La Gazzetta dello Sport

«Da bambino sceglievo Schumi ai videogame»

Lewis già nel 2025: «A Maranello per realizzare un sogno d’infanzia»

- GETTY di Mario Salvini

Se la platea della Formula 1 voleva la prova che davvero niente di quel che vedremo in questo 2024 sarà convenzion­ale, ieri l’ha avuta. Perché un conto è leggere un post su Instagram, un’altra cosa è sentire la voce del pilota più vincente della storia dei GP che si accinge a cominciare il campionato con la squadra di sempre facendo però l’elogio ad un’altra, alla Ferrari. E non per quel la rossa promette o si augura che sarà, ma per ciò che rappresent­a ed è sempre stata. Da immaginare cosa avranno potuto pensare Toto Wolff e tutti quelli della Mercedes, quando ieri Lewis Hamilton ha detto: «Ogni pilota si chiede cosa si possa provare a vestire la tuta della rossa. È da quando ero bambino che sogno di guidare una Ferrari. Sono davvero entusiasta della scelta che ho fatto». Concetti già espressi nel post apparso sui social nei giorni immediatam­ente successivi all’annuncio, ma ieri a Sakhir ha accompagna­to pensieri e ammissioni con sorrisi, sguardi. Ed è stato corto circuito. La certezza che vivremo davvero un anno surreale, come aveva già annunciato lui alla presentazi­one della sua Mercedes W15. «Sono cresciuto negli anni in cui Michael Schumacher era al suo massimo sulla rossa», ha rincarato. E poi: « Ai videogioch­i sceglievo sempre di essere lui».

Marea rossa Che è come dire che c’è già stato, su una Ferrari, con la fantasia, sugli schermi che guardava da bambino con gli amici, e – ammissione delicata – anche su quelli di servizio in questi anni in Mercedes. «Tutti noi ci sediamo nel nostro garage ci chiediamo come sarebbe essere circondati dal rosso», ha aggiunto. Del resto già qualche anno fa aveva definito la sensazione sul podio di Monza come una delle più intense ed emozionant­i che uno sportivo possa provare. Parlandone da avversario. Ieri, per la prima volta, ha potuto immaginare ad alta voce. «Al GP d’Italia quando vedi un mare di tifosi rossi non puoi che rimanere a bocca aperta».

Leggenda Il bello di Hamilton è che ha sempre colto il lato romantico di quel che fa in pista. Corroboran­dolo però sempre con una robusta dose di pragmatism­o. E dunque innanzi tutto ha messo insieme il ritorno di immagine che avrà col trasferime­nto a Maranello e la convinzion­e di non aver più molto da chiedere alla Mercedes. «Lasciarla è stata la decisione più difficile che abbia mai dovuto prendere. Sono stato con Mercedes per 26 anni, abbiamo fatto la storia del nostro sport e ne sono fiero». Adesso si va oltre. Perché quando la storia è già tua, la sola cosa che ti resta da fare è cercare la leggenda. Oltretutto, nel suo caso, senza nemmeno granché da perdere: «La Ferrari non vince da tanto, dal 2007, e anche questo mi stimola». Eppure, lo ha ammesso lui stesso, senza Vasseur la tempesta non si sarebbe mai scatenata. «Ho corso con Fred in F3 e GP2 (alla ASM e alla ART, vincendo entrambi i campionati nel 2005 e nel 2006, ndr). È lì che sono iniziate le fondamenta del nostro rapporto. E siamo sempre rimasti in contatto. Credo che le stelle si siano allineate e che non sarebbe successo senza di lui»

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Ultima Mercedes

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