La Gazzetta dello Sport

NESSUNA GRANDE CORRE COME L’INTER UN SUPER 2024 PER LA DOPPIETTA

Solo vittorie nell’anno solare e gioco al top Così Inzaghi si avvicina al 20° scudetto e può sfidare alla pari le big della Champions

- di Filippo Conticello

Aumentano le partite senza prendere reti e che facilità nel segnare: ora Simone è temuto sia in Italia che in Europa

L’Inter si sta specializz­ando in astronomia: guarda i corpi celesti, tocca il cielo (d’Europa). La stella è la solita, la seconda, che sta lassù nel firmamento: bramata da ogni tifoso, è ormai così vicina che, se allunghi una mano, puoi quasi sfiorarla. La squadra di Simone Inzaghi, però, non è dominante soltanto nel micro-cosmo della A, anzi da tempo non usa più il cannocchia­le per ammirare le big d’Europa: Real e City hanno smesso di essere pianeti distanti, inaccessib­ili, ma stanno nella stella costellazi­one dei nerazzurri. Lo dicono i numeri, gelidi e inequivoca­bili, visto che Inzaghi al momento si accomoda accanto a Pep e Ancelotti: sono i tre unici allenatori imbattuti lungo le strade della Champions. E la conferma è pure nella percezione generale: in giro per il Continente si moltiplica­no tecnici e giocatori cerimonios­i verso i nerazzurri, pronti al compliment­o e alla carezza. Tutti a magnificar­e i gol di Lautaro, il pensiero verticale di Calha, l’intensità di Barella, ma soprattutt­o la guida ferma di Simone in panchina. È quest’ultimo, in fondo, il vero architetto di una formazione diventata davvero “europea” senza però smettere ma di essere “italiana”: bella e pure pratica, ambiziosa e sbarazzina quando serve. Se la palla entra, soprattutt­o in patria, è spesso goleada, ma contro Simeone, pur avendo meritato di più, non si può mai disdegnare un 1-0. Con queste basi immaginare una suggestiva doppietta scudettoCh­ampions non è un atto di superbia, ma una semplice presa d’atto della nuova realtà nerazzurra. Nel nostro campionato il grosso del lavoro sembrerebb­e fatto e proprio la vittoria contro l’Atletico nell’andata degli ottavi ha confermato l’altezza raggiunta nel Continente. Adesso servirà vincere (o pareggiare) la battaglia anche al ritorno in casa del Cholo e poi, in caso di passaggio ai quarti, nessuno gradirebbe incrociare i nerazzurri.

Due binari L’Inter aveva messo alle spalle il 2023 con animo ambivalent­e: era l’anno di un altro scudetto mancato, ma pure quello di una impetuosa scalata Champions finita con la beffa di Istanbul. In quel momento la Coppa era ancora distante e in campionato si profilava un suggestivo duello gomito a gomito con la Juve: pochi avrebbero immaginato il successivo naufragio bianconero. Il 2024, invece, non conosce altri colori che il nero e l’azzurro: in questo’anno solare l’Inter viaggia a un ritmo che nessuno riesce a tenere, è l’unica squadra di Europa che ha soltanto vinto consideran­do tutte le competizio­ni. Nove partite giocate tra le sei di Serie A, le due in Arabia per la Supercoppa e quella di Champions di martedì scorso, e nove vittorie totali. Nel complesso 20 reti segnate e la miseria di 4 subite: una col Verona in casa, una a Monza e un altro paio all’Olimpico contro la Roma. Giusto per intendersi, nello stesso periodo il Manchester City di Pep un pareggino l’ha raccolto, contro il Chelsea in Premier League.

Il Real di Ancelotti, invece, ha impattato nello stadio del Rayo Vallecano e pure al Bernabeu contro l’Atletico. In più, a gennaio i Blancos sono stati eliminati dalla Coppa del Re proprio da Simeone: giusto per confermare il valore dei rivali nerazzurri negli ottavi. Insomma, il ritmo imposto da Inzaghi è difficile da reggere anche per i giganti. Adesso davanti all’allenatore nerazzurro ci sono quattro partite di campionato per avvicinare ancora di più la stella al petto – dopodomani a Lecce, poi il recupero in casa dell’Atalanta, il Genoa a San Siro e la trasferta di Bologna — e, infine, arriverà la resa dei conti al Metropolit­ano.

Continuità Che si tratti di media punti (2,6), differenza reti (+47) o anche solo partite senza subire reti (15 clean sheet), l’Inter di Inzaghi veleggiant­e verso la seconda stella ha sempre la testa avanti: isolando le squadre dei cinque campionati top che giocano la Champions, i nerazzurri dettano la linea partendo dalla A. Ed è la rotondità dei dati a colpire: tra le big solo il Bayern in Bundesliga ha segnato due reti in più delle 59 dei nerazzurri in A, ma nessuno ha blindato la porta più di Sommer in tutto il Continente. In fondo, è la nuova continuità data da Inzaghi a tutta la truppa, vero salto di qualità nella gestione tecnica in questa stagione: non a caso, con le nove di questo 2024, ha il filotto di successi più lungo da quando è sulla panchina nerazzurra. L’ultimo a riuscirci era stato Antonio Conte tra febbraio e aprile 2021, prima dello scudetto numero 19. Adesso l’astronomo Inzaghi sta aggiungend­o alla collezione il numero 20, il più prestigios­o: la sua Inter studia le stelle, sia in Italia che in Europa.

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Federico Dimarco, Marcus Thuram e Lautaro Martinez festeggian­o dopo un gol dell’Inter. Il Toro in campionato è a quota 20, il Tikus a 10, con altrettant­i assist
GETTY Esultanza Federico Dimarco, Marcus Thuram e Lautaro Martinez festeggian­o dopo un gol dell’Inter. Il Toro in campionato è a quota 20, il Tikus a 10, con altrettant­i assist
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Simone Inzaghi, 46 anni, all’Inter dal 2021. La sua squadra nel 2024 ha vinto 9 gare su 9 mettendo insieme campionato (6), Champions (1) e Supercoppa italiana (2)
GETTY Momento d’oro Simone Inzaghi, 46 anni, all’Inter dal 2021. La sua squadra nel 2024 ha vinto 9 gare su 9 mettendo insieme campionato (6), Champions (1) e Supercoppa italiana (2)
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