La Gazzetta dello Sport

Ora i primi dieci giocano a 2 mani «Sinner è il top»

Il “colpo di Federer” sparisce con Tsitsipas Ljubicic: «Jannik picchia più forte»

- di Federica Cocchi

Nella settimana in cui dalla top 10 sparisce per la prima volta nella storia il rovescio a una mano di cui Stefanos Tstitsipas era rimasto l’ultimo baluardo al vertice, per non farsi prendere dalla nostalgia c’è un solo modo: pensare a Jannik Sinner. Non siamo impazziti, l’altoatesin­o è il rovescio monomane sono entità ben distinte e separate ma una cosa è certa: tra i rovesci a due mani che occupano l’intera top 10, il suo è certamente il migliore, almeno in questo inizio di anno. «Jannik è molto solido, fortissimo su questo fondamenta­le. È sicurament­e tra i top player quello che picchia più forte». A dirlo è Ivan Ljubicic, ex numero 3 al mondo e ultimo coach di Roger Federer, il Magnifico, l’uomo che ha reso il rovescio a una mano una forma d’arte.

Dal principio Se già nel 2020 infatti, le statistich­e dell’Atp evidenziav­ano che il rovescio di Sinner fosse il più pesante del circuito, con 1858 giri di media della pallina dopo l’impatto (e una media di 111 km/h), alla fine del 2023 il rendimento medio del suo rovescio, secondo gli analisti di Atp, è stato il secondo più alto tra i big. In testa alla classifica di fine stagione si è piazzato Novak Djokovic, campione di 3 Slam su 4 e delle Finals, con rendimento medio sul rovescio di 8.3. Jannik è arrivato dietro di pochissimo, con 8.07 e comunque davanti a Daniil Medvedev (8.06) e Sascha Zverev (7.88). Sul rovescio, Sinner costruisce il punto, spesso porta all’errore l’avversario o lo induce a giocare sul dritto, dove poi lo finisce. Gli manca un ultimo step da perfeziona­re, il lungolinea, quello che rispetto ad Agassi, al quale molti lo hanno paragonato (o a Zverev per restare in epoca attuale), è ancora un po’ indietro, sebbene si siano visti passi avanti anche su quel fronte.

Niente paura «Questa momentanea assenza del rovescio a una mano tra i primi al mondo è abbastanza logica - spiega Ljubicic, ex numero 3 della classifica -. Sono sempre meno i ragazzi che lo imparano e lo usano, ma non penso comunque che sparirà dal tennis, perché usarlo non è uno svantaggio, anzi. La palla si colpisce più forte: fisicament­e e scientific­amente è così». La colpa dunque, se di colpa si può parlare, è dei tempi moderni, di questo tennis sempre più rapido: «Se con una mano tiri più forte, con due si può prendere la palla con maggiore anticipo, si può reagire prima perché non c’è bisogno della rotazione del busto. Di questi tempi, però, tirare forte non paga così tanto come colpire in anticipo». Chiarissim­o.

Per gli occhi Per gli amanti dell’estetica e dei gesti bianchi, tuttavia è un lutto, inutile negarlo: «Ma no, esteticame­nte ci sono bellissimi rovesci a due mani, il mio preferito ad esempio era quello di Marat Safin. Adesso Jannik è quello che tira più forte e che lo sente di più. Ma, se guardiamo la classifica, ai vertici troviamo tutti giocatori molto solidi col rovescio: Djokovic, Zverev, Medvedev. Forse Alcaraz è l’unico tra i big che preferisce il dritto. Il rovescio secondo me è quasi un colpo più naturale. Ad esempio, se lanciate un freesbee come lo fate? Non vi verrà di sicuro di farlo come un dritto». Insomma lui, che dal 2016 fino al ritiro ha allenato Roger Federer, non sentirà la mancanza di questo colpo così affascinan­te: «È molto bello da vedere, soprattutt­o nelle fotografie è scenografi­co perché sembra che il giocatore stia ballando, anche perché si atterra spesso su un piede. Comunque state tranquilli, non sparirà». E allora non ci resta che aspettare il ritorno tra i 10 di Stefanos Tsitsipas, o di Grigor Dimitrov, che è lì a un passo. O magari, e ce l’auguriamo, nella rinascita del rovescio a una mano più bello d'Italia, Lorenzo Musetti.

 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy