Guardiola non si fida
«MACCHÉ DIFESA L’INTER GIOCA PER DAVVERO CITY FAVORITO? CONTANO I 90’»
Pep sull’avversario di Istanbul «Squadra compatta che riparte al top. E ha già vinto la Coppa...»
«M ister!». Thierry Henry che lo chiama appena finito il primo vero allenamento di squadra in vista della finale di Champions League è una delle poche cose capace di strappargli un sorriso. Come Elton John e l’incontro di sabato sera nella sezione voli privati dell’aeroporto di Manchester con l’FA Cup e la leggenda della musica se ne andava dopo uno degli ultimi concerti della sua carriera. Per il resto, la testa di Pep Guardiola è completamente concentrata sull’Inter e sulla partita che vale il triplete, che può aprire al City le porte della leggenda. «Dobbiamo vincere in Europa per essere di un altro livello. È così semplice».
Inter Più semplice a dirsi che a farsi, ovviamente. E Guardiola lo sa benissimo. Perché ha passato gli ultimi giorni immerso nelle partite dei nerazzurri per conoscerne ogni dettaglio, interiorizzarne ogni difetto, impararne a memoria gli schemi e i segreti in modo da poterli trasmettere poi ai suoi giocatori. L’Inter è entrata nella testa di Pep appena superato il Real Madrid e adesso è diventato il prossimo avversario, quello da battere per prendersi la Champions che manca alla sua collezione di trionfi col City. «Sono una squadra davvero ottima, e ora che la conosco bene capisco perfettamente perché è arrivata a questa finale - dice Pep dei nerazzurri -. L’Inter non difende soltanto come molti sostengono: è una squadra abituata a controllare tutte le partite in Italia, ha sempre un ottimo piano partita e ci costringerà a difendere alla grande. È una squadra con una storia migliore della nostra, visto che ha già vinto questa coppa e noi no, e che negli ultimi anni ha fatto molto bene anche per quanto sono bravi con la palla e in contropiede, a trovare l’attaccante. Hanno un ottimo processo di costruzione del gioco che comincia con Onana, uno dei migliori portieri del mondo in fase di costruzione. Rende difficile il nostro pressing, perché ovviamente non puoi controllare tutti i giocatori in campo. Siamo in finale contro una grande squadra e dobbiamo fare di tutto per batterla. Abbiamo fiducia e siamo ottimisti, ma allo stesso tempo non possiamo dimenticare le qualità dei nostri avversari. Non va mai fatto, soprattutto in una finale di Champions».
Preparazione È il messaggio che Guardiola ha trasmesso da tempo ai giocatori: il modo per vincere una finale non è una preparazione speciale, o stravolgere gli schemi come in passato lui stesso ha fatto, ma conoscere nel dettaglio gli avversari e sapere come batterli. Ieri, davanti a oltre cento giornalisti provenienti da tutto il mondo, ha organizzato un allenamento a consumo di telecamere, con torelli e partitelle 8 contro 8. Ma da oggi, a porte chiuse, comincerà la vera preparazione per l’Inter, quella in cui tutto quello che Pep ha imparato negli ultimi giorni sulla squadra di Inzaghi verrà passato ai giocatori. Il City ha un canovaccio preciso in cui muoversi, un modulo mutaforma su cui ha costruito questo assalto alla leggenda, ma Pep trova sempre il modo di fare qualche piccolo aggiustamento a seconda di chi si trova davanti. «In finale non conta quello che hai fatto prima: contano solo quei 90 e più minuti, quello che fai in quella specifica partita - dice -. Si tratta di fare quello che serve per essere meglio degli avversari». È quello che gli ha insegnato l’esperienza, la finale 2021 di Champions persa contro il Chelsea da favorito, come il City sarà sabato contro l’Inter. «Stavolta però speriamo in un risultato diverso». Lo dice con uno dei pochi sorrisi di questi giorni, prima di tornare a concentrarsi sui nerazzurri. Perché il triplete del City passa anche dalla sua testa, dalle sue intuizioni, dal suo genio.
Costruzione Sono bravi a partire da Onana, un top in impostazione Organizzazione Hanno sempre un ottimo piano partita. Servirà molta difesa