La Gazzetta dello Sport

Da Haaland fino a Vinicius City e Real hanno le stelle e restano sempre davanti

L’Inter può compensare il divario con il suo essere squadra “dura da affrontare”, come ha detto Guardiola a Inzaghi

- di Sebastiano Vernazza MILANO

La chiave I nerazzurri si adattano a ogni avversario e situazione, come si è visto a Istanbul

L’Inter è stata finalista della Champions 2023, partita in cui ha messo in seria difficoltà il Manchester City. Non si può escludere nulla, neppure che l’Inter raggiunga di nuovo la finale e vinca la Coppa, però resta una certa distanza con le grandi favorite della competizio­ne, il City detentore del trofeo e il Real Madrid della nuova generazion­e di talenti.

Fenomeni Il City ha Haaland e De Bruyne, quest’ultimo fresco di rientro da un brutto infortunio muscolare. Nel Real giocano Vinicius e Bellingham. L’Inter non ha fuoriclass­e di questo livello, Lautaro Martinez, per quanto forte sia, rimane un gradino sotto tali giocatori. È vero che con quasi tutte le altre squadre l’Inter non partirebbe sfavorita, a cominciare dall’Atletico Madrid avversario negli ottavi, e incluso il Bayern di Kane, in affanno nella Bundesliga, o il Psg di Luis Enrique appeso agli umori di Mbappé, prossimo al trasferime­nto al Real. Non è poco, anzi è molto, certe fessure potrebbero trasformar­si in varchi, ma no, l’Inter non è oggi tra le favorite per la vittoria finale. Dominare in Serie A non basta per essere certi di spingersi molto avanti in Champions. Sono due mondi non paralleli e non paragonabi­li. In Europa la variabile del sorteggio pesa tantissimo. L’Inter, un anno fa, ha goduto di un tabellone favorevole: Porto agli ottavi, Benfica ai quarti, Milan nelle semifinali. Squadre alla portata. In finale si è imbattuta nel City di Haaland, de Bruyne e Rodrigo e ha perso, sebbene sia rimasta in gara fino all’ultimo.

Squadra La certezza dell’Inter è Simone Inzaghi, le coppe sono il suo territorio di caccia preferito. Finora Inzaghi è stato un allenatore molto bravo sul tempo breve dei confronti a eliminazio­ne diretta e in difficoltà sull’orizzonte lungo di un campionato, anche se sta per rimediare. Al di là dei trofei, tre Coppe Italia e cinque Supercoppe italiane tra Lazio e Inter, e della finale raggiunta di Champions, Inzaghi ha dimostrato sul campo di saper maneggiare l’Europa. E se dobbiamo scegliere un esempio, puntiamo sul ritorno con il Liverpool negli ottavi della Champions 2021-22. Battuto a San Siro per 2-0, Inzaghi si era presentato ad Anfield per il ritorno con fosche previsioni di goleada a sfavore. Poi l’Inter vinse per 1-0 e “rischiò” di eliminare i rossi di Klopp, al quale Inzaghi impartì una discreta lezione tattico-strategica. Non ha ancora vinto una euro-coppa, ma Inzaghi, con la benedizion­e di Pep Guardiola, può sedere nel salotto dei migliori tecnici di questa Champions, assieme al pluridecor­ato Ancelotti e allo stesso Guardiola, a Luis Enrique e a Simeone e agli altri allenatori d’élite. È possibile che Inzaghi sbagli partita contro il Sassuolo, è più difficile che “sbraghi” in Champions. L’Inter può compensare certi divari tecnici con l’essere squadra, con un gioco di non facile lettura. Guardiola lo ha detto di recente e di persona allo stesso Inzaghi: «So io quanto è stato duro giocare contro la tua Inter nella finale di Istanbul». Duro,aggettivo scelto con cura. L’Inter è dura da prendere, perché si adatta a qualunque situazione o avversario, come ha dimostrato la partita di sabato contro la Roma. Se l’attacchi, ti contrattac­ca. Se l’aspetti, ti avvolge. L’Inter sfugge alle classifica­zioni abusate di giochista e di risultatis­ta. Sa toccare tutte le note e sceglie quali suonare di volta in volta, in base all’avversario e allo sviluppo della gara. Inzaghi a Istanbul si dedicò alla destruttur­azione del gioco del City e per poco non gli riuscì l’impresa. Se l’Inter ha una possibilit­à di vincere la Champions, passa per questa capacità di modularsi secondo necessità. Se guardiamo ai giocatori e basta, i favoriti sono altri, Real e City in prima fila.

 ?? GETTY ?? La freccia brasiliana più Bellingham Vinicius Junior, 23 anni, attaccante del Real Madrid, è una punta tecnica e veloce. Vinicius è a quota 12 gol in stagione tra Liga, Champions e Supercoppa di Spagna. In effetti il cannoniere stagionale del Real è Jude Bellingham, con 20 reti, 16 in Liga e 4 in Champions. Il centrocamp­ista inglese è eccezional­e negli inseriment­i in area, ma sabato contro il Girona si è infortunat­o a una caviglia
GETTY La freccia brasiliana più Bellingham Vinicius Junior, 23 anni, attaccante del Real Madrid, è una punta tecnica e veloce. Vinicius è a quota 12 gol in stagione tra Liga, Champions e Supercoppa di Spagna. In effetti il cannoniere stagionale del Real è Jude Bellingham, con 20 reti, 16 in Liga e 4 in Champions. Il centrocamp­ista inglese è eccezional­e negli inseriment­i in area, ma sabato contro il Girona si è infortunat­o a una caviglia
 ?? GETTY ?? Il grande cannoniere Erling Haaland, 23 anni, norvegese, centravant­i del Manchester City campione d’Europa e d’Inghilterr­a. Haaland continua a segnare valanghe di reti, 21 in 25 partite nella stagione in corso tra Premier League e coppe. Nella finale di Champions a Istanbul, contro l’Inter a giugno, ha però subito la marcatura di Acerbi e non è riuscito a segnare: la rete decisiva è stata realizzata da Rodrigo, un centrocamp­ista
GETTY Il grande cannoniere Erling Haaland, 23 anni, norvegese, centravant­i del Manchester City campione d’Europa e d’Inghilterr­a. Haaland continua a segnare valanghe di reti, 21 in 25 partite nella stagione in corso tra Premier League e coppe. Nella finale di Champions a Istanbul, contro l’Inter a giugno, ha però subito la marcatura di Acerbi e non è riuscito a segnare: la rete decisiva è stata realizzata da Rodrigo, un centrocamp­ista

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