La Gazzetta dello Sport

L’INTER STA VOLANDO PERCHÉ È LA PIÙ FORTE NON PER LA CRISI JUVE

- di FABIO LICARI

Dal testa a testa per lo scudetto alla fuga. Da +1 per Allegri a +9 per Inzaghi. In un mese sembra di essere finiti in un altro campionato. Alla ventunesim­a la Juve aveva 52 punti e l’Inter 51. Dominava la sensazione che la coppia non si sarebbe separata tanto presto. In quattro giornate la situazione s’è capovolta, l’Inter comanda 63-54 con la prospettiv­a di volare a +12 perché va recuperata l’Atalanta (che corre altrettant­o veloce). È stata un’illusione di mezzo inverno?

Può darsi che il match in meno abbia caricato di valori esagerati la classifica della Juve, ma all’epoca Vlahovic e Yildiz andavano a mille, i successi erano sette in otto partite, i gol come se piovessero. C’era l’impression­e concreta che Allegri avesse raggiunto un equilibrio tra il suo verbo, primo non prenderle, e un atteggiame­nto offensivo più aggressivo. Nessuno parlava più di “corto muso”. Improvvisa­mente il pari disgraziat­o con l’Empoli, la trasformaz­ione psicologic­a prima che tattica, e il buio oltre la siepe del sorpasso virtuale: bianconeri incapaci di reagire all’autogol di Gatti a San Siro, poi costretti a inseguire Udinese (invano) e Verona (con fortuna). Due miseri punti lungo una striscia che, in teoria, poteva allungare quel vantaggio. I problemi di gioco, gli equivoci tattici, i limiti mentali sono riaffiorat­i tutti assieme. Prima di eliminare la Juve dalla lotta scudetto meglio aspettare, ma le preoccupaz­ioni di Allegri ora sono altre: il possibile sorpasso del Milan a Monza, l’Atalanta che si avvicina senza perdere più un colpo, l’urgenza del quarto posto.

Un altro campionato, un’altra Juve. Un altro campionato, la stessa Inter. Leggere la nuova classifica dalla prospettiv­a bianconera significhe­rebbe fare un torto a chi è in fuga. L’Inter va a prescinder­e. È come se fosse impermeabi­le alla pressione della Juve e a tutto il resto che le gira attorno, la Supercoppa da vincere in Arabia, il ko imprevisto in Coppa Italia, la Champions ad affollare un calendario già asfissiant­e di suo. Un anno fa il Napoli delle meraviglie aveva 65 punti e quella rincorsa sembrava irripetibi­le. Ora l’Inter in teoria può far meglio. Il Napoli era arrivato un po’ lungo al finale: il distacco in campionato era incolmabil­e, ma Lobotka, Kvara e gli altri non erano più gli stessi in Champions. L’Atletico darà le prime risposte sulla tenuta nerazzurra, la sensazione è che la sconfitta con il City si sia trasformat­a in una vittoria. Per l’Inter e per Inzaghi.

Oggi l’Inter è forse l’unica italiana che giochi un calcio europeo per atteggiame­nto, tecnica, solidità, carattere. maturità, gestione. Il Milan si avvicina, ma senza la stessa continuità. L’Atalanta stupisce. Ma l’Inter è monolitica. Nei 90’ può fallire un giocatore, non quattro o cinque. Appena due sconfitte totali come soltanto il Real Madrid. Lautaro-Thuram coppia senza eguali, Calhanoglu play che forse non esiste altrove, difesa insuperabi­le, manovra offensiva e avvolgente oppure ripartente a seconda della situazione. Il fatto che il ritmo stia aumentando, quando l’approssima­rsi della Champions avrebbe suggerito di rallentare, non può che significar­e una cosa: l’Inter ha programmat­o anche fisicament­e il momento chiave. La visione di Inzaghi è diventata a lungo raggio: dalla tattica di oggi alla strategia per domani (e dopodomani). Un salto clamoroso. Anche societario. Inzaghi ha assemblato un gruppo “creato” per giocare il 3-5-2. Se sono vere le voci di mercato che riportano una Juve interessat­a a Felipe Anderson e Zaccagni, quando le ali

La squadra di Inzaghi è l’unica italiana che gioca un calcio europeo. Con Simeone un test importante

(Chiesa, Ilding) non giocano o giocano fuori ruolo, qualche domanda sorge spontanea.

Lo scudetto l’Inter può soltanto perderlo: le è successo con Inzaghi due anni fa, ma i codici sono cambiati. Meno sicurezze offre la Champions, il torneo dei dettagli che indirizzan­o una stagione nel bene o nel male. Certo il Real Madrid senza Bellingham non è parso invincibil­e a Lipsia, il Bayern è in crisi totale, vediamo le altre. Simeone è un esame chiave perché l’Inter, dall’alto del primo posto (e del City), parte favorita. Ma, se va oltre, la storia comincia a farsi interessan­te.

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 ?? ?? L’Europa sorride Simone Inzaghi, 47 anni, tecnico dell’Inter, festeggia con Sanchez (a sinistra) e Calhanoglu la vittoria in trasferta contro il Salisburgo nel girone di Champions. Una scena diventata abituale: i nerazzurri vengono da otto vittorie consecutiv­e tra campionato e Supercoppa
L’Europa sorride Simone Inzaghi, 47 anni, tecnico dell’Inter, festeggia con Sanchez (a sinistra) e Calhanoglu la vittoria in trasferta contro il Salisburgo nel girone di Champions. Una scena diventata abituale: i nerazzurri vengono da otto vittorie consecutiv­e tra campionato e Supercoppa

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