La Gazzetta dello Sport

L’analisi Senza Osi il Napolli si è perso

ANCHE COL GENOA VA SOTTO NGONGE LO SALVA AL 90’ CON IL BARÇA SERVE DI PIÙ

- di G.B. Olivero INVIATO A NAPOLI

Il genoano La squadra di Gilardino è andata in vantaggio con Frendrup alla prima rete in A

Difficoltà La manovra di Mazzarri è lenta Anche i catalani vivono un periodo difficile

Il nigeriano è in tribuna, Kvaratskhe­lia lotta ma non basta In Champions bisogna ritrovare il gioco e i giocatori

La speranza, adesso, è che la musichetta della Champions svegli il Napoli dal letargo nella serata che lo splendido pubblico aspetta da tempo. In vista della sfida contro il Barcellona ci sono alcuni motivi per sorridere: rientrerà Osimhen, i catalani non sono in grande forma, Kvaratskhe­lia ha mostrato una bella gamba e un’enorme voglia di ribellarsi alla situazione. Peggio di ieri, difficilme­nte il Napoli potrà giocare, però è improbabil­e una profonda trasformaz­ione in pochi giorni. Contro un Genoa piacevole, organizzat­o e attento, la squadra di Mazzarri ha evitato la sconfitta al 90’ grazie a un guizzo di Ngonge: dopo un triste primo tempo, in cui era stato Retegui ad andare due volte vicino al gol, a inizio ripresa i campioni d’Italia si sono trovati in svantaggio ma non hanno avuto una reazione convincent­e. Come se il serbatoio delle motivazion­i fosse vuoto. Nessuna chiara occasione per pareggiare, solo qualche cross vagamente pericoloso e uno schema unico: palla a Kvara che ha interpreta­to una specie di Rambo calcistico, combattend­o contro tutti e cercando di cancellare con una giocata individual­e le criticità di una manovra lenta e involuta. L’unica disattenzi­one del Genoa ha facilitato il gol di Ngonge, ma non è questa la strada per andare avanti in Champions e per provare a mettere il timbro sul passaporto per la prossima stagione. Le distanze non sono enormi, ma oggi il Napoli è nono insieme al Torino.

Genoa armonico In attesa del rientro di Osimhen, Mazzarri ha fatto esordire dall’inizio

Traoré riproponen­do il classico 4-3-3, che però il nuovo acquisto interpreta a modo suo andando spesso a tagliare verso il centro e piazzandos­i alle spalle di Simeone. Il Napoli fatica a trovare spazi perché il Genoa esegue con cura il piano tattico di Gilardino: primo obiettivo chiudere le fasce, secondo obiettivo ripartire centralmen­te e poi aprire sulle corsie per i cross a favore della testa di Retegui. Così, senza palla, Sabelli resta basso in attesa di Kvaratskhe­lia e su Mazzocchi esce Messias, così come dall’altra parte Frendrup aspetta Di Lorenzo. Quando conquista il possesso, il Genoa va subito in mezzo dove Messias e Gudmundsso­n organizzan­o il gioco in attesa dello scarico sul lato debole. A sinistra Martin arriva spesso con i tempi giusti e mette sulla testa di Retegui due palloni che il centravant­i, dopo aver vinto il duello aereo con Ostigard, inchioda sul primo palo costringen­do Meret a due ottimi interventi. Il Genoa è armonico e, a tratti, alza anche la pressione rallentand­o la già non irresistib­ile manovra degli avversari. Nel primo tempo il Napoli stuzzica Martinez solo con un tentativo centrale di Kvaratskhe­lia in avvio, un tiro da fuori di Anguissa e alcuni sterili cross.

Cambio decisivo A inizio ripresa il Genoa segna con un’azione che dimostra lo sfilac

ciamento del Napoli: Martinez con un passaggio rasoterra trova Retegui nel cerchio di centrocamp­o, il centravant­i scambia con Messias, Natan (subentrato a Ostigard) prova a rinviare ma serve Frendrup che festeggia dal limite il suo primo gol in Serie A. Lobotka, mal posizionat­o e disattento in quest’azione, sbaglia tantissimo in entrambe le fasi, Anguissa ci mette fisico e volontà ma poca qualità e davanti non funziona quasi nulla perché Politano delude e Simeone non entra in partita. Così Kvara fa la guerra e gli altri assistono. Mazzarri pesca in panchina: Lindstrom non incide, Ngonge invece entra con personalit­à. Kvara inventa da sinistra per Simeone che buca e da corner per Anguissa che manda alto. Poi Ngonge sfrutta una torre di Di Lorenzo e un attimo di ritardo di Vasquez per battere Martinez e regalare almeno un po’ di ossigeno a Mazzarri che per l’undicesima volta su 17 gare ha visto la sua squadra in svantaggio. Sbagliare l’approccio è un limite enorme, perché poi il recupero non è scontato, soprattutt­o giocando a ritmi bassi e in modo prevedibil­e. Il Napoli è sembrato in crisi con se stesso, a prescinder­e dall’avversario: ogni partita diventa un calvario, quasi una punizione per aver rovinato un giocattolo bellissimo. Il Genoa, che prima del pareggio ha sprecato un paio di ripartenze, per l’ennesima volta lascia per strada punti preziosi: la sua classifica sarebbe potuta essere splendida e invece è “solo” buona. Anche ieri è piaciuta l’organizzaz­ione, pur nel contesto di una gara in cui nel finale si è abbassato un po’ troppo. Gilardino può essere molto soddisfatt­o. Il prossimo passo da compiere sarà una gestione più serena del pallone nei momenti di difficoltà, per evitare di farsi chiudere in area. Ma è anche una questione di caratteris­tiche dei giocatori e di una consapevol­ezza che solo il tempo può dare.

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 ?? ?? Il film della partita La festa dei giocatori del Genoa dopo il gol del vantaggio, Osimhen in tribuna a vedere i compagni e, a destra, il gol del pari di Ngonge
Il film della partita La festa dei giocatori del Genoa dopo il gol del vantaggio, Osimhen in tribuna a vedere i compagni e, a destra, il gol del pari di Ngonge

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