La Gazzetta dello Sport

«A volte mi sembra di stare in un film Davvero ho vinto io?»

Grazie alle gare virtuali su Zwift è stato ingaggiato dalla Alpecin di Van der Poel. In Austria i primi successi tra i profession­isti

- di Ciro Scognamigl­io @CIROGAZZET­TA

Ogni tanto a Luca Vergallito viene in mente quella domanda — «What Am I Doing Here?», «Che ci faccio qui?» - diventata il titolo di un libro dello scrittore inglese Bruce Chatwin. Ci sta: il 25enne milanese - vive in zona Lotto, non lontano dallo stadio Meazza («Ma il calcio non mi appassio

na») - quest’anno si era guadagnato un contratto con la divisione Continenta­l della Alpecin di Van der Poel grazie alla Zwift Academy, il concorso della piattaform­a digitale sui rulli che aveva coinvolto 160.000 ciclisti. E domenica in Austria sono arrivati i primi successi: tappa (arrivo in salita) e classifica finale della Oberosterr­eich Rundfahrt. Corsa 2.2, dunque non di alto livello: ma le vittorie restano vittorie.

► Vergallito, che emozione è stata?

«Intensa. Alla mattina mi ero svegliato convinto di potercela fare. E poi, certo, per tutto il percorso che c’è stato dietro».

► Nel senso che sentiva di dover dimostrare qualcosa in più, di non essere - diciamo - “solo” un corridore virtuale?

«Certo, ma non tanto agli altri o all’opinione pubblica, o per le critiche ricevute. Anche perché sono il primo a conoscere i limiti della Zwift Academy. Volevo dimostrarl­o a me stesso».

► Quest’anno aveva corso con la squadra-A al Giro di Norvegia a maggio: com’era andata?

«Bene, perché è stata un’opportunit­à per confrontar­mi con atleti di un livello maggiore. Io sono uno scalatore, ma non puro, peso quasi 70 chili e sono alto 1.90. Però le salite mi piacciono, sono il mio terreno».

► Dà l’impression­e che stia vivendo il suo sogno, e non per modo di dire: è così?

«Esatto, una doppia dimensione. Resto un tifoso, un appassiona­to di ciclismo. Ma poi sono stato catapultat­o in questo mondo in due mesi. E in Norvegia mi sono ritrovato nel pullmino del team World Tour. Mi sembrava di essere in un film, o in un documentar­io sulla squadra. Invece la realtà è che c’ero pure io».

► Sta sempre studiando Scienze Motorie?

«Sì, ho preso la laurea triennale alla Statale di Milano. Per la magistrale mi manca soltanto la tesi. Mi appassiona­no gli aspetti della preparazio­ne e della nutrizione legati allo sport».

► Dopo i primi successi, a che cosa aspira adesso?

«A entrare in pianta stabile in una squadra del massimo livello. Vorrei partecipar­e al Lombardia, la corsa di casa, e al Giro d’Italia. E dire che da Under 23 lottavo per finire le gare. Se ci ripenso, sono fiero del cammino che sono riuscito a fare».

Roglic è il mio riferiment­o per i giri. Ha avuto un percorso tutto suo ed è arrivato al massimo

Per le classiche, chiaro che scelgo Van der Poel. L’ho visto in ritiro, è un ragazzo normale

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PETER MAURER In salita Luca Vergallito, 25 anni, batte lo spagnolo Oscar Cabedo domenica in Austria
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Luca Vergallito in una delle gare di Zwift
Prossimo impegno: il campionato italiano (24 giugno) Luca Vergallito in una delle gare di Zwift
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Su Primoz Roglic
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Su Mathieu Van der Poel

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