La Gazzetta dello Sport

«Benvenuto nel club Ma è solo una tappa verso il numero 1»

Nicola fu n.3 tra il 1959 e il 1961 secondo la classifica dei giornalist­i: «Jannik vale il top»

- di Riccardo Crivelli

Allora non c’era il computer, e la classifica veniva decisa alla fine di ogni anno da due giornalist­i del Times. Poco importa: tra il 1959 e il 1961 Nicola Pietrangel­i è stato numero 3 del mondo, e oggi può salutare con affetto l’impresa del “nipotino” Jannik Sinner, che è riuscito ad eguagliarl­o.

► Nicola, confrontar­e epoche diverse è sempre un’impresa ardua: ma quanto vale per un giocatore arrivare tra i primi tre del mondo?

«Tantissimo, allora come oggi. Perché è un premio alla continuità dei risultati e, nel caso di Jannik, alle scelte e al lavoro degli ultimi anni. Salire tante posizioni in classifica se parti da dietro magari non è così complicato, ma quando sei al top un posto guadagnato costa enormi sacrifici e quindi ti ripaga di più».

► Per Jannik il numero tre assomiglia solo a una tappa di passaggio verso l’obiettivo più grande, il numero uno.

«Come è giusto che sia per un campione con le sue qualità. Ha appena vinto uno Slam, e la classifica è sempre una conseguenz­a delle grandi vittorie. In questo momento lui, Djokovic, Alcaraz e Medvedev sono sullo stesso piano, e negli ultimi tre mesi forse Jannik ha avuto qualcosa in più, quindi è legittimo che ci pensi. Però...».

► C’è qualche dubbio?

«No, ma sinceramen­te starei molto attento a dare Djokovic per finito. È un fenomeno in possesso di mille risorse e nei due Masters 1000 americani non avrà punti da difendere».

► Alla fine, meglio uno Slam o il numero uno?

«È banale, ma direi entrambi, anche perché di solito se vinci gli Slam poi arrivi al vertice. Forse il numero uno conserva il fascino del primato, ti dà l’idea di essere davvero il più forte di tutti, ma credo che Rios, l’unico numero uno che non ha mai vinto uno Slam, farebbe volentieri a cambio».

► Gli appassiona­ti adesso sognano: è possibile immaginare una stagione di Jannik ai livelli delle migliori annate di Federer, Nadal e Djokovic?

«Perché no? Non mi sorprender­ebbe affatto, stiamo parlando di un ragazzo che ha avuto una crescita impetuosa in tutti gli aspetti del gioco e che mentalment­e è sempre stato fortissimo. Certo, non dobbiamo dimenticar­e che ci sono anche gli avversari, e che sono formidabil­i».

► A proposito di tifo: Sinner ha rivelato che non si aspettava un’ondata di affetto così debordante. La gestione della popolarità può diventare un problema?

«Sicurament­e gli ultimi mesi lo hanno portato in una nuova dimensione, sono state settimane stressanti e non soltanto per le fatiche sul campo. Ma il ragazzo ha sicurament­e una bella testa e la porta molto ben piantata sulle spalle».

► Nicola, ci dica la verità: lei si sentiva davvero numero tre o pensava di valere qualcosa di più?

«Sulla terra mi sentivo certamente il numero uno. Allora si giocava sulla terra o sull’erba, e si facevano anche le classifich­e separate. Diciamo che dall’altra parte, con Laver c’era poco da fare...».

► Tornerebbe alle classifich­e per superficie?

«No, però le farei annuali e non su due anni: adesso, se hai un piccolo periodo di crisi rispetto alla stagione precedente, rischi di perdere troppe posizioni».

Il pronostico Non mi stupirei se Sinner facesse una stagione alla Djokovic

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Nicola Pietrangel­i, 90 anni, è stato numero 3 del mondo nel triennio 195961: in carriera ha vinto due volte il Roland Garros nel 1959 e nel 1960 e un totale di 48 tornei
ll re di Parigi Nicola Pietrangel­i, 90 anni, è stato numero 3 del mondo nel triennio 195961: in carriera ha vinto due volte il Roland Garros nel 1959 e nel 1960 e un totale di 48 tornei

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