Nico, Jack, mercato e Italiano: la Viola si è appassita così
Gonzalez e Bonaventura a terra, il tecnico ha perso il tocco, acquisti sbagliati. I motivi di una crisi
Anatomia di una crisi. Scoppiata all’improvviso, inaspettata, come le bolle nei mercati finanziari. La Fiorentina ha festeggiato il Natale e il Capodanno in zona Champions, al quarto posto solitario dietro Inter, Juve e Milan. Un mese e mezzo dopo, la Viola è all’ottavo posto, addirittura fuori dalla zona Conference, e con il Napoli che, avendo una partita in meno, potrebbe sorpassarla. Un 2024 da partenza falsa, da incubo. Mai una vittoria, in tutte le competizioni, poi i fuochi d’artificio con il Frosinone subito spenti dalla batosta di Bologna, ben al di là del risultato. Urge una reazione con l’Empoli, domani, per non aggravare una crisi già profonda. Ma cosa è successo perché la Viola appassisse così? Colpe per tutti, a partire dalla società.
Senatori appassiti I primi problemi sono tecnici. La Fiorentina poggiava su tre giocatori: Nico Gonzalez, Bonaventura e Arthur, i primi due capocannonieri della squadra. Beh, Nico è stato fuori a lungo e da quando è tornato non fa la differenza. Jack si è perso, anche per il dissidio sul rinnovo del contratto, e non sa più tornare. E Arthur non è più il metronomo che faceva girare la squadra come fino a poco tempo fa. Italiano lo ha sottolineato ieri: «Nico dopo 70 minuti deve essere sostituito, non ha più di quel tempo nelle gambe. E Arthur è al 40% della condizione. Belotti? E’ qui soltanto da pochi giorni. Il fatto è che non riusciamo ad avere continuità e dobbiamo mettere a posto qualche giocatore troppo importante per noi».
Mercato flop L’arrivo del Gallo è una scommessa, ma può essere la benzina per un attacco che non riesce proprio a produrre gol. Il problema è che Italiano chiedeva, anche pubblicamente, degli esterni come rinforzi, fonte principale del suo gioco. Joe Barone e Pradè hanno ceduto Brekalo e non hanno preso nessuno. Così il tecnico gigliato, Nico a parte, deve continuare a insistere su Ikoné, che dopo aver sempre deluso ha avuto un guizzo di rinascita a Frosinone ma a Bologna è tornato immediatamente nell’anonimato; e su Sottil, incostante e spesso con problemi fisici. Con l’Empoli dovrebbe toccare a lui, anche per riportare Gonzalez a destra, la fascia dove rende meglio. Ma la coperta è corta.
Italiano smarrito? Tra i senatori che non rendono più e il mercato flop, si inserisce il momento no del tecnico. Vincenzo Italiano è stato l’artefice della Fiorentina che in due anni era riuscita a trovare l’Europa, poi a riconquistare due finali, perse anche per sfortuna, con un gioco offensivo e, quando funzionava, spettacolare. I suoi meriti sono sotto gli occhi di tutti. Ma adesso non sarebbe giusto non dare qualche responsabilità della crisi anche a lui. Sembra che il tecnico abbia perso il tocco magico. Lo raccontano ancora arrabbiato per non essere stato accontentato sul mercato. Non c’è più un idillio tra lui e la società e sono subito girate le voci di un suo addio a fine campionato. Non a casa Barone si è affrettato a dichiarare: «Qualcuno scrive che non c’è rapporto con lui ma sia con Rocco che con me c’è un grandissimo rapporto. Italiano ha grandi capacità. Lo vedremo qui a lungo? Perché no». Italiano ha contratto che scade a giugno, ma la società ha un’opzione per un altro anno. Dovessimo scommettere, questo è il suo ultimo anno in viola. Vedremo. Intanto ha perso un po’ la bussola: la Viola non ha più ritmo né determinazione, lui insiste su giocatori come Biraghi, francamente disastroso in questo periodo, puntando poco su Parisi, in estate definito un acquisto gioiello. E non riesce a dare una quadra alla difesa che balla sempre. Anche qui Quarta e Ranieri sono i più in palla, ma spesso il tecnico sceglie Milenkovic, anche lui in fase discendente. Per tacere di Ikoné. Ma Italiano è un guerriero: che sia in sintonia o no con la società, vuole sempre vincere e a suo modo, attaccando. Con L’Empoli qualcosa cambierà, per provare a far rifiorire la Viola.