimonio Sono 19 i calciatori di proprietà del club. Tanta qualità con Ricci, Ilic, Radonjic, Buongiorno, Schuurs

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LAPRESSE Protagonis­ti In alto l’allenatore del Torino Ivan Juric, 47 anni. Accanto l’attaccante Tonny Sanabria, 27, 12 gol in A, e il capitano Ricardo Rodriguez, 30

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