Torna a Salerno alla guida dell’Empoli Deve raggiungere un’altra salvezza
Nel 2022 era il tecnico dei granata, oggi vuole batterli: «Però non è una finale»
Terzo allenatore Dopo Zanetti e Andreazzoli a gennaio è arrivato lui: subito cinque punti in tre partite
Il piano «Stiamo cercando di costruire una rincorsa. Questo è un altro gradino in uno stadio pieno»
Nostalgia, lacrime, emozioni., Forse le emozioni sì, dai un minimo sì. Ma Davide Nicola, che stasera torna all’Arechi di Salerno, dove verrà applaudito, è già concentrato nella nuova «mission impossible»: salvare l’Empoli. I ricordi fanno soltanto parte del passato e lo si è capito ieri nella conferenza stampa di vigilia, di presentazione di una partita delicatissima per la Salernitana, ma anche per la squadra toscana che Nicola sta provando a risollevare. La partenza è stata buona: cinque punti in tre partite. Lezione con tre sberle al Monza, pareggio all’Allianz Stadium con la Juve, quando ancora qualche problema lo risolveva il talento di Tommasino Baldanzi (ora alla Roma), pari in frenata in casa e senza gol contro il Genoa. Il nuovo tecnico dei toscani, il terzo, dopo Paolo Zanetti e Aurelio Andreazzoli, non ha fatto praticamente cenno al suo passato a Salerno dove prese in mano i granata il 15 febbraio 2022. Erano ultimi con 13 punti dopo 23 giornate. Esattamente come adesso. Nicola riuscì a salvarli, mettendo in campo tutte le sue doti di combattente, di guerriero, di psicologo, riuscì a trovare le motivazioni in ognuno di quei ragazzi trascinandoli a un traguardo straordinario anche grazie al Cagliari che all’ultima giornata con la Salernitana battuta pesantemente a casa sua dall’Udinese non riuscì a superare il Venezia già retrocesso al Penzo. Nicola finì in trionfo e iniziò la stagione successiva senza, però ripetere il miracolo. Qualcosa si ruppe, il chiacchiericcio da provincia prese il sopravvento, il rapporto con il ds Morgan de Sanctis, eufemismo, non era dei migliori e sempre il 15 febbraio, pur con la squadra, in quel momento salva, arrivò l’esonero.
Nuova vita A Salerno il tecnico piemontese viveva immerso nella sua attività. Ore e ore passate al campo, poche serate nei ristoranti del centro della città dove poi prese casa. Inizialmente abitava fuori. La ossessionata convinzione che «impossible is nothing» ha determinato il suo buon lavoro, durato un anno. E così, dopo Crotone, dove nel 2017 gli hanno conferito la cittadinanza onoraria per l’impresa salvezza compiuta, e Salerno eccolo proiettato su un altro colpaccio. Ha ripreso (sempre il 15, ma stavolta a gennaio) una squadra in corsa, come successe, dopo la Calabria, a Udine, Genova (sponda rossoblù) e Torino (sponda granata), ha caricato il vice Simone Barone e lo staff ed eccolo in Toscana dove lo stile di vita è in linea con quello attuato nelle altre piazze. Trasferimento in casa già fatto, ore e ore allo stadio, poche, sporadiche uscite per cena. Davide è soltanto concentrato sull’obiettivo. L’impatto è stato eccellente. Nella tranquilla Empoli ora dicono che c’era bisogno di un tipo così, che desse una sveglia a tutti.
Percorso Oggi torna a Salerno dove si è fatto amare ed è in programma una battaglia: «Non è una finale, stiamo cercando di costruire una rincorsa, a livello pedagogico. Credo nel lavoro che quotidianamente stiamo facendo, ai dati che parlano di miglioramento. E’ un altro gradino. Ci scontriamo con un avversario che ha valori, in uno stadio gremito che è l’essenza del calcio». Nicola ha a disposizione il talento di Niang che ha scelto di rimettersi in gioco a Empoli: «Ho visto una squadra che allena con entusiasmo e con la voglia di migliorarsi. Anche Niang lo ha fatto con grande dedizione. Credo che tutti siano pronti, perlomeno per una parte di gara. Da qui alla fine abbiamo bisogno di tutti e tutti diventando fondamentali. L’allenatore deve incoraggiare i propri giocatori e dare loro fiducia. E io in loro ho grande fiducia anche se la Salernitana ha grande qualità. Dobbiamo essere lucidi».