Rafa viaggia a due velocità Il gol è da big, ma prima...
Il portoghese ancora una volta si accende dopo aver sbagliato tanto: i tiri restano un limite
Partecipazione È lo stesso Leao ad avviare l’azione del 2-2, intercettando un passaggio del Rennes
Sprechi Due le occasioni sciupate all’inizio dei due tempi, entrambe parate da Mandanda
Rafa Leao è un interruttore umano. Nessuno come lui obbliga un milanista ad avere quattro, cinque, sei sbalzi d’umore in 90 minuti: disperazione e gioia, fastidio ed esaltazione, desolazione e ammirazione, tutti frullati e serviti freddi nella serata della Bretagna. Rennes ha offerto la versione peggiore e la versione migliore del 10... e nessuno si è stupito: è già successo. Pioli gli ha dato 62 minuti e Rafa per 57 è stato tra i peggiori. Poi, in trenta secondi, ha lasciato la giocata per cui questa partita verrà ricordata. Vediamola.
Il fiammifero Leao legge una situazione difensiva e intercetta un passaggio nella trequarti del Milan. Quando Jovic gliela restituisce, Rafa è già partito. Resisterà a Seidu, salterà il birillo Omari e, grazie a un rimpallo, pure Mandanda. Poi tocco a porta vuota ed esultanza. In un’azione, c’è tutto quello che sa fare nella vita e quello che Pioli gli ha chiesto a inizio stagione: la corsa palla al piede più naturale d’Italia e l’applicazione difensiva che con lui – diciamo – va e viene. Sui social da qualche mese si leggono milanisti cinici o rassegnati, per cui Rafa è e sarà sempre questo, uno splendido fiammifero: un giocatore che brucia intenso per alcuni momenti, poi si spegne. Francamente, è presto – prestissimo – per rassegnarsi perché Leao resta uno dei giocatori con più margini di crescita al mondo, un top 30 con colpi da primi 3-4 giocatori del mondo. Se solo...
Quella è la porta Se solo imparasse a calciare meglio in porta, tanto per cominciare. A Rennes, Rafa ha sprecato due occasioni XL all’inizio dei due tempi. Pronti, via, ha recuperato palla e saltato un difensore, per poi tirare addosso a Mandanda in uscita. Un’ora dopo, ha ricevuto in contropiede da Jovic e davanti a Mandanda, con Pulisic in buona posizione, ha appoggiato morbido sul secondo palo: parata. Scena già vista. Leao in quella situazione si trova sempre più spesso e tira quasi sempre allo stesso modo. Impossibile sapere se resti a calciare molto dopo gli allenamenti – voci da Milanello: potrebbe farlo di più – ma la sensazione è che da lì passi il suo futuro.
Giocatore forte Pioli a fine partita ha visto il bicchiere pieno: «Rafa era felice per il passaggio del turno e per il gol. Il gol per lui è molto importante. Quanto sono contento che abbia segnato dopo aver recuperato palla? Tantissimo. Sono molto contento del suo atteggiamento, è un giocatore forte che deve lavorare e credere in se stesso». Oggi, a 24 anni, la definizione va quasi bene. Tra cinque anni, sarà una condanna: se Leao resterà un “giocatore forte” – e non uno dei migliori della sua generazione – sarà una sconfitta per tutti. Per lui, per primo.