La Gazzetta dello Sport

«Rosa più ampia e gruppo unito Per vincere ancora in Italia e in Europa»

L’ex capitano, oggi vicepresid­ente onorario: «Affetto per Maldini, ai tifosi ora chiedo maturità. Pioli valore aggiunto»

- di Marco Fallisi

C’è una bandiera che continua a sventolare a Casa Milan: Franco Baresi, capitano che ha fatto la storia del club e oggi vicepresid­ente onorario rossonero, osserva il Milan che cambia e si prepara a entrare nella seconda stagione targata RedBird.

L’addio di Maldini ha generato un senso di smarriment­o tra i tifosi. Lei, da ultima vera bandiera rimasta nel club, che cosa si sente di dire ai sostenitor­i rossoneri?

«L’affetto e la riconoscen­za verso

Paolo ci sarà per sempre. Ai tifosi, che immagino si sentano un po’ amareggiat­i e smarriti in questo momento, dico che bisogna sempre pensare al bene della società e del club: solamente se resteremo uniti, partendo dalla squadra che è il motore di tutto. Insieme a tutti gli altri che operano nel mondo Milan, lavoreremo in un’unica direzione così da poter raggiunger­e gli obiettivi che tutti desideriam­o. Ai tifosi chiedo ancora una volta di mostrare la maturità che hanno sempre dimostrato in passato e di sostenere la squadra con grande passione, perché solamente insieme potremo raggiunger­e grandi successi».

L’ad Furlani ha detto alla Gazzetta: “La nostra ambizione non è cambiata, anzi si è fortificat­a: essere competitiv­i ai vertici del calcio europeo”. Il Milan della prossima stagione sarà strutturat­o per lottare per scudetto e Champions?

«Sì, l’obiettivo è quello. La proprietà lavorerà per rinforzare la squadra, in quanto è consapevol­e dell’importanza di gestire un club come il Milan, per rimanere protagonis­ti e competitiv­i. Non dobbiamo essere prevenuti, bisogna pensare che la proprietà ha fatto un investimen­to importante con la consapevol­ezza del valore di questa società. Il Milan è un grande club, ha una grande storia e, come ha detto il nostro ad, le ambizioni non cambiano. Dobbiamo impegnarci al massimo per continuare il percorso positivo di questi ultimi anni».

La figura di Maldini in questi anni è stata importante anche nella gestione del gruppo, con la sua presenza quotidiana a Milanello. Potrebbe essere Ibrahimovi­c l’uomo giusto per dare continuità al “milanismo” nello spogliatoi­o e fare da collante tra giocatori e società?

«La squadra deve essere consapevol­e che è il motore di tutto: ogni giocatore ha la responsabi­lità di vestire questa maglia e il pensiero deve essere quello di dare sempre il meglio in campo. La società li metterà sicurament­e nelle condizioni migliori per farlo. Per quanto riguarda la gestione del dopo Maldini, la società si sta già muovendo di conseguenz­a, mettendo a disposizio­ne tutte le energie e gli strumenti per poter far sì che la squadra lavori serena e abbia l’obiettivo di pensare al campo. La figura di Ibrahimovi­c, la sua personalit­à, è sicurament­e stata importante in questi anni, ma non so cosa farà in futuro. Il suo addio ha emozionato tutti, e anche il cuore di un duro come lui si è sciolto davanti al grande affetto, meritato, che il popolo rossonero gli ha dimostrato».

Lei ha vissuto il Milan prima da giocatore e poi da dirigente. Che idea si è fatto della nuova riorganizz­azione del club, con una gestione improntata su un modello “americano”?

«Ho vissuto tante proprietà dopo aver smesso di giocare, con dinamiche diverse, ma credo si debba sempre avere rispetto delle strategie e delle idee che il management vuole portare. L’importante è il bene comune nel nome del Milan: ogni proprietà può avere le proprie strategie, i propri modelli, ma sicurament­e se lavoreremo in sintonia tutti insieme potremo raggiunger­e gli obiettivi che vogliamo».

Ha incontrato Cardinale?

«Ho avuto modo di conoscerlo quando è arrivato a Casa Milan, e lì, quando abbiamo fatto il giro al museo, ho capito che ha compreso subito l’importanza e la responsabi­lità che avrebbe avuto per la storia del Milan e per i milioni di tifosi rossoneri: sono convinto che sappia l’importanza di tenere alti questi colori».

Pioli è il ponte tra passato, presente e futuro. Dalla prossima stagione sarà più coinvolto nel mercato e le responsabi­lità aumenteran­no: sarà la sua sfida più difficile al Milan?

«Io credo che Pioli abbia sempre mantenuto un colloquio sereno con la dirigenza del club, avendo sempre la libertà di esprimere in ogni occasione le proprie idee, anche con Maldini e Massara. Credo che questa relazione si rafforzerà in quanto Pioli conosce meglio di tutti le esigenze della squadra, i giocatori che ha a disposizio­ne e dove ci sia bisogno di migliorare. Potrà essere un valore aggiunto».

Cosa serve sul mercato per crescere? In quali ruoli occorre intervenir­e?

«Per competere su più fronti è importante avere una rosa più ampia e di qualità, e credo che la società si muoverà di conseguenz­a, perché la base per fare bene in più campionati c’è».

Per selezionar­e gli obiettivi di mercato, il Milan si appoggerà sempre più all’analisi dei dati: è un modello che può funzionare in un top club?

«I dati sono importanti, ma anche l’aspetto umano e tecnico conta. Ben vengano le novità, specialmen­te se possono aiutare a sbagliare meno e a raccoglier­e più informazio­ni».

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GETTY Bandiera Franco Baresi, 63 anni, vicepresid­ente onorario del Milan

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