La Gazzetta dello Sport

I GIOVANI AZZURRI E IL SALTO DI QUALITÀ NELL’ATLETICA

- di PAOLO MARABINI

Aspettando il recupero di Marcell Jacobs, costretto a rimandare già due volte il debutto stagionale, e in attesa del rientro dell’altro campione olimpico Gimbo Tamberi, che ha scelto un approccio soft alla stagione 2023, l’atletica italiana si scopre ugualmente in buona salute, con un manipolo di giovani in continua crescita. Al punto che, pensando sia ai Mondiali di Budapest (19-27 agosto) sia ai Giochi di Parigi, ci sono buoni motivi per guardare con fiducia a uno sport che, prima della straordina­ria cinquina d’oro di Tokyo, era rimasto a lungo ai margini delle gerarchie internazio­nali. La prima cartina di tornasole che attesta la buona condizione del movimento azzurro ce l’ha offerta venerdì scorso il Golden Gala, preludio di un weekend che ha poi aggiunto altre perle, su tutte il gran salto del teenager Mattia Furlani, magnifico talento del salto in lungo (e non solo) planato domenica a 8 metri e 24, cioè 13 centimetri oltre il primato italiano under 20 che nel 2004 era valso al conterrane­o Andrew Howe il titolo mondiale di categoria. Una misura che sarebbe valsa il bronzo sia nell’ultima finale olimpica sia in quella mondiale al ragazzo reatino, capace, qualche giorno prima, di toccare gli 8.44 con un vento di poco superiore alla norma. I salti sono tornati ad essere un giardino fiorito in casa Italia. Sempre il Golden Gala ci ha regalato la prodezza da record (nazionale) del triplista Andy Diaz, cubano da poco eleggibile per la nazionalit­à italiana ma non ancora per vestire d’azzurro: il 17.75 è un diamante destinato ad aumentare di carati ora che il pupillo di Fabrizio Donato ha trovato da noi l’agognata stabilità. Peraltro, aspettando l’argento europeo di Andrea Dallavalle, ha aggiunto altri centimetri al proprio standard pure Emmanuel Ihemeje, alla ricerca solo di maggior regolarità nelle occasioni che contano. Come non esaltare altresì l’irruzione di Larissa Iapichino nella famiglia delle principali protagonis­te contempora­nee del lungo, legittimat­a dal pesantissi­mo successo centrato proprio al Golden Gala al cospetto di fior di specialist­e, con le quali se la giocherà alla pari per una medaglia, anche d’oro, già sulla pedana iridata. Il fermento azzurro è alimentato anche dalla conferma - attesa, ma per nulla scontata - della grande rivelazion­e della stagione indoor, quel Samuele Ceccarelli che, lanciato dal titolo europeo in sala sui 60 davanti a Jacobs, aspettavam­o al varco con grande curiosità sui 100 all’aperto: il 10”13 di Firenze, di fatto al primo vero esame con l’elite della velocità, ci ha detto che il massese può strizzare l’occhio ai 10” netti senza peccare di presunzion­e. A questa lieta conferma si aggiunge quindi la vena ritrovata di un talento che temevamo di aver smarrito, il pesista Leo Fabbri: lui e il campione europeo indoor Zane Weir stanno ridando linfa al getto del peso, pur al netto del dominio incontrast­ato del duo yankee Crouser-Kovacs. Detto infine che il mezzofondo ci vede frizzanti sia al maschile sia al femminile, ma sempre a latere rispetto all’imprendibi­le Africa, anche dalla marcia sono arrivati nelle ultime settimane benauguran­ti segnali da mettere sul piatto delle ambizioni iridate e olimpiche: il ritorno dopo una sequela di guai di Antonella Palmisano, oro di Tokyo, e l’approccio cauto con la nuova stagione da parte dell’altro olimpionic­o Massimo Stano, si portano appresso i progressi del solido Francesco Fortunato. I conti veri, per loro e per tutti, si faranno fra 14 mesi. Ma intanto l’atletica italiana c’è. Ed è sempre meglio esserci.

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Lunghista La saltatrice Larissa Iapichino, 20 anni
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