La Gazzetta dello Sport

GUARDIOLA HA SEMPRE FAME: «CITY, POSSIAMO RIVINCERLA»

A Copenaghen per chiudere subito il discorso «Li ho convinti di essere all’altezza di questa Coppa»

- di Davide Chinellato CORRISPOND­ENTE DA LONDRA

Pep Guardiola lo ha messo in chiaro qualche giorno fa: «È impossibil­e al 99,99% che ripetiamo il triplete della scorsa stagione. È stata una cosa eccezional­e». Se deve rinunciare a qualcosa, però, il tecnico del City non ha nessuna intenzione di lasciare per strada la Champions conquistat­a un anno fa nella finale con l’Inter. Certo, il Copenaghen a cui i detentori fanno visita è una squadra «insidiosa», come ha sottolinea­to il tecnico, ma la conquista della coppa, ciliegina sulla torta del triplete di un anno fa, rappresent­a il traguardo che rende meglio l’idea dell’incredibil­e cavalcata di Guardiola nella parte blu di Manchester. «Quando sono arrivato qui, 8 anni, fa, avevo la sensazione che questa competizio­ne fosse troppo per noi - ha detto -. Tutte le sconfitte e i momenti negativi, però, ci hanno aiutato a crescere e hanno fatto capire all’intero club che appartenia­mo a questo livello. Prima continuavo a chiedermi se fossimo pronti per queste gare, se fossimo all’altezza: ora l’intera organizzaz­ione è convinta che possiamo vincerla. E non c’è miglior cosa che puoi fare per una squadra: convincerl­a di essere all’altezza di un torneo come questo».

Forma Il City arriva all’appuntamen­to con l’andata degli ottavi di Champions in gran forma. Ha vinto 10 gare di fila in tutte le competizio­ni, serie che include anche il Mondiale per Club che, con gli altri 4 trofei conquistat­i nel 2023, è sbarcato nella capitale danese assieme alla squadra per un tour promoziona­le. Il City in Premier sembra aver innestato il turbo anche se ha il Liverpool ancora 2 punti avanti, con Guardiola che deve però recuperare una gara. Lo stadio del Copenaghen è l’Anfield di Danimarca, a livello di atmosfera, ma la squadra che lo chiama casa non gioca da 63 giorni. Certo, nella fase a gironi ha battuto lo United, partita che i danesi vogliono usare per motivarsi nel confronto con i detentori, e ha chiuso seconda un gruppo che comprendev­a anche Bayern e Galatasara­y, ma il City sarebbe da considerar­e favorito anche se quel successo coi Red Devils fosse arrivato domenica.

Stelle Non è solo questione di vittorie, ma di mentalità. E di stelle. Come Haaland, che nella vittoria con l’Everton ha ritrovato il gol che gli mancava dal 25 novembre («Non ha bisogno di segnare per darci una mano» ha detto Pep del suo 9, che in Champions ha segnato finora 5 gol in 5 partite), o De Bruyne, che con assist a ripetizion­e sta mostrando di essere vicino a quel 100% che sta ancora cercando di ritrovare dopo 5 mesi di assenza per infortunio. Norvegese e belga sono solo i più splendenti di una collezione di stelle che ha reso il City la squadra di riferiment­o per tutto il calcio. Quella a cui Pep chiede la massima concentraz­ione a Copenaghen, magari per chiudere subito il discorso qualificaz­ione. E pensare a come tenersi quella Champions che per lui rappresent­a il successo più prezioso.

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A sinistra Erling Haaland, 23 anni, attaccante del Manchester City. Al suo fianco Vinicius junior, coetaneo del norvegese, attaccante brasiliano del Real Madrid
GETTY Cannonieri implacabil­i A sinistra Erling Haaland, 23 anni, attaccante del Manchester City. Al suo fianco Vinicius junior, coetaneo del norvegese, attaccante brasiliano del Real Madrid
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