Con i gol di Casadei la finale è possibile Lo manda Tuchel
Sfida alla Corea del Sud: il leader è l’azzurro, preteso dal tecnico quando era al Chelsea. Con 6 reti è il goleador del torneo
Era quasi una hit da bar, tormentone dell’estate 2022: ma chi è Cesare Casadei? Difficile non chiederselo, il Chelsea l’aveva appena comprato dall’Inter per 15 milioni più 5 di bonus. Soldi veri per un ragazzo di 19 anni di cui tutti magnificavano le doti ma che non aveva giocato una sola partita da pro’ in vita sua. Bene, oggi una risposta si può abbozzare: Cesare Casadei è il miglior calciatore fin qui visto al Mondiale Under 20. E se guardare il calcio dei giovani è come guardare una vigna pregustando il vino che verrà, il suo boom e quello degli altri azzurri fa ben sperare. L’Italia stasera a La Plata affronterà la Corea del Sud per un posto in finale: un cammino insperato a inizio torneo viste le numerose defezioni, ma percorso a passo deciso da un gruppo compatto in cui hanno saputo esaltarsi talenti tutt’altro che convenzionali. E Casadei è il primo tra questi.
Numeri Tornando alla domanda, i numeri: in un 4-3-1-2 in cui la scintilla la mette la fantasia di Baldanzi e la benzina il gran lavoro di Faticanti e Prati, Casadei fa la mezzala con rendimento da punta. È capocannoniere del torneo con 6 gol, di cui due su rigori che lui stesso si è procurato, tira 3,6 volte a partita, vince il 60% dei duelli in cui è coinvolto, passa con l’83% e ha smazzato pure 2 assist. Poi quello che i numeri non dicono, ovvero la prestanza fisica, i raddoppi che attira, la sicurezza e la personalità con cui tenta giocate difficili anche negli ultimi metri, le palle alte tutte sue e il fatto che ha asfaltato nello scontro diretto altre due stelline strapagate dal Chelsea, il brasiliano Andrey Santos e l’inglese Chukwuemeka. All’Inter era noto come un tremendo incursore quando il gioco lo creavano gli altri, in questa Italia è molto più al centro di tutto. Il paragone più gettonato? Milinkovic-Savic. E lui alla Gazzetta dello Sport qualche giorno fa ha mostrato di gradire: «Uno di quelli a cui per gioco e fisicità mi ispiro, ma c’è da lavorare...».
Piada e fish’n chips Romagnolo, un chiosco di piadine a Milano Marittima gestito dalla famiglia dove fino a qualche anno fa andava a dare una mano e un fratello che gioca centravanti a Florida Tech in Ncaa, Cesare Casadei non è andato al Chelsea per caso o per un raptus di shopping compulsivo. Neil Bath, direttore dell’Academy dei Blues, aveva il suo nome segnato fin da quando era negli allievi dell’Inter, poi la spinta decisiva l’ha data Tuchel: è rimasto così stregato dal suo potenziale che ha suggerito al club di rilanciare dopo una prima offerta respinta dai nerazzurri. Il Chelsea per lui ha optato per un inserimento graduale: prima parte di stagione a
Cobham tra riserve e prima squadra, per farlo ambientare e dargli modo di imparare la lingua, poi prestito al Reading in Championship. L’ha allenato Paul Ince, uno che di mediana ne sa. Casadei ha giocato, ha segnato, è retrocesso, ha fatto fesserie e cosa buone, ha preso responsabilità sulle spalle, è uscito dal guscio. Adesso palla a Pochettino, l’idea pare quella di alzare l’asticella del prestito, magari in Premier. C’è tempo, nel frattempo Casadei ha la Corea del Sud da battere e un Mondiale da provare a vincere. Tanto ora l’inglese lo sa, e la gente sa chi è lui.