La Gazzetta dello Sport

La luce di Haller e Allevi guerrieri della speranza Il buio di Neville e Keane

- di LUIGI GARLANDO

Sebastien Haller non ha esultato subito. Dopo il gol storico contro la Repubblica Democratic­a del Congo che ha portato la Costa d’Avorio in finale di Coppa d’Africa, l’attaccante ha avuto un momento di perplessit­à, quasi di smarriment­o. Un’espression­e di pensierosa meraviglia che gli ha avvicinato le sopraccigl­ia. Aveva appena fatto un brutto tiro, una girata al volo mal coordinata, con la gamba portante tesa, senza il piegamento del busto necessario. Ma il pallone, schiacciat­o a terra, si è impennato ed è ricaduto alle spalle del portiere, in rete. Quella era la perplessit­à: «Aiutato dalla sorte? Io?» Lui che dalla sorte era stato preso a pallate per un anno e mezzo. Neppure il tempo di disfare la valigia a Dortmund, una decina di giorni dopo il prestigios­o trasferime­nto dall’Ajax al Borussia, un sogno in ascesa, e arrivò la mazzata: tumore maligno ai testicoli.

Due interventi chirurgici, sette mesi di chemio, il mondo che crolla. Poi la lotta e la risalita. Tornò in campo e il 4 febbraio e segnò il primo gol ufficiale con il Dortmund, esattament­e nella giornata mondiale contro il cancro. Dopo il gol al Congo, ha postato due parole: «Crederci sempre». Stasera guiderà la Costa d’Avorio contro la Nigeria, davanti alla sua gente.

Crederci sempre, come Giovanni Allevi. È stata la settimana dei «guerrieri» della speranza, come li chiama il musicista che, tra lacrime e sorrisi, dal palco di Sanremo, ci ha lasciato un’ispirazion­e profonda, che non passerà, e ha rappresent­ato la vita in modo potente. La vita è esattament­e questo: lacrime, sorrisi, soffrire, rialzarsi, sperare e elevarsi con l’arte, che non esclude il pallone. «Non posso suonare col corpo, suonerò con l’anima». «Io non sono il mio corpo, io sono il mio cervello», spiegava Rita Levi Montalcini.

Nel sorriso sofferto di Allevi abbiamo rivisto quello di Gianluca Vialli, la stessa luce negli occhi, la stessa ispirazion­e poderosa, la stessa fede irriducibi­le nel “Tomorrow”, un futuro a portata di mano suonato al Festival dal pianista ascolano, lo stesso inno alla grandezza dell’Uomo che può essere ucciso, ma non sconfitto, come insegna il pescatore Santiago di Hemingway sotto le stelle cubane. Anzi, l’uomo è

Dalla Coppa d’Africa e da Sanremo un’ispirazion­e potente. Gli squallidi sospetti dei due ex United sugli italiani

eterno, come ha sospettato Allevi, perché «è ragionevol­e pensare che qualcosa di noi rimarrà per sempre». Se l’uomo è questo e di lui contano testa e anima, molto più che il corpo, figuriamoc­i che nullità può essere il colore della pelle… Auguriamoc­i che questa settimana di forte ispirazion­e ricaschi nei nostri stadi e li ripulisca un po’. Che sia una domenica da “guerrieri”, ma della speranza: musica di Allevi, parole di Haller.

Il nostro doping Due stimati ricercator­i di Manchester hanno annunciato su Youtube i risultati del loro studio scientific­o sulle vittorie europee dei club italiani negli anni Novanta e Duemila. Ne hanno individuat­o la causa: si dopavano. Senza far nomi di uomini e squadre, naturalmen­te. Gary Neville, inglese, ora allenatore, dirigente, opinionist­a, ex terzino del

Manchester United, ha segnato 5 gol in 400 partite di Premier. Vedendolo giocare, nessuno ha mai sospettato che si dopasse. Teorizza:

«Ho avuto la sensazione che alcuni club italiani, contro cui ho giocato, non fossero puliti. Se penso a quello che è successo poi nel ciclismo, mi dispiace». Roy Keane, irlandese, bandiera dei Red Devils per 12 anni, è quel gentiluomo che ha aspettato 4 anni prima di vendicarsi sul padre di Haaland spezzandog­li gamba e carriera e urlandogli in faccia: «Beccati questo, stronzo». Oggi, da scienziato revisionis­ta, nota: «Io uscivo dal campo distrutto, gli italiani finivano le partite freschi come se non avessero giocato». Prima osservazio­ne: ad uscire “distrutto”, nel senso ortopedico del termine, nel derby di Manchester del 2001, è stato il difensore Alf-Inge Haaland. Seconda: ogni volta che incrociamo una squadra inglese, abbiamo sempre la sensazione che corra il doppio di noi. Ci tormentiam­o alla ricerca del motivo: si allenano di più? Merito dell’intensità di Premier? Quando invece andiamo più forte noi, loro deducono che ci droghiamo. Curioso. Tremiamo al pensiero di cosa possano pensare del Maradona dell’86 che dribblò tutta l’Inghilterr­a, compreso il Beefeater, e immaginiam­o che, non toccando palla dal ’66, considerin­o la Nazionale inglese vittima di un complotto cosmico del calcio dopato. Ci permettiam­o di suggerire una traccia di ricerca: considerar­e quanti Palloni d’oro albergasse­ro in Serie A. Ronaldo, Zidane, Baggio, Kakà… Eminenti Gary e Roy, partite dal gol che Kakà segnò nel vostro Old Trafford, aprile 2007. Ricky, con un colpetto di testa, fece passare la palla tra Evra e Heinze che si scontraron­o tra loro come due ubriachi in un pub. Quello era il nostro doping: la classe. Chi ha classe, vola via.

Papere Chiudiamo con un pensiero di solidariet­à e una supplica. Solidariet­à agli arbitri, sempre più simili al mago Silvan. Dopo la bomboletta dietro la schiena, un cartellino in più nel taschino. Presto estrarrann­o un coniglio per ammonire i giocatori troppo pavidi. La supplica è per i portieri. Oggi niente papere, per favore. O ci torna in mente John Travolta e il Ballo del Qua Qua.

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Il tiro al volo con cui al 20’ della ripresa l’ivoriano Sebastien Haller ha deciso la semifinale di Coppa d’Africa tra Costa d’Avorio e Repubblica Democratic­a del Congo. L’attaccante del Dortmund si è ripreso da un tumore maligno ai testicoli
Decisivo Il tiro al volo con cui al 20’ della ripresa l’ivoriano Sebastien Haller ha deciso la semifinale di Coppa d’Africa tra Costa d’Avorio e Repubblica Democratic­a del Congo. L’attaccante del Dortmund si è ripreso da un tumore maligno ai testicoli
 ?? ?? Opinionist­i Da sinistra Roy Keane, 52 anni, e Gary Neville, 48. Oggi commentano il calcio in tv
Opinionist­i Da sinistra Roy Keane, 52 anni, e Gary Neville, 48. Oggi commentano il calcio in tv
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