Max uomo dei record Alla sua età nessuno così vincente nei GP
Verstappen con 40 trionfi già a -1 da Senna E il suo team punta alla stagione perfetta
Ad un terzo del cammino del campionato conviene guardare bene i cronometri, le classifiche e soprattutto la realtà delle gare viste fin qui. E cercare di capire perché mai dovremmo seguire le 15 che restano da correre. Per concludere che il solo motivo di interesse è da ricercare nei libri, nella storia, non più in una cronaca che si ripete ogni GP uguale a se stessa. Non è più solo una sensazione come sembrava essere per George Russell che in Bahrain aveva detto: «Questi le possono vincere tutte». Si riferiva alla Red Bull, ovviamente. E a Max Verstappen in particolare. «Dai, non esagerare», avevamo pensato. Sbagliavamo: dopo 7 gare ci rendiamo conto, temiamo, che Giorgino potrebbe aver ragione. E che l’unica adesso sia guardare cosa possono fare Max e la sua RB19 rispetto ai piloti e alle auto più grandi di sempre. Misurarli nella prospettiva degli albi d’oro, non più di un campionato in cui lui ha 53 punti sul primo dei rivali (il compagno, Sergio Perez) e la squadra ne ha 137 sulla Mercedes.
Tra i miti Come s’è rimarcato Verstappen domenica in Spagna ha vinto la quarantesima gara e adesso è a meno una da Ayrton Senna. Davanti, oltre al brasiliano, ha Alain Prost, Sebastian Vettel, Michael Schumacher e Lewis Hamilton. Tutti loro ( vedere il grafico sotto) alla numero 40 ci sono arrivati molto meno giovani di lui. Per contro è vero che Max è quello che ha impiegato più GP di tutti per arrivarci: 170 (160 Hamilton, 157 Senna, 156 Prost, 141 Vettel che tuttavia dopo soli 127 GP aveva 39 vittorie... e 136 Schumacher). Ma il dato è ulteriormente ribaltabile: Verstappen prima di compiere 26 anni ha già l’esperienza e la bravura che i migliori avevano da ultratrentenni. Avanti: con 15 GP ancora da disputare, e considerando che il terzo di sempre, Vettel, ne ha 53, in termini di vittorie assolute il ragazzo potrebbe ritrovarsi già a fine 2023 dietro solo a Schumacher (91) e Hamilton (103). Con tre Mondiali già vinti. Sarà interessante vedere se arriverà a tanto. Se casomai potrà battere il primato di vittorie consecutive che è di 9 e appartiene a Vettel. Ora è a 3, Perez (e non solo lui) avrà tutte le intenzioni di stopparlo. Vedremo. E poi ci sono i trionfi in un singolo anno, record già suo, messo insieme l’anno scorso con 15. Adesso ne ha 5. Ancora: dovesse trionfare a Singapore, in Qatar (i soli circuiti dove ha già corso e non ancora vinto) o a Las Vegas incrementerà gli attuali 23 gradini superiori di podi diversi su cui è già salito, esattamente come Schumacher: solo Hamilton (31) ne ha visitati di più. E poi ci sono Perez, la RB19, la squadra. La stagione immacolata mai ottenuta da nessuno, a un terzo della via, è ancora possibile. Come ha vaticinato Russell. La Red Bull sfreccia nella storia per battere la McLaren 1988 (15 su 16), la Ferrari 2002 (15 su 17), la Mercedes 2016 (19 su 20). In una corsa che ha gli almanacchi come avversari la perfezione come aspirazione.