La Gazzetta dello Sport

Sangue, grinta e quell’ingenuità I 90’ stregati del capitano

Colpito dai tifosi del West Ham, lotta ma cede: «Noi morti dentro»

- di Giacomo Detomaso

Poteva essere la notte della coppa sollevata con la fascia al braccio, per Cristiano Biraghi. Sarebbe stato il primo capitano Viola a guidare la Fiorentina al trionfo in una grande competizio­ne europea dalla Coppa delle Coppe del 1961. Voleva farlo per la Fiesole, con cui negli anni ha costruito un legame speciale. Nel riscaldame­nto, non a caso, si era presentato con la bandiera dei quattro quartieri storici di Firenze. Nella conferenza stampa di vigilia aveva promesso che avrebbero dato tutto: «Non avremo nemmeno la forza nelle gambe per arrivare in spogliatoi­o», aveva detto.

Cuore e lucidità Il cuore, lui e i suoi, ce l’hanno messo, come sempre. La lucidità nei momenti chiave della partita, però, è mancata. E anche questa non è una novità. Biraghi oltre al cuore, ci ha messo anche il sangue, in senso letterale. Poco dopo la mezz’ora, mentre andava a battere un calcio d’angolo sotto la curva occupata dai tifosi del West Ham, viene bersagliat­o da una pioggia di bicchieri di plastica e altri oggetti, compresa una sigaretta elettronic­a. Uno dei bicchieri - dotati di un gancio che consente di trasportar­ne più di uno contempora­neamente (erano distribuit­i nei bar dello stadio) - gli procura un taglio alla testa. Lui risponde con applausi ironici e prosegue la partita con una vistosa fasciatura viola. E così conciato, nella ripresa, commette l’ingenuità che porta al rigore dell’1-0 di Benrahma: i riflessi lo tradiscono quando con la mano, sugli sviluppi di un fallo laterale (a proposito di ingenuità), tocca il pallone in area, provando ad arginare Jarrod Bowen. «Fa troppo male, siamo morti dentro» ha commentato a fine partita il capitano.

Jack deluso L’altra faccia della delusione viola, o meglio dell’illusione, è di Giacomo Bonaventur­a. L’uomo che lega centrocamp­o e attacco e fa decollare il gioco di Italiano. Un’altra caratteris­tica, stavolta positiva, della Fiorentina che abbiamo imparato a conoscere quest’anno è la sua capacità di reagire: 5 minuti dopo il rigore trasformat­o da Benrahma, Jack con una gran combo sinistro-destro manda in delirio la curva viola, un urlo che al 90’ si infrange contro il gol vittoria di Bowen, stavolta arrivato per una lettura in ritardo di Igor. Il primo a parlare dopo la partita è Nikola Milenkovic, difensore che avrebbe potuto giocare la finale con l’altra maglia, ma in estate ha preferito rinnovare con i Viola, senza cedere alle sirene della Premier League: «Fa male, la squadra ha dato il massimo. In certe occasioni dobbiamo essere più concentrat­i». Il serbo commenta così il gol decisivo, arrivato quando i supplement­ari erano più di una ipotesi: «Sapevamo che, con noi così alti, loro avrebbero cercato la profondità. Abbiamo letto male la situazione. Queste squadre non ti perdonano niente, nelle finali questi dettagli fanno la differenza. Così torniamo a casa senza trofei». Incontenib­ile la gioia dell’autore del gol vittoria Bowen, eletto uomo partita: «Ero convinto che saremmo andati ai supplement­are, ma c’è stata per me quell’ultima chance e sono così felice. È la vittoria di tutti, significa così tanto per noi».

 ?? EPA ?? Confronto Cristiano Biraghi, insanguina­to, con il capitano inglese Rice
EPA Confronto Cristiano Biraghi, insanguina­to, con il capitano inglese Rice

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy