La Gazzetta dello Sport

SINNER IN FINALE VOLO NELLA STORIA PRIMO AZZURRO N.3 «SIGNIFICA MOLTO»

Fa meglio di Panatta nel 1976: nessun italiano come lui nell’Era Open. Oggi alle 15.30 (Sky) la sfida per il titolo contro De Minaur, sempre battuto

- di Federica Cocchi INVIATA A ROTTERDAM (OLANDA)

Strepitosa­mente Sinner. Tocca ancora a lui segnare una tacca nella storia del tennis italiano. La vittoria in semifinale contro Tallon Griekspoor, col punteggio di 6-2 6-4, vale un posto in finale a Rotterdam ma, soprattutt­o, lo proietta sul podio mondiale, al numero 3. Se oggi (finale alle 15.30, diretta Sky Sport) contro Alex De Minaur, battuto sei volte su sei, solleverà il titolo a Rotterdam, il numero 3 al mondo dietro Novak Djokovic e e Carlos Alcaraz sarà suo già domani. In caso contrario, dovrà aspettare il 26 febbraio, giorno in cui dalla classifica di Daniil Medvedev usciranno i punti del titolo di Doha, che il russo ha scelto di non difendere.

Solo lui Mai nessun tennista italiano nell’era Open era riuscito a raggiunger­e questo risultato, nemmeno nel femminile, con Francesca Schiavone arrivata al numero 4, proprio come Adriano Panatta, superato anche in questo primato destinato a cadere dopo quasi 50 anni. Non solo, con questo successo Jannik allunga la sua striscia vincente arrivando a 14 match vinti consecutiv­amente e diventa il primo nato in questo millennio con 201 vittorie sul circuito maggiore. Un successo che rende orgoglioso anche Jannik, sempre molto cauto nei festeggiam­enti ma giustament­e felice di aver regalato all'Italia un altro momento storico: «Il tre, alla fine, è solo un numero, ma vuole dire tanto - commenta dopo aver sconfitto Griekspoor -. È un traguardo che mi rende felice, e che penso sia importante per tutta l’Italia». E ancora una volta il barone rosso dimostra una maturità non comune: «La cosa più importante di questo risultato è far crescere il tennis italiano, voglio portare a giocare tanti ragazzi. Quello che mi interessa è essere di esempio». Il traguardo della top 3 non è inaspettat­o: «Non sono stupito che sia arrivato ora - ammette -. In fin dei conti lo scorso anno sono stato molto costante, giocando sempre semifinali e finali, vincendo titoli. Adesso mi trovo in questa posizione, ma c’è ancora una partita importante da giocare e non voglio perdere la concentraz­ione».

Sempre Damon Nei momenti chiave della carriera c’è sempre stato Alex De Minaur dall'altra parte della rete, a partire dalle Next Gen Finals, fino al trionfo in Coppa Davis. Così sarà anche oggi, in una partita che preparerà a puntino come già aveva fatto per la semifinale, seminando i curiosi e allenandos­i sul Centrale invece che sul campo 3: «Sul Centrale abbiamo provato colpi utili per la partita e per trovare ritmo in campo - ha

Jannik gioca bene i punti importanti e affronta i match con il sorriso

Sono felice, ma la cosa che conta di più è fare da esempio ai ragazzi che vogliono giocare a tennis

Il mio match migliore nel torneo, nei punti importanti riesco a essere più concentrat­o

Contro De Minaur i precedenti non conteranno, si sta muovendo molto bene: sarà dura

Jannik Sinner

detto -. Sono soddisfatt­o perché penso di aver giocato il match migliore del torneo». Ancora una volta, notevole la gestione dei punti sotto pressione, con sei palle break annullate tra primo e secondo set: «È come se fossi molto più concentrat­o in quei momenti - spiega col sorriso -. Quando è servito ho messo la prima e mi sono sentito più sicuro. Certo, l’obiettivo sarebbe ritrovarsi sempre meno in certe situazioni...». Di De Minaur meglio non fidarsi, le sei vittorie su altrettant­i confronti non devono far abbassare la guardia: «Da fondo si muove molto bene ed è a suo agio su questi campi. L'ho guardato nella partita contro Dimitrov, la palla non gli rimbalza altissima quando tira piatto con queste palle pesanti.

Mi aspetta una sfida difficilis­sima e non vedo l’ora. Non importa cosa è successo nei precedenti perché sono sicuro che Alex cercherà di fare qualcosa di nuovo».

Parola di coach Simone Vagnozzi non vuole sentire parlare di numero 3, non può permetters­i di distoglier­e l’attenzione dalla finale: «Non ne parlerò fino a quando non sarà tutto finito. La partita che ci aspetta con De Minaur non sarà facile. Non bisogna cullarsi sugli allori dei precedenti positivi, ma prendere ciò che di buono si è fatto, sapendo che Alex cercherà di fare qualcosa di diverso. Rispetto all’anno scorso, poi, mi sembra che l’australian­o sia un po’ più sicuro di se e le condizioni del campo possono dargli una mano». Intanto questo Sinner sembra sempre più solido e sereno, merito anche di un team che sa sdrammatiz­zare nei momenti più complicati: «È importante che Jannik sia cresciuto nei punti importanti - spiega -. Il primo set è stato molto buono, poi ha avuto un leggero calo di concentraz­ione, ma si è ripreso subito. Le partite sono cose serie, è vero, ma vanno sempre vissute col giusto animo. Se qualcosa non va come dovrebbe un sorriso può aiutare a stemperare la tensione». Il sorriso della vittoria.

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Jannik Sinner giocherà oggi la 16a finale in carriera: è dal 2001 con Hewitt che chi vince il suo primo Slam non si impone nel torneo successivo
Sulle orme di Hewitt Jannik Sinner giocherà oggi la 16a finale in carriera: è dal 2001 con Hewitt che chi vince il suo primo Slam non si impone nel torneo successivo
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Coach di Jannik Sinner
Simone Vagnozzi Coach di Jannik Sinner

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