LA REGINA ora alza LA VOCE
GRIDO SHIFFRIN «TROPPE GARE ORA ASCOLTATE NOI ATLETI»
La pazienza è finita. Non si sa se la goccia che ha fatto traboccare il vaso sia stata l’infortunio di Sofia Goggia (alla quale ha rivolto i suoi auguri) lunedì scorso in allenamento, o l’impossibilità a rientrare nelle gare del weekend, col rischio di perdere - anche solo momentaneamente - la leadership di Coppa del Mondo a favore della svizzera Lara GutBehrami.
Mikaela Shiffrin, la sciatrice più vincente di sempre, tra le 100 personalità più influenti al mondo secondo la rivista Time, esce allo scoperto e con un lungo intervento pubblicato sui propri canali social sceglie di ribaltare il caso degli infortuni nel circo bianco, negando ogni semplificazione, e anzi fornendo l’elenco delle cause che stanno dietro all’emergenza. Una scelta forte e coraggiosa, quella della 28enne statunitense, dopo tre settimane molto complicate per lo sci alpino mondiale con la lunga serie di incidenti che hanno riguardato atleti top tra le piste di Bormio, Wengen, Jasna e Cortina: Marco Schwarz, Alexis Pinturault e Aleksander Kilde al maschile; Petra Vlhova, la stessa Shiffrin, Valérie Grenier e Corinne Suter al femminile, più la Goggia sulle nevi di Ponte di Legno. In tutto fanno cinque ori olimpici e 13 mondiali nell’ultimo decennio.
Accuse «La quantità di infortuni quest’anno è stata impressionante, si è detto molto a riguardo e concordo assolutamente con chi ha chiesto di approfondire meglio le richieste degli atleti di punta - è la premessa della cinque volte campionessa del mondo -. Sì, queste sono gare di sci e sì, scegliamo di correre un rischio ogni volta che varchiamo il cancelletto di partenza, ma sia dal punto di vista del calendario gare, sia per la gestione del programma postevento, non riesco a spiegare con le parole quante e quali siano le reali richieste per i primi quindici atleti che competono in più discipline o finiscono costantemente sul podio». Sul numero di gare non servono tante parole, basta osservare il grafico sopra per accorgersi come in cinquant’anni siano quasi triplicate. Un calendario già compresso e reso ancor più ostico da cancellazioni e recuperi che stravolgono la routine degli atleti.
Stanchezza Per avvalorare ancor di più la propria tesi, la numero uno richiama le parole pronunciate una settimana fa dal fidanzato gravemente infortunato, il norvegese Kilde, a proposito degli impegni che ogni atleta finito sul podio ha dopo la gara. «Come ha detto Aleks, se contiamo gli incontri con i media e le premiazioni che si protraggono fino al pomeriggio, avere un programma così fitto anche alla sera è davvero troppo (restano 60-90 minuti per mangiare e recuperare fisicamente), soprattutto quando le gare sono spalmate su più giorni. Sono assolutamente convinta che la stanchezza a questo punto della stagione abbia un ruolo negli infortuni che abbiamo visto ultimamente, compreso il mio». La regina del circo bianco non è la prima a lanciare un SOS in questa stagione, prima di lei a Cortina d’Ampezzo si era sfogata anche la svizzera Gut-Behrami, seconda forza del circuito femminile: «Il fatto di spingere tutto all’estremo, che tante volte il marketing venga prima della performance sportiva, apre la porta a tanti rischi. Quando gareggi non importa i follower o gli sponsor che hai, quanto sei stata disponibile con i media o con i fan. Sono tutte cose che ti tolgono energia. E se poi, quando vai in partenza, sei “solo” al 98%, hai grandi possibilità di finire nelle reti».
«Spingere tutto all’estremo, con il marketing che viene prima della prestazione, apre la porta a tanti rischi» Ancora assente dopo la caduta di Cortina, la numero 1 va all’attacco sugli infortuni: «Tanti impegni ci stancano»