Ranieri La pressione non la sentiamo, anche se ci giochiamo tutto Ranieri senatore a Cagliari Sfida allo stratega del Bari
L’esperienza del tecnico rossoblù contro la fantasia di quello biancorosso, al debutto in B: in palio c’è la A
Confronto I due hanno quasi 21 anni di differenza e sono diversi in tante cose, ma la voglia di stupire è la stessa
Sir Claudio e Mister Mignani. Due allenatori agli antipodi, due personaggi con storia, età, curriculum e caratteri differenti che hanno trascinato i rispettivi popoli a un passo dal grande sogno della Serie A. Il denominatore comune? Entrambi da giocatori erano difensori e tutti e due hanno allenato in Sardegna: Ranieri a più riprese a Cagliari, Mignani all’Olbia, sua prima squadra tra i professionisti. «Se si guarda i tecnici non c’è gara. Ranieri ha una storia che ci vorrebbero giorni per raccontarla, per quanto riguarda la mia ci si sbriga presto...» dice Mignani, carattere modesto, a cui non piacciono le luci dei riflettori ma che a Bari ha trovato l’ambiente ideale.
Esperienza Arrivato in Puglia dopo l’esperienza di Modena, fortemente voluto dal d.s. Ciro Polito, ha subito fatto centro portando la squadra in Serie B al primo colpo. E quest’anno, da esordiente, tenta il doppio salto dalla C alla A dal sapore storico e riuscito proprio a Ranieri a Cagliari 32 anni fa. Il tecnico romano da quell’esperienza cominciò la sua scalata che lo ha portato ad allenare in quattro dei cinque campionati top d’Europa (gli manca solo la Bundesliga), vincendo trofei ovunque e con l’immortalità sportiva raggiunta sette anni fa con il miracolo Leicester. Ranieri ha 21 anni più di Mignani, è di un’altra generazione, e grazie anche all’esperienza è riuscito a gestire una situazione complicatissima, nell’andata della semifinale playoff con il Parma avanti di due gol alla fine del primo tempo. Negli spogliatoi l’allenatore del Cagliari ha toccato le corde giuste e, con una ripresa sontuosa, ha ribaltato il corso del match e forse della stagione, grazie alla doppietta di Luvumbo e a Lapadula, prima di gestire senza grandi problemi la gara di ritorno al Tardini. Ranieri ha preso in mano il Cagliari (dall’esonerato Fabio Liverani) a fine dicembre, modellandolo a suo uso e consumo e trasformandolo in una macchina da risultati, risalita fino al quinto posto nella stagione regolare. Ora è alla missione finale: riportare subito in Serie A il Cagliari come già fatto nel 1991. «Quando sono arrivato dovevo suonare la carica - ha detto ieri -. Sapevo che sarebbe stato difficile centrare il secondo posto, ma è stato un buon campionato. Io sono un agonista e non mi basta. Sono fatto così. La pressione non la sentiamo, anche se ci giochiamo la stagione. Sappiamo che loro sono avvantaggiati, ma sappiamo anche che noi dobbiamo vincere».
Serenità Già, al Bari bastano due pareggi in virtù del migliore piazzamento in campionato. Per questo Sir Claudio vuole sfruttare il fattore campo domani sera. «Abbiamo dietro un popolo e un’isola. Mi dispiace non avere uno stadio da 50mila persone come a Bari perché lo avremmo riempito...». Dall’altra parte Mignani affronta questo bivio per la Serie A nel modo più sereno. L’incrocio con Ranieri lo stimola ma non lo preoccupa. «Io e lui ci siamo già affrontati nel girone di ritorno (1-1 al San Nicola ndr) ma nel frattempo il Cagliari è cambiato. Ranieri gli ha dato un senso, una logica. Ci troveremo davanti un ostacolo enorme, ma non perdo il sonno. Uno dei pochi problemi che non ho». Di sicuro non ha problemi neanche con la piazza, lui che è nato a Genova: gli basta fare quattro passi in città per raccogliere abbracci e complimenti. «Comincio a sentirmi barese - aggiunge Mignani -, la cosa più bella è aver risvegliato un grande pubblico come il nostro». Basterà a piegare Sir Claudio?