La Gazzetta dello Sport

L’ENERGIA DI PROCIDA E IL CARISMA DI MELLI L’ITALBASKET CRESCE

- di ANTONINO MORICI

Da Manila a Pesaro, destinazio­ne Portorico. Il viaggio dell’ItalBasket è un giro del mondo cominciato la scorsa estate e destinato a finire a luglio, con due possibili destinazio­ni. La prima è certa: San Juan, sede del Preolimpic­o dal 2 al 7. L’ultima è quella dei sogni: Parigi, la città che dal 26 dello stesso mese ospiterà l’Olimpiade. I Giochi sono il traguardo che la nostra Nazionale meriterebb­e di tagliare per quello che ha dimostrato nelle ultime due rassegne alle quali ha preso parte. Perché l’Italia che ieri sera ha vinto contro la Turchia al debutto nelle qualificaz­ioni all’Europeo del 2025 ha gli stessi valori, prima di tutto morali, di quella uscita sia ai quarti di Eurobasket nel 2022 contro la Francia (una questione di maledetti tiri liberi) sia al Mondiale della scorsa estate contro gli Stati Uniti, incrociati con poca fortuna sempre al limite, ormai stregato, dei quarti di finale.

È la coesione del gruppo il miglior segnale che emerge dall’arena di Pesaro gremita di tifosi tra i quali Pecco Bagnaia, due volte campione del mondo di MotoGP e grande appassiona­to di basket. Il più felice alla fine era proprio Gianmarco Pozzecco, probabilme­nte perché questo tipo di risposte sul campo pesano di più in una stagione compressa come quella in corso, con una finestra in meno a disposizio­ne delle nazionali e gli impegni dei club che incombono tra campionati e coppe.

Certo, la Turchia presentata da Ataman non era nella sua versione migliore, complice la formula che promuove tre squadre su quattro del girone. Ma i progressi di Gabriele Procida, partito in quintetto, quelli di Nico Mannion, a cui la cura Varese sta facendo benissimo, e il lavoro in difesa di Petrucelli, rendono ancora più solide le fondamenta di questa squadra, ovvero le giocate nella nostra metà campo di Pajola, determinan­te nel momento del massimo sforzo della Turchia, le sgasate di Tonut, la presenza di Polonara e Ricci, utilissimi quando l’intensità del confronto sale di livello.

E poi c’è il capitano. In questo momento Nicolò Melli, al debutto come successore di Datome nel ruolo di leader del gruppo, è un faro che attira su di sé le responsabi­lità. I suoi movimenti illuminano lo spazio difensivo e quello a rimbalzo in un sistema ormai cronicamen­te (e un po’ tristement­e) piegato agli aggiustame­nti imposti dall’assenza di un centro di stazza. Il merito di Nic, non certo un caso isolato nella sua lunga storia con la maglia azzurra, è quello di ovviare a questa carenza anche in attacco: 11 punti nel primo quarto contro Sanli (a proposito di lunghi di ruolo), 17 all’intervallo. Nic chiama la palla e la porta a destinazio­ne quando è necessario, come fanno i campioni che ne hanno viste a sufficienz­a per leggere tra le pieghe della partita. L’Italia che insegue il pass per i Giochi non può prescinder­e da Melli. In attesa del ritorno di Fontecchio ed eventualme­nte di Belinelli, Gallinari e magari di Hackett visto che a nessuno sono precluse le porte della Nazionale. Domenica a Szombathel­y, in Ungheria, un’altra tappa del viaggio azzurro. Sempre con uno sguardo su Portorico e, in lontananza, sulla Tour Eiffel.

Il capitano è una garanzia ma contro la Turchia ha convinto la coesione del gruppo

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 ?? ?? Leader Nicolò Melli, 33 anni, capitano della Nazionale di basket, autore di 17 punti nella gara di qualificaz­ione all’Europeo vinta contro la Turchia 87-80
Leader Nicolò Melli, 33 anni, capitano della Nazionale di basket, autore di 17 punti nella gara di qualificaz­ione all’Europeo vinta contro la Turchia 87-80

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